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Lane…tanto fumo e poco arrosto!

Scritto da Luciano Zanini

 IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI

 

LANE, TANTO FUMO E NIENTE ARROSTO!

Ci mancava solo il colpo di coda di tale Gatti veronese per completare il killeraggio (sportivo) compiuto dalla Virtus Verona sul malcapitato e blasonato Lanerossi Vicenza che è sembrato, nei lunghissimi 99 minuti giocati al Gavagnin-Nocini, tutt’altra cosa rispetto ad una capolista con 80 punti conquistati sul campo. Una capolista che avrebbe dovuto, a 270’ e rotti minuti dal termine del campionato, scendere in campo con ben altra carica e determinazione. Una capolista che avrebbe dovuto dimostrare di essere la prima della classe proprio lì a Verona perché si giocava una fiche bollente ai fini della vittoria del campionato. Non ho visto in campo giocatori biancorossi consapevoli dell’importanza determinante della gara. Niente a che vedere con i biancorossi di un tempo, ormai passato, che scendevano in campo con il coltello tra i denti e la voglia di uscirci solo con la vittoria. Non ho percepito neanche nei primi dieci minuti – quando pareva che il Lane avrebbe potuto fare una gara decisiva – quell’attaccamento alla maglia biancorossa che risulta determinante per svoltare nelle occasioni che contano. Il gioco espresso dalla truppa biancorossa non è stato insomma all’altezza delle aspettative,  tanto più che questa non era una gara come altre.

Bisognava solo giocare per vincere senza altra distrazione, a qualsiasi costo. Anche “mangiando” l’erba. Avere dominato la gara solo dal punto di vista territoriale non è servito a nulla, perché alla fine contano i gol e quando batti 13 calci d’angolo senza mai impensierire la difesa avversaria non puoi dire: “abbiamo dominato ma siamo stati sfortunati.” Oppure: “abbiamo creato tante occasioni ma non siamo stati abbastanza cinici.” Frasi al vento di una primavera piovosa. Evidentemente la partita è stata giocata meglio dalla Virtus Verona che ha dimostrato di esserci in campo, eccome!  Di essere coerente con la sua natura di formazione leggera, manovriera e pragmatica. Tanta corsa, tanto pressing, tanto fraseggio corto hanno messo in chiara difficoltà il Lane. Il quale Lane ha impostato la gara su una manovra ariosa, lanci lunghi, troppo insistite le scorribande sulle fasce senza riscontro in cross adeguati al centro, dove i virtussini arrivavano prima. E, cosa dire dello spreco incredibile di calci d’angolo, neutralizzati sempre e comunque da Sibi e compagni? La sostanza è che questo Lane ha buttato alle ortiche la grande chance che peraltro si era costruita con merito recuperando dieci punti al Padova. Era stato detto e scritto che in trasferta bisognava cambiare registro, essere umili nel mettersi sullo stesso piano (agonistico) degli avversari. Ma non solo: era ora di finirla con le amnesie e le cadute di tono degli ultimi dieci/quindici minuti della gara. Raccomandazioni e speranze, queste, andate in fumo su un campetto ridotto di Verona, dove una squadra dal modesto blasone si è rivelata realmente l’ammazza-grandi del campionato (direi che lo ha riconfermato, visto che qui è caduto pure il Padova), decidendone alla fine le sorti. Vita per il Padova, morte per il Lanerossi Vicenza.

Un  applauso le va sportivamente tributato, seppure con comprensibile poco entusiasmo e con il magone dentro, dovuto appunto alla grande delusione provata per l’urticante BATTUTA D’ARRESTO, scritta a lettere maiuscole.

 

Che fare ora dopo una così grande delusione?

Sono già lontani i giorni della gioia dei tifosi biancorossi – eppure parliamo solo di qualche settimana fa – per l’aggancio e il sorpasso sul Padova, che sembrava fosse entrato in un cono d’ombra, in una crisi irreversibile. Spontaneo adesso ricordare, come più volte ribadito da queste colonne, che l’errore più grande da non commettere, sarebbe stato quello di considerare il Padova morto, mentre invece doveva essere tenuto nella più grande considerazione, anche perché nell’arco di un campionato può accadere (e quasi sempre succede) che la squadra più forte lamenti dei cali di tensione, dovuti al logorìo del primato, o a qualche infortunio e/o squalifica degli uomini più importanti della rosa. Le affermazioni di non pochi addetti ai lavori e anche di tanti tifosi, improntate al più pericoloso ottimismo (dando quasi per scontata la vittoria finale senza aver fatto i conti con l’oste, ossia le ultime tre giornate), devono aver influito in qualche modo anche sulla testa dei giocatori togliendo loro lo spirito giusto da mettere in campo per una gara decisiva come quella contro la Virtus Verona. Non così il Padova che si è presentato al Rocco – nonostante l’assenza del cervello Crisetig, ben sostituito da Bianchi – con l’approccio perfetto per una partita del genere, in cui la Triestina era chiamata a fare il colpo della stagione, vista oltrettutto la sua precaria situazione in classifica, peraltro causata dalla perdita di cinque punti per irregolarità societarie. La squadra di Andreoletti ha pensato bene di schiacciare i giuliani nella loro metà campo, creando occasioni da gol, segnandone uno molto bello e poi amministrando il ritorno della Triestina nella ripresa. Gara quindi perfetta dei padovani che si sono ripresi la vetta e ci hanno lasciato in braghe di tela. Hai voglia adesso di dire  – con i buoi scappati dalla stalla – che non è ancora finita. Che nel calcio non si sa mai. Che fino al 90’ e oltre dell’ultima partita tutto può succedere… Non ci credo e penso che il Lane debba prepararsi ai playoff. Unico pensiero consolante: mi piacerebbe da matti essere smentito, magari sperando in qualche immenso capriccio della dea Eupalla. Ma il Padova gioca in casa contro la Clodiense e poi va a Lumezzane….Per dire, che il suo calendario è in totale discesa.

