IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
Maxime+ Eupalla fanno il botto
Il calcio è bello perché vario. Prendi a caso la partita – assai importante ai fini del duello Padova vs Lane, e non serve spiegarlo – tra Renate e Vicenza, di sabato scorso allo stadio Meda in Brianza, e l’adagio di cui sopra si può confermare in tutta la sua saggia consistenza. Vediamo però, riprendendo il gomitolo dall’inizio. L’altra partita, sempre di sabato scorso, tra i dottori e la Virtus Verona – seguita con grande interesse soprattutto dai tifosi del Lane in modalità gufetti – era programmata con inizio alle ore 15, quindi prima della nostra. In genere chi gioca a risultato acquisito dovrebbe – in teoria ma solo in teoria – disporre di tempo per assorbire il risultato e muoversi di conseguenza. Sì, dovrebbe…. Solo che non sempre le cose vanno in questa direzione. Com’è capitato al Lane contro il Renate. Di fronte ad un risultato finale semplicemente straordinario, visto che la capolista perde per 1 a 0, per la prima volta dopo 24 partite, confermando che nessuno è invincibile, ma soprattutto facendo intravvedere ai biancorossi (giocatori e tifosi) la concreta possibilità di dimezzare lo svantaggio dal Padova di 6 punti in classifica. A questo punto un po’ tutti quelli di fede biancorossa hanno in testa una sola cosa: bisogna scendere in campo col pugnale (calcistico ovviamente!) tra i denti e conquistare la quinta vittoria di seguito!
Questo è poco ma sicuro, avendo a portata di mano un salto in avanti non da poco dopo mesi e mesi di digiuno dalla testa della classifica, dopo aver ingoiato tanta polvere, dopo tanto tenere duro. Però, un conto è dire e sperare e un altro fare. Così, quando sin dalle prime battute del match, si percepisce che l’approccio alla gara da parte del Lane è ben diverso da quanto ipotizzato sulle ali della sconfitta del Padova, viene da pensare che il successo della Virtus Verona abbia in realtà prodotto un effetto diverso da quello auspicato. Del resto anche la determinazione e l’aggressività dei renatini – che avevano infilato nelle ultime quattro gare la bellezza di altrettanti ko, per cui erano chiamati al disperato cambio di rotta – contribuisce a far sì che la gara prenda ben presto una piega poco gradita ai supporter del Lane, e in modo particolare a quei circa 500 presenti in terra lombarda. Invece di assistere ad una partita in cui i biancorossi partono a spron battuto per fare subito gol e mettere le cose in chiaro, ne esce un’altra, con i nostri avversari che occupano gli spazi, fanno gioco e ci costringono a difenderci nella nostra metà campo. Passano i minuti e la musica è sempre la stessa, con il Renate che fa più gioco e il Lane che subisce. Un Lane che pare un po’ imbruttito e senza anima. Invece di prendere in mano la gara si arrabatta alla meglio, dimentico delle ultime partite di questo inizio 2025 a tutto gas. Come mai? Un’ipotesi che faccio è che, verosimilmente, la responsabilità di dover vincere, e la pressante attesa dei tifosi di conquistare ad ogni costo i tre punti, abbiano schiacciato i biancorossi più del dovuto con le conseguenze di cui sopra.
Un primo tempo da dimenticare…
L’avvio della gara è di marca locale e sin dai primi minuti il gioco biancorosso latita mentre gli avversari si danno da fare e arrivano quasi sempre per primi sulle seconde palle a dimostrazione delle nostre incertezze. La prima vera occasione (10’) è appunto del Renate con Esposito che si trova al posto giusto ma spreca tutto tirando fuori. Il Lane cerca di farsi vedere ma senza troppa convinzione, prima con Della Morte e poi Ronaldo, ma sono tentativi velleitari. Si arriva così al 30’ senza particolari sussulti, anzi nella convinzione che i biancorossi siano stati imbrigliati ben bene, e non riescano ad uscire come dovrebbero. Della Latta ci prova al 38’ con un gran tiro (la prima vera e unica occasione del primo tempo), che esce però di poco a portiere battuto. Al 47’ arriva l’episodio che poteva cambiare il volto della gara: quando Claudio Morra si piega in avanti per colpire la sfera ma rimedia un bel calcione sulla zucca rifilatogli da tale Auriletto, piccolo killer d’area di rigore. Sarebbe appunto rigore, e sacrosanto, ma Lorenzo Maccarini da Arezzo non vede e non provvede. Si chiude il primo tempo da dimenticare (con lo scorno del rigore non assegnato) soprattutto per il gioco espresso dal Lane. E se qualcuno ha dato la colpa del deludente primo tempo biancorosso alla qualità del terreno di gioco lombardo, avrà pure dovuto poi ricredersi nel secondo tempo, quando il Lane ha cambiato pelle e si è tolto di dosso ogni preoccupazione. Campo o non campo poco agibile.
