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Lane bifronte: con il Novara si esalta con il Lecco si spegne….

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI

Lane bifronte: col Novara si esalta, col Lecco si spegne

Riavvolgiamo il nastro e torniamo alla partita Vicenza-Novara di giovedì sera 13 marzo, perché si è trattato di una gara da ricordare, con un gran bel Vicenza che ha mostrato da subito un giusto approccio alla partita, aspetto questo per me determinante a fini della corsa alla promozione con possibilità di successo. Ne sa qualcosa il Padova che ha sottovalutato il Renate ritenendo sufficiente aver segnato il primo gol per indirizzare a proprio favore la gara in esterna. E’ successo invece che il Renate, squadra con esperienza di categoria, ha pensato bene di vendere cara la pelle per recuperare prima lo svantaggio, poi fare tris e contenere il ritorno dei blasonati avversari, sino a fissare il risultato finale sul 3 a 2. Un verdetto del campo giunto al Menti poco prima dell’inizio della partita contro i piemontesi per la gioia dei tifosi, in vista di una possibile vittoria del Lane e conseguente riduzione del nostro distacco in classifica a soli 2 punti dalla capolista. Così infatti è andata, ma non è stata certo una passeggiata. Anzi. Il Lane ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie (peraltro bagnate a fondo da una pioggia battente) su un campo oltremodo scivoloso per avere ragione degli avversari. E pure dell’arbitro di nome Grasso, ma dalla prestazione molto magra, avendo egli al 41’ scambiato Morra per Capone, comminando il cartellino giallo a quest’ultimo, già ammonito, da cui l’espulsione errata di Capone con le conseguenze del caso. Il Novara giocava in dieci dal 26’, a seguito dell’espulsione meritatissima di Da Graca autore di un brutto fallo intenzionale su Laezza, per cui l’errore arbitrale è risultato oltremodo penalizzante per noi, favorendo invece, e molto, gli avversari.

Vicenza con il Novara

Biancorossi determinati, coesi e pugnaci

Il Vicenza è sceso in campo al Menti  con le idee chiare, soprattutto mostrando la determinazione di voler passare in vantaggio prima possibile. Dopo le prime avvisaglie biancorosse, al 7’ Capone lancia Morra che tira rapido ma il portiere Minelli dice di no. Ancora il duo Capone-Morra in azione al 25’, con quest’ultimo cha calcia da posizione non semplice, e anche qui c’è la risposta dell’estremo avversario.  Pochi istanti dopo si compie il fattaccio arbitrale di cui sopra e il Novara rimane in dieci. Piove che Dio la manda, ma l’espulsione del novarese sospinge ancor di più il Lane che potrebbe, magari, tirare in porta anche da lontano anziché giocare tutto con i fraseggi. In ogni caso è una partita tirata, emozionante, combattuta su ogni pallone, di quelle che ti fanno amare il vecchio calcio maschile. Il Lane è padrone del campo, si gioca all’arrembaggio della porta novarese. Ad un certo punto, siamo al 38’, il benpensante Pompeu Da Silva medita un po’ sulla situazione e decide di tirare da lontano. Finalmente.  Esegue due tiri rasoterra indirizzati all’angolo a sinistra di Minelli che però è vigilissimo e li respinge entrambi. Al 41’ l’espulsione sbagliata di Capone e il primo tempo si chiude sul risultato ad occhiali.

Dieci contro dieci e alla fine il Lane va…

Nella ripresa la musica non cambia. Dieci contro dieci, la parità c’è tutta come numeri, ma il Lane vuole vincere. Si vede, si sente e attacca a tutto spiano. La prima occasione è di Peppe Cuomo (grande gara la sua al rientro) che ci prova in avanscoperta, ma ancora una volta Minnelli (molto abile peraltro anche a rallentare il gioco) si oppone. Poi ancora Morra che viene fermato in area suscitando le proteste biancorosse. Mister Vecchi, a questo punto, decide di rinforzare l’attacco facendo entrare Ferrari in luogo di Zonta, mentre Ronaldo ci prova due volte: prima con una delle sue punizioni che stavolta però gli riesce malamente, quindi con un cross su cui colpisce bene Cuomo, ma il pallone esce di poco. Siamo al 30’ e tutti credono nel gol biancorosso, quando per poco non arriva la più atroce delle beffe. Su azione di rimessa novarese, il subentrato Basso si crea l’occasione per battere a rete appena entrato in area: la palla colpita benissimo viene indirizzata alla sinistra di Alessandro Confente e pare gol fatto. Non per la dea Eupalla, però, che fa il miracolo e spinge il nostro portiere a compiere l’intervento che vale tutto. Alessandro magno si distende in tutta la sua lunghezza e riesce a deviare la sfera in angolo. Che brivido! Roba da cuori forti. Il gol mancato dai novaresi euforizza ancor più il Lane che non molla. Si arriva così al 35’ quando il subentrato De Col dapprima scambia con Morra, poi si invola sulla fascia e gli ritorna un pallone delizioso pennellato che il numero 90 biancorosso infila in porta alla grande. Il Menti esplode, pare impazzito.  A ragione… e vengono alla mente i tempi d’oro.

