EVIDENZA

Bravo Diana.. sei forte! il punto di L. Zanini

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI

Bravo Diana, sei forte!

Non so se il mister della Feralpi Salò abbia letto il mio articolo precedente dal titolo “Forza Salò, vinci per noi!”, con cui in sostanza mi rivolgevo ad Aimo Diana, seppur scherzosamente e bonariamente, invitandolo a tirar fuori il suo amor proprio bresciano (altri lo chiamano ego) per dare il massimo con l’obiettivo di battere il Padova. Un invito un po’ velleitario e forse scaramanticamente temerario. Fatto sta che domenica sera, mister Diana ha realizzato un colpo di quelli sonori, ma soprattutto in grado di alimentare una certa rinnovata speranziella di cose buone per noi, ossia la possibilità più concreta di prima di agganciare il Padova che, nel caso avesse vinto – inutile nasconderlo –, sarebbe ora morta e sepolta (parlo sempre della speranziella). La partita di Salò si è trasformata invece in un vero trionfo per Diana e compagni, confermando come la Feralpi sia squadra alla pari con Vicenza e Padova in grado di giocarsi la promozione nei playoff,  con buone probabilità di arrivare in fondo. Della serie: ho battuto Vicenza e Padova, dunque ci sono anch’io e, adesso come adesso, sono il migliore. Applausi. Del resto, la Feralpi è distaccata dalle prime due perché ha pagato dazio nella prima parte del torneo, non essendo riuscita a calarsi rapidamente nel clima della serie C dopo la retrocessione dal campionato cadetto. Ricordiamo, ad esempio, la partita contro il Padova all’andata, persa immeritatamente dai Leoni del Garda per sfortuna (3 a 2 il risultato), che segnò l’inizio di una vera crisi della squadra, rivelatasi poi temporanea. Comunque, a questo punto del campionato, quando mancano nove gare alla fine, la prodezza di Aimo e compagni era più che mai necessaria, direi indispensabile. Ovviamente Diana dice che ha fatto solo il suo dovere, che non ha voluto favorire alcuno, etc. etc. Bene così!

A proposito: chi di spada ferisce, di spada perisce

La partita di Salò era particolarmente sentita dai dottori, seguiti da ben 700 tifosi biancoscudati, giunti in riva al Lago per sostenere i propri beniamini in un passaggio decisivo. Consapevoli che una vittoria esterna e anche un pareggio avrebbero praticamente chiuso il discorso della promozione diretta. Mi soffermo ancora un pochino su questo incontro prima di tornare al Lane perché rimangono alcuni aspetti da sottolineare. Prima di tutto il “valore” di questa sconfitta del Padova: vuol dire che il precedente primo ko subìto per mano della Virtus Verona non è stata una casualità, un fatto isolato. No, i biancoscudati sono battibili e questo loro secondo passo falso lo conferma. Un passo falso che però non legittima alcuna temeraria speranza per il Lane, il cui imperativo rimane solo e sempre uno: “non è successo nulla, dobbiamo solo pensare a vincere ogni partita, dando tutto fino al 95’ e oltre!”. Come fatto sin qui, pure quando avevamo un distacco di 10 punti dalla capolista. Secondo aspetto: la Feralpi ha giocato complessivamente meglio, soprattutto nel primo tempo ha esercitato un chiaro dominio, seppur viziato da qualche errore di troppo al momento della conclusione (grande merito va comunque al portiere padovano Fortin, autore di parate decisive e di un vero e proprio miracolo), dimostrando anche contro i primi della classe di non essere da meno in alcun reparto. Terzo punto: la vittoria al 96’. Dopo un primo tempo di marca bresciana, nel secondo si è vista la reazione – pur non trascendentale – della squadra di Andreoletti che ha  cercato il gol, sfiorandolo in un paio di occasioni. E quando pochi, forse nessuno, pensavano ad un possibile sbocco della gara, ecco arrivare la nemesi. La vendetta offerta sul piatto d’argento dell’ultimo minuto. Siamo al tramonto della gara, i leoni all’attacco nel tentativo disperato di passare. L’azione si snoda sulla sinistra con il pallone che poi filtra in area, dando vita ad una specie di grande flipper. Finchè, tra un respinta e l’altra, la sfera arriva a tale Vesentini, neo-entrato, piazzato appena dentro l’area. Che fare? Ecco finalmente calare sul campo la dea Eupalla in persona che, seppur invisibile ai più, ordina al ragazzo: tira in porta, subìto! Vesentini esegue e affonda la corazzata Padova. Grazie Eupalla, hai reso felici i tifosi biancorossi, bastonati alla stessa maniera dai biancoscudati al Menti. Come dice il vecchio adagio latino: chi di spada ferisce, di spada perisce.