Un’orchestra che doveva suonare e invece …

Diventa quasi superfluo fare la cronaca di questa partita perché era meglio che il Lane avesse giocato da cani ma vinto la gara. Andare troppo a cercare discorsi o errori tattici quando hai perso il treno risulta pure un po’ masochistico. Comunque partiamo dai primi minuti della partita – seguita da uno stuolo imponente di tifosi biancorossi tanto da far sembrare il Gavagnin-Nocini un piccolo Menti – quando il Lane si trova subito nei guai, per via della fuga solitaria di De Marchi verso la porta, fermato miracolosamente o quasi da Leverbe, da ultimo uomo. Pensi: beh! ci è andata bene, anzi benissimo, ma adesso cominciamo a fare sul serio. E così i biancorossi partono in avanti e creano alcune occasioni niente male. La prima è di Della Morte (risultato poi notevolmente insufficiente avendo fatto tanto movimento inutile e anzi talora dannoso) che ci mette la testa sul velo di Rauti ma il pallone non entra. Ci prova poi lo stesso Rauti ma il suo tiro è velleitario e Sibi (grande prestazione la sua) non ha problemi. Siamo intorno al 10’, il Vicenza pare sciorinare gioco sciolto e scorrevole. Della Morte si esibisce in una delle poche serpentine felici e crossa per Costa in piena area, ma Pippone tira male e manda fuori la sfera. Tutto sommato di questo passo il gol prima o poi arriva, e invece ecco scendere in campo la Virtus Verona che corre. E come corre… tanto da sorprendere l’intera nostra difesa che si fa infinocchiare dall’esperto Contini, al quale viene consentito di scherzare saltando ogni controllo e infilare un pallone floppo ma angolato sulla destra di Confente, sorpreso pure lui tanto da rimanere di stucco. Le cose si intorbidano sull’1 a 0 dei veronesi e il Lane pare morso da uno scorpione. Gioca sì, ma solo fino alla trequarti e con passaggi e lanci prevedibili, che i ragazzi di mister Fresco riescono a controllare con successo, sempre pronti a ripartire. Arrivano alcune occasioni biancorosse con Morra ben imbeccato da Ronaldo, quindi ci provano Della Morte, Leverbe e Rauti ma, come detto, manca il guizzo, il passaggio finale concreto. Insomma tanto fumo e poco arrosto.

Foto da Facebook Virtus Verona

Che peccato l’occasione mancata da Carraro

La ripresa inizia con il Lane che parte in avanti e crea subito l’occasione d’oro con il duo Ronaldo- Carraro. Il brasiliano, meno brillante ed incisivo del solito ma pur sempre Ronaldo, fornisce un pallone d’oro sulla testa di Carraro, trovatosi al posto giusto al momento giusto. Ha davanti la porta spalancata e può solo segnare. Invece, sulla botta a colpo sicuro c’è super-Sibi che si esalta e probabilmente cambia il corso della gara quanto a risultato finale. Il Vicenza per giocare gioca, ma senza mai incidere sul serio. Seguono palloni su palloni lanciati in avanti, cross su cross in area, calci d’angolo su calci d’angolo ma di vere occasioni neanche l’ombra. Nel frattempo mister Vecchi ha fatto diversi cambi, tra cui l’entrata del loco Ferrari, che si ricorda di essere bomber vero al 76’. Capone giunto in area lo lancia in avanti con un tocco felpato, che Ferrari capitalizza addomesticando la sfera da par suo, coprendola dall’intervento del suo marcatore, per poi fare secco Sibi. Finalmente il pareggio, con vista sulla vittoria. Mancano ancora diversi minuti alla fine e il secondo gol ci può ancora stare: invece la grande occasione la confeziona la Virtus con Gatti che fa le prove per dopo: gran tiro dalla distanza, Confente ribatte e l’eterno Gomez (40 anni ben portati) spara fuori. Ci prova ancora el loco (migliore in campo tra i biancorossi) al 90’ con un gran tiro che avrebbe meritato la rete, ma c’è sempre Sibi tra i pali. Il Lane in formazione “avanti all’attacco” tenta il tutto per tutto,  prestando però il fianco al nemico caricato a mille. Ci pensa così il già citato Gatti a iscriversi nella storia del suo club  quando, a seguito di un rapidissimo capovolgimento del fronte,  riceve l’assist giusto. Non ci pensa due volte e uccella Confente e quindi il Lane. Una domenica di vera passione…. sportiva.

Foto da Facebook Virtus Verona

Luciano Zanini

Ps: A tutti i lettori di Calcio vicentino sinceri auguri di Buona Pasqua.   

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Luciano Zanini