IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
Il Padova pareggia e il Vicenza perde!
Ci sono pareggi che valgono come e più di una vittoria, ci sono pareggi che pesano come e più di una sconfitta. Il pareggio di domenica scorsa nella partita clou della stagione tra le due pretendenti alla B, Padova e Lane, è proprio una di quelle gare che rendono il risultato bivalente nelle sue conseguenze. Da una parte la capolista, seppure messa sotto ancora una volta dal Lanerossi Vicenza – come successo all’andata – e, dall’altra, l’inseguitrice biancorossa che domina la gara dal primo minuto sino quasi alla fine, per poi assestarsi da sola un cazzotto da ko. Di quelli che lasciano un segno indelebile e fanno tanta tanta bua. Per la squadra di Andreoletti (il quale ha avuto il grande merito di inserire al momento giusto Spagnoli, ossia il bomber più letale tra i dottori, che lo ha ripagato con un gol che vale il campionato) aver raggiunto il Lane quando sembrava spacciato, e già si intravvedevano peana trionfali per l’impresa biancorossa, è oggettivamente tanta roba. Vuol dire che i padovani sotto sotto non hanno mai mollato, ci hanno creduto anche nei supplementari, e ciò dimostra che sono una grande squadra.
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Nella foto Sartore la squadra del Vicenza contro il Padova
Ripeto: nonostante il Lane li abbia tenuti sotto scacco, abbia creato molte più occasioni da gol di loro, e abbia sciorinato un gioco nettamente migliore. A cosa è servito tutto questo? A nulla, perché nel calcio come nella vita non puoi mollare fino all’ultimo secondo. Cosa che ha fatto il Lane – nonostante i cinque cambi di Stefano Vecchi –, illuso che ormai i giochi fossero chiusi e che il Padova fosse tranquillamente d’accordo nel buscarle. Ho percepito – magari sbaglio, ma ne sono convinto – proprio negli ultimi venti minuti un certo rilassamento, una voluta lentezza nelle operazioni di recupero palla, un evidente pressapochismo in alcune conclusioni che mi hanno preoccupato. Ma come? Abbiamo un solo gol di vantaggio, nonostante le tante occasioni sfumate e pensiamo di non cercare di fare il secondo per chiudere i conti? Non è che avevamo di fronte – con tutto il rispetto del caso per la Clodiense – l’ultima in classifica per cui possiamo anche permetterci rilassamenti o di guadagnare tempo per arrivare al fischio finale. No! Al Menti avevamo di fronte la prima della classe, che ha stabilito record invidiabili a livello europeo in questo campionato, sconfitta casualmente una sola volta. Cosa ci abbia autorizzato a prenderla sottogamba, non è dato sapere. Si dirà che è andata così perché la partita era segnata, si dirà che siamo stati sfortunati… Si può certamente dire tutto e di più, ma questa gara – così importante per la classifica e per la possibilità concreta di rientrare in gioco per lo sprint finale quando mancano 11 giornate al termine – non doveva essere minimamente disattenzionata nell’errata idea di avere già i tre punti in pugno. E il tempo di recupero andava impiegato con maggiore umiltà, rigorosa tenuta della palla, arcigna pressione asfissiante sui patavini. Che invece ci hanno beffati in modo crudele!
Anche stavolta partenza sprint …
Anche in questa partita di cartello il Lane parte con il piede giusto, proprio come a Salò dove nel primo quarto d’ora fa vedere un gioco scintillante, voglia di vincere, determinazione. Insomma un gran bel Lane che ispira buoni sentimenti al pienone sugli spalti, meno ai 1200 tifosi del Padova allocati in tribuna Nord e, tutto sommato, dimostratisi corretti (anche se a fine gara felici..). Già dopo pochi minuti el loco versione bomber bomber ci mette la testa ma l’estremo del Padova, Fortin, figlio d’arte (farà carriera!) respinge, e di nuovo Ferrari ci riprova ma spara fuori. Al 6’ l’urlo al gol del Menti si spegne in gola quando, dopo una bomba di Della Morte che va a sbattere sull’incrocio dei pali proprio su deviazione di Fortin, Franco Ferrari ci riprova ma trova ancora l’opposizione del giovane talento. Il Lane non si scompone e continua a macinare gioco, mettendo sotto i cugini che paiono subire senza una vera reazione. E così al 26’, quando sul cross d’angolo battuto da Costa la difesa avversaria respinge la palla, c’è Zonta che la rimette in area di testa: il bomber bomber c’è ancora e stavolta anticipa tutti alla sua maniera bruciando Fortin che nulla può. Gol che fa andare in visibilio la folla biancorossa, nonché meritato frutto di un gioco superiore.
