UNA VOLTA ERA DIFESA E CONTROPIEDE.
IL CALCIO OGGI?…ELOGIO ALL’EQUILIBRIO.
Una riflessione di Maurizio Lissandrini
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Maurizio Lissandrini con l’ex interista Brehme..
Tutto cambia, tutto è in evoluzione, rapidamente mutano le cose, le persone, i lavori, tutto cambia in un batter d’occhio, anche il calcio non si sottrae a questa trasformazione, ad una evoluzione tattica e di mentalità che è rapida….anzi rapidissima.
Eravamo rimasti al gioco all’italiana…difesa e contropiede, dove per altro siamo diventati campioni del mondo con l’Italia nel 1982 di Paolo Rossi, Bruno Conti, e una difesa super con Scirea e Gentile dove anche il super portiere Zoff faceva il suo, poi lo stesso si ripete nel 2006 con un super Buffon e Cannavaro ( pallone d’oro!) e le reti in velocità di Inzaghi, Totti e la perla delle perle di Del Piero nella semi-finale con la Germania.
Ora il gioco del calcio è passato attraverso molti altri modi di vincere le partite, qualche anno fa il mantra era il “ possesso palla” , che in alcune squadre ha funzionato ( vedi Manchester City e Barcellona) poi anche la Spagna, con un possesso che superava il 70% e grandi talenti in attacco ( da Messi a Haaland ) che aprivano le difese e vincevano tutto il possibile, ma non era così per tutti.
Ultimamente si è passati ad un gioco di costruzione dal basso con l’inizio dell’azione che parte dal portiere e si sviluppa sulle fascie con un progressivo avanzamento in attacco della squadra, e di conseguenza presidiare la metà-campo avversaria per dominarla.
Il calcio spettacolare ha portato a questo tipo di gioco, difesa alta, possesso palla, pressing asfissiante, chi oggi parla di contropiede è quasi blasfemo, non si può neanche nominarlo, ora una simile azione si definisce “ ripartenza”. Contropiedista?…. fuori tempo, retagio superato, gioco antico….ma siamo sicuri?!!.
Siamo sicuri che per vincere ci vogliono 3 – 4 attaccanti, nell’ultimo periodo alcune squadre anche professionistiche hanno abbandonato l’idea dei 3 – 4 attaccanti, bello da dirsi, ma che porta con se l’illusione di controllare il campo (che è molto grande!) di dominare l’avversario e la partita, ma che in realtà ti espone a grandi praterie dove l’avversario ti infila e vince.
Ora anche nell’ultimo campionato si assiste ad un elogio dell’equilibrio, tra la difesa e veloci verticalizzazioni in avanti che aprono il campo agli attaccanti che sono veloci e rapidi, ma che poi persa palla rientrano a fare i mediani ( vedi i campioni del Real o Liverpool che tornano nella loro metà-campo) per costruirsi lo spazio davanti e colpire le difese.
Anche ai corsi allenatori della Federazione Gioco Calcio, la ricerca e lo studio portano a tornare ad un equilibrio tra difesa e “ ripartenze” , con poco possesso palla ( di per sé non porta a nulla ) e verticalizzazione con giocatori rapidi e bravi nel dribbling o cross. In conclusione credo che non dobbiamo vergognarci di tornare ad un calcio che non prende gol (difese forti ed organizzate) e chiamatelo come volete… contropiede o ripartenza, che fanno vincere le partite, perchè è la storia che lo insegna, il passato che ci indica la strada per il futuro. Anche nei nostri dilettanti la stragrande maggioranza delle partite (quasi tutte!!) si vince ancora così, difesa chiusa, pochi rischi e poi vai nello spazio come Spidy Gonzalez, veloce a far gol. Altro modo per essere vincenti ed è un invito ai mister è lo studio dei calci piazzati….ma purtroppo nei dilettanti questo è un capitolo tutto da scoprire per il poco tempo che si dedica e alla scarsità d’idee che vengono provate in settimana dove si vedono sempre le stesse cose da molto tempo, senza nessuna fantasia.