IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
RISCHIO NAUFRAGIO IN RIVA ALL’ADIGE…
Stavolta non me la sento proprio di dire: tre punti in saccoccia e tutto va bene! Stavolta no, perché in riva all’Adige il Lanerossi Vicenza di fronte ad una neopromossa – che ha trovato un posto in serie C dopo lunghissimi decenni di nuoto nelle categorie inferiori – ha fatto correre i brividi lungo la schiena agli spettatori presenti allo stadio di Legnago e ai telespettatori. Brividi come li abbiamo sentiti poche volte negli ultimi tempi. Giunti, per assurdo, dopo una partenza di quelle folgoranti, tale da far pensare ad una pesca miracolosa nelle acque del grande fiume che bagna la bella città veronese. Il calcio è bello perché imprevedibile, però in alcuni casi lo è particolarmente (imprevedibile), come nel caso nostro in terra legnaghese. In genere quando una squadra di altissima classifica come la nostra incontra squadre “minori”, la vita diventa dura sin dall’inizio nel tentativo di perforare la difesa degli avversari, in modo da costringerli poi ad aprirsi favorendo così i contropiedi mirati. In genere, non nel caso nostro, perché qui abbiamo invece assistito ad un esatto contrario ossia ad un Lane spietato killer nei primi dieci minuti, e con la possibilità concreta (vero Rolfini?) di portare sul 3 a 0 la gara, in modo da chiuderla definitivamente. Ma che poi, dal 25’ del primo tempo ha iniziato ad abbassare gradualmente il baricentro, e soprattutto la determinazione iniziale, dando spazio e respiro agli avversari, che già nei primi 45’ minuti creano un buon paio di occasioni, sfumate per poco e per l’intervento di Confente, migliore in campo assoluto (il che la dice lunga). E se nella prima frazione i biancorossi meritano il vantaggio, le cose vanno diversamente nella ripresa, e di molto. Una ripresa che oggettivamente ha palesato una squadra non all’altezza della situazione, della sua posizione di classifica, del suo blasone e delle sue legittime ambizioni di primato. Ci auguriamo di tutto cuore che sia stata una serata particolare, né vogliamo aprire processi prematuri per una scivolata che ci auguriamo occasionale, però la prestazione ha oggettivamente lasciato l’amaro in bocca. Un po’ a fatica la vittoria, i 3 punti, e i due gran bei gol (soprattutto quello del piccolo Sivori) possono rendere tutto dimenticabile, purchè appunto non si assista più a prestazioni come quella vista nel secondo tempo di Clodiense – Vicenza.
Prendi il gol del pareggio e… addio Padova
La guerra di nervi instauratasi tra la capolista Padova e il nostro Lane può diventare determinante per il successo finale? E’ meglio attendere il risultato dell’avversaria e giocare dopo? Oppure, all’opposto, scendere in campo per primi e sulla spinta della necessità di vincere ad ogni costo, affrontare gli avversari con grinta e decisione per vincere e basta? Difficile a dirsi, ma certo è che sino a questo punto del campionato la squadra che ha dimostrato di aver maggiore tenuta psicologica è il Padova. Un grande Padova, purtroppo per noi, che sta inannellando vittorie su vittorie in casa e fuori, segnando caterve di gol, prendendone pochi, dimostrando in campo quell’autorevolezza di squadra superiore che a noi è mancata in più occasioni, ultima delle quali contro i veneziani di Chioggia. La formazione di Andreoletti, anche nella partita di domenica scorsa contro il Lecco in trasferta ha offerto l’ennesima prova di grande tenuta psicologica, giocando nel primo tempo una gara impostata sul controllo, per poi regolare i conti senza pietà nella ripresa. Il risultato finale di 3 a 1 conferma che siamo di fronte ad una vera e propria corazzata, che purtroppo ha preso l’aìre – neanche a farlo apposta – con il successo nel derby contro il nostro Lane. Che avrebbe allora meritato quantomeno il pareggio, ma ci stava anche la vittoria. Evidentemente il “colpo” del derby, inferto alla concorrente più accreditata, ha dato la giusta spinta psicologica ai padovani, che da allora hanno letteralmente massacrato il campionato, conquistando non solo una marea di punti ma vari record. Nessuna sconfitta, 13 vittorie, due pareggi, una partita da recuperare, 41 punti. Una sorta di schiacciasassi che comunque dobbiamo cercare di raggiungere. Non sarà facile.
Dicevamo dei due bei gol segnati…
La partita contro la Clodiense è insomma da archiviare augurandoci, come detto, che epiloghi del genere non abbiano a ripetersi, altrimenti sono guai. Mister Vecchi non ha bisogno di consigli e certamente farà di tutto affinchè il calo psicofisico registrato a Legnago non si ripeta, quantomeno in queste proporzioni. Proprio tutto di questa partita non è da buttar via, perchè i primi 25 minuti sono stati veramente scoppiettanti, e tali da far intravvedere spettacolo e goleada. A me sono piaciuti parecchio i due gol messi a segno rispettivamente da Carraro e dal “piccolo Sivori”. Il primo lo definirei “scientifico”, frutto di un’azione tecnica senza fronzoli, fredda e precisa. Siamo al 3′ e Pippone Costa, che veleggia in piena area di rigore, vede arrivare da centrocampo Carraro, specialista dei gol dalla distanza. Lo vede e prontamente gli fornisce la sfera, su misura. Una vera manna per Carraro che da quella distanza sa bene come fare. E lo fa benissimo mirando all’angolino a sinistra del portiere Brzan (ex della gara) che nulla può sulla conclusione secca e precisa del centrocampista biancorosso. Gran bel gol e applausi meritati per il duo Costa-Carraro. Il bello però deve ancora venire, perchè pochi minuti dopo un lanciatissimo Lane annichilisce i chioggiotti giunti in riva all’Adige. Ad avviare l’azione è ancora una volta il nostro Pippone, il quale calcia dalla trequarti una delle sue punizioni tagliate. Il saggio Zamparo, che fa sempre un lavoro oscuro ma prezioso, anche a Legnago, ci mette la testa per fare da ponte al compagno meglio piazzato. Meglio piazzato ma anche meglio dotato, perchè Matteo Della Morte, ed è di lui che parliamo, si avventa sul pallone con tempo perfetto e al volo di sinistro fulmina l’incolpevole