La metamorfosi del Lane camaleonte a Lecco

Dopo una partita del genere, uno pensa che finalmente il Vicenza abbia imboccato la strada giusta per le ultime sette partite. Hai negli occhi la grinta messa in campo al Menti, e ormai sei convinto che la squadra non possa più sbagliare il famoso approccio alla gara. D’accordo che a Lecco mancano Ronaldo in castigo (a proposito, non finiremo mai di tirargli virtualmente le orecchie per queste costanti ricadute comportamentali in campo che costano così care al Lane), Capone e Rolfini e ciò pesa, eccome. Una squadra che punta alla promozione diretta non può farsi però condizionare troppo da assenze seppur di peso. Al contrario, deve sopperire semmai con un’aggiunta di determinazione e spirito di rivalsa. A Lecco non è andata così. I biancorossi sono scesi in campo con l’atteggiamento sbagliato – e non certo per colpa del sintetico – lasciando l’iniziativa in mano ai padroni di casa, che partono subito in tromba. Le occasioni da gol nei primi 20 minuti sono solo di marca lecchese ma Confente fa buona guardia, con il Vicenza non ancora entrato in partita. Si arriva così al 35’ con i biancorossi finalmente in avanti (cose da pazzi per una squadra che deve vincere!!): sulla destra scorre Zonta (sottotono anche lui in questa gara) che crossa al centro un pallone su cui interviene di testa Della Latta facendo da ponte per Morra il quale, pur se insidiato da Marrone, riesce a toccare in rete. Nonostante il brutto inizio il gol pare essere risolutore, dovrebbe spingere alla svolta nel gioco, mentre invece è il Lecco che continua a farsi vedere in campo. Al 40’ una gran botta di Kritta su punizione trova il nostro portiere reattivo, ma il Lane soffre la pressione avversaria, vedi le ammonizioni di Della Latta e Cuomo. Il primo tempo si chiude comunque in vantaggio e si spera convintamente, tra i 600 tifosi biancorossi giunti sin qui, che l’intervallo porti consiglio e soprattutto a cambiare l’inerzia della gara, tanto più che a Padova la Pergolettese è in vantaggio per 1 a 0.

Il Lane non raddoppia, prende gol e perde due punti

La ripresa è la copia del primo tempo con annessi e connessi. Il Lane conquista terreno solo nominalmente perché di un tiro in porta degno di questo nome non c’è neanche l’ombra. Pare che i biancorossi – come il Padova contro il Renate – vogliano controllare la partita senza pensare che basta un guizzo, una fatalità per fare la frittata. E dopo che un Ferrari, praticamente inesistente, si fa ammonire per l’ennesima volta, ecco che la frittata viene servita. Siamo al 29’, il Lecco spinge per fare il pari, e ci riesce quando Di Dio (nomen omen) confeziona un cross perfetto per il neoentrato Sene (in prestito dalla Fiorentina), il quale brucia nell’anticipo sia Laezza che Confente, realizzando un gran bel gol in spaccata, purtroppo. La frittata è servita. Il gol incide sul debole morale dei nostri che diventano sempre meno efficaci. Il buon Vecchi corre ai ripari al 33’ quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla, cambiando Ferrari con Rauti e Talarico con De Col, lasciando in campo l’eroico ma spompato Costa. Ci sarebbe pure il “piccolo Sivori” inutilizzato in panchina, ma il mister lo tiene a riposo sino al 39’ sperando poi in qualche suo spunto personale. Non c’è più tempo per il gol, sì invece per un’altra ammonizione, questa volta comminata a Rauti. Sapendo che il Padova sta pareggiando contro la Pergolettese alla fine del tempo regolamentare, i tifosi biancorossi tendono magari ad accontentarsi anche dell’ 1 a 1. Arriva invece, cattiva cattiva, la notizia del secondo gol padovano al 94’, messo a segno dal vecchio volpone Bonaiuto, acquistato nel mercato invernale ( sei partite, tre gol). Ciapa su e porta a ca, direbbero più o meno in quel di Lecco, patria di Alessandro Manzoni. Il male di trasferta ci strozza.

Luciano Zanini

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