La bacchetta magica di Stefano Vecchi
Perplessità mista a delusione regnano al via della ripresa nei cuori dei tifosi biancorossi presenti al Meda, come pure in quello degli altri che seguono alla radio o in tv. Cosa faranno adesso i nostri? La domanda sorge spontanea. La risposta però arriva presto, meno male. Bastano pochissimi minuti et voilà il piatto è servito. Si comincia a vedere un Vicenza più deciso, più in palla e soprattutto capace di fare gioco. Minuto dopo minuto i renatini – che hanno speso molto nella prima parte della gara – vengono messi al loro posto, ossia nella loro metà campo. Come per magìa si rivede il profilo del Lane delle ultime gare e ci si chiede: come mai? Semplice, si tratta del maghetto mister Vecchi il quale, immagino, avrà dato fondo alle sue doti oratorie e vocali per svegliare i suoi ragazzi. Altre ipotesi non sono sul tavolo. Ecco allora, già al 4’, il tentativo di Morra che da buonissima posizione spara addosso ad Ombra (si chiama così), portiere del Renate. Segue quello di Della Morte sventato dall’estremo lombardo, il quale si ripete poco dopo ancora su Morra. Insomma il Vicenza finalmente va, anche se non riesce a segnare. Vecchi effettua così vari cambi, entra anche Franco Ferrari che ci prova subito ma sbaglia e di molto; poi è la volta di Carraro che si esibisce in una delle sue caratteristiche puntate con conseguente tiro, che Ombra neutralizza. Ci prova pure il subentrato Rauti ma il suo tiro è troppo fiacco per impensierirlo. Il Renate pare alle corde ma trova invece, proprio nel finale, un paio di spunti pericolosi prima di arrivare al gran finale della partita: all’84’ Confente neutralizza il colpo di testa di De Leo, e poco più tardi è la traversa a dargli una mano decisiva sul cross da corner di Delcarro, quando la palla va a sbattere sul legno per poi tornare in campo salvando capra e cavoli. Proprio un bel rischio quello corso a fine gara. Grazie dea Eupalla.
Un finale di quelli che non si scordano
Siamo sul fine gara che più di così non si può. Per la precisione al 94’ ossia a pochi attimi prima del fischio finale. Nessuno, dico nessuno, a parte i veggenti, pensa che possa succedere qualcosa al di fuori dello zero a zero che, tutto sommato, risulta essere un punto guadagnato al Padova e quindi non da buttare. Tutto sembra stato detto e visto su questa partita che poteva avere un esito migliore per noi. Poi, quando mai il Lane arriva a segnare allo scadere del recupero finale? Sinceramente non ne ricordo, ora come ora, alcun “evento” del genere. Dunque pari e patta e pensiamo alla prossima partita, sempre molto importante, contro la Feralpi. Ma c’è ancora qualche frazione di minuto di gioco da vedere. La palla è adesso nelle mani di Pippone Costa, sempre guerriero generoso il quale, in assenza di Ronaldo, tira lui punizioni e corner. Come questa, ultimissima, dalla sinistra nella metà campo del Renate. Si aggiusta la sfera, guarda la posizione dei compagni e poi effettua il cross alla sua maniera. Il pallone molto arcuato e con buona forza si indirizza in area e tra le varie teste che attendono si stacca quella francese di Maxime Leverbe da Villepinte, il quale come gli accade spesso è nel frattempo riuscito a smarcarsi tempestivamente, bruciando marcatore e portiere Ombra sul tempo. Inzuccata perfetta e palla a scavalcare sotto la traversa. Cose da cardiopalmo!!
Cose da ricordare nella storia del Lanerossi Vicenza. Grazie Maxime Leverbe e grazie Dea Eupalla perché – va sottolineato – la Virtus Verona ha vinto sì, ma il Padova ha preso quatto pali quattro. A Maxime voto 10, perché sarà difficilmente dimenticato un gol del genere, a tempo supplementare pressochè scaduto.
Luciano Zanini