Il Lane non si commuove con i cugini …

Eccoci al Lane che ha sbrigato la pratica “Arzignano Valchiampo” in men che non si dica con un secco poker. La partita alla vigilia era tutto sommato abbastanza temuta in casa biancorossa, dato che la squadra di Bianchini, veniva da risultati illuminanti: due pareggi fuori casa contro Feralpi e Padova. In sostanza si temeva l’avverarsi dell’altro proverbio popolare, il “non c’è due senza tre”. Abbiamo assistito invece ad una partita a suo modo sorprendente, perché dell’Arzignano battagliero e senza paura degli ultimi mesi, si è visto ben poco. Stranamente. Chissà cosa è successo nella mente degli arzignanesi, perché sin dall’approccio sono stati soverchiati dal dinamismo e dalla rapidità dei biancorossi, senza riuscire a trovare qualche apprezzabile resistenza. Vediamo. Il Lane parte in tromba e già con la prima azione arriva in zona gol: Ronaldo batte una punizione sulla destra, la palla arriva a Sandon che batte a colpo sicuro ma becca il palo esterno alla sinistra di Boseggia. Niente male come avvio, e il Vicenza prende in mano le redini della gara. Diciamo meglio che è Pompeu da Silva Ronaldo a prendere in mano la squadra, illuminandone il gioco da par suo. Un Ronaldo tornato sui suoi massimi livelli di classe e di efficacia. Come dimostra verso il 10’, quando su punizione da circa 20 metri, quasi da fermo, lascia partire un tiro dei suoi: liftato, non troppo forte ma preciso, a parabola bassa che si insacca superando la barriera e uccellando il povero Boseggia che nulla può, se non raccogliere la sfera in fondo al sacco. Il Menti viene giù per questa delizia calcistica e la gara pare già segnata.

Le perle di Ronaldo entusiasmano i tifosi

Dopo il gol la squadra dimostra di voler fare il secondo, e prosegue così ad attaccare con la regia di Ronaldo –  tutti lo cercano (pure troppo) un po’ dappertutto – che si muove a tutto campo e crea gioco da ogni posizione. Sono lontani i tempi quando il brasiliano veniva fischiato per errori o scarsa lucidità: adesso ogni pallone che tocca diventa oro. Con lui anche la squadra lievita e così si creano occasioni da gol per Della Morte, Costa, Rauti (quest’ultimo decisamente il migliore in campo dopo Ronaldo, capace di muoversi a tutto campo sia come attaccante che  da rifinitore). I cugini sono come rattrappiti, subiscono senza opporre valida resistenza e si deve arrivare al 25’ per vedere qualcosa dalle parti di Confente: due calci d’angolo senza esito. Arriva invece il secondo gol del Lane. L’azione è semplicemente stupenda. Ovviamente parte dal piede di Pompeu che, in fase di disimpegno, alza la testa e vede a sinistra il buon Rauti che si mette a correre sulla fascia. Detto fatto, parte il lancio di 40 metri con la palla che arriva su Rauti, il quale appoggia al centro area dove sbuca Morra che trafigge l’estremo cugino. A questo punto la gara è virtualmente chiusa, però in avvio di ripresa l’Arzignano si ricorda cosa dovrebbe fare e comincia a giocare. Crea alcune occasioni ma non riesce ad essere veramente pericoloso, finchè la sua spinta comincia a ridursi progressivamente, così il Lane torna ad essere propositivo. Ronaldo (uscirà di lì a poco) riprende in mano la bacchetta di direttore e per i giallocelesti diventa sempre più dura. C’è comunque al 36’ un’occasione da gol per il neoentrato Fofana, ma il suo tiro esce a lato di pochissimo. E i biancorossi? Si scuotono dal torpore quasi primaverile e così arrivano altri due gol. Al 38’ Zonta lancia Rauti che vola verso l’area arrivando solo davanti a Boseggia, ma invece di tirare o dribblarlo, pensa bene di passare a Capone il quale, pur preso in controtempo, riesce a toccare di tacco il pallone che si infila lemme lemme in porta. Deve essere la giornata dei regali perché al 44’ la scena in sostanza si ripete: questa volta i protagonisti sono Della Latta e Ferrari, entrambi subentrati nella ripresa. Della Latta riesce a bucare la difesa avversaria e potrebbe tirare in porta, ma preferisce regalare la palla al loco Ferrari che può batte saggiamente a colpo sicuro da pochi passi. Il poker è servito. La marcia continua.

Luciano Zanini

Sull'Autore

Luciano Zanini