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non è bastato l’urlo di gioia di Ferrari ma quanta rabbia!!
Il Padova ci prova solo al 31’ con un tiro di Varas, peraltro su benevolo pallone fornitogli da noi, ma Confente devia bene in angolo. Ci sarebbe anche (forse) un rigore a nostro favore per un fallo di Pirrello su Ronaldo (buon primo tempo del brasiliano, rimesso nel proprio ruolo, e buona intesa con Carraro) ma l’arbitro dice nisba.
Errori di Rolfini e Leverbe, brutto segnale
La ripresa si apre con il Lane che dimostra di voler il gol della tranquillità. C’è subito una bella azione del duo Costa-Ferrari con lancio per Rolfini il quale però, come a Salò, non è reattivo al punto giusto: si incunea bene in area ma poi, davanti a Fortin, pensa bene di sparare alle stelle. Peccato! Quindi arriva un insolito errore di Leverbe che fa venire i brividi ai tifosi del Lane: su una palla di tutto riposo il francese liscia alla maniera dell’oratorio offrendo alla punta Bortolussi la più grande occasione della partita. Probabilmente sorpreso dal regalo, Bortolussi riesce a calciare a lato un gol che pareva cotto e mangiato. A ragion veduta e col senno di poi, a mio parere, forse era meglio che avesse segnato in quel frangente, come del resto ha ammesso lo stesso Vecchi a fine gara. A seguire ci riprova Alex Rolfini che, su lancio di Della Morte, calcia pronto ma il solito Fortin risponde ancora presente, e poco dopo effettua una parata da vero campione, siamo verso il quarto d’ora, quando el loco Ferrari spara dal limite dell’area un tiro rasoterra angolato e destinato a toccare la rete. Il Vicenza c’è in campo e domina la gara, tanto che mister Andreoletti decide di cambiare capra e cavoli impostando la squadra per attaccare a tutto spiano. La mossa si rivelerà vincente dato che entrano al 32’ Valente ma soprattutto Spagnoli, uno che di gol se ne intende. Cambia anche Vecchi, e la squadra assume un atteggiamento più difensivo, direi anzi riflessivo. Mancano meno di quindici minuti alla fine e il Padova si mette ora a spingere con forza e determinazione, mentre noi abbozziamo puntando al golletto di vantaggio. La situazione mi appare a rischio perché basta un colpo della malasorte per fare fiasco. Ci pensa infatti la dea Eupalla che predilige il Padova: al 94’, infatti, su azione in avanti dei dottori, Capelli riesce a fare un po’ di casino in area e tanto basta ad impedire il rinvio a Pippone Costa, cosicchè il pallone viene rimesso in area e diventa preda del corsaro Spagnoli che brucia Laezza e fa secco Confente. Ma fa anche secchi i biancorossi e i tifosi del Lane sugli spalti. Che Mazzata, con l’iniziale maiuscola!
Che fare ora? Mah! ….
A questo punto del campionato, con il Padova rinfrancato dallo scampato pericolo, e dall’alto dei suoi 66 punti, solo un inguaribile superottimista può ancora pensare all’aggancio, considerato oltrettutto che i punti di vantaggio dei padovani sono sette, per via dei risultati emersi dal doppio derby. Un superottimista, dunque, oppure i supertifosi possono sperare nell’eventualità che il Padova possa buttare via sette/otto punti da qui alla fine. Un Padova che, come detto, ha dimostrato di non mollare sino all’ultimo secondo. Stando alla realtà la prospettiva naturale del torneo vede invece il Padova in grado di controllare la sua corsa, che ormai conta solo undici partite da giocare. Del resto, anche gli stessi numeri danno ragione alla squadra di Andreoletti che ha vinto 20 partite su 27, pareggiate 6 e persa una. Noi siamo a 60 punti con 18 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte (sempre contro le grandi del girone A). I biancoscudati dispongono del migliore attacco, o quantomeno del più prolifico con 48 gol segnati, noi 42, mentre le difese si equivalgono con 14 reti subìte. Poteva essere una gran bella lotta sino all’ultima partita, ma solo nel caso che il Lane avesse vinto domenica scorsa. A questo punto la botta presa non dà più possibilità di recupero. Né vale la pena pensarci troppo, anche se il diavoletto tentatore suggerisce: “Non si sa mai …”. Ma è solo un pensiero sfuggente.
Luciano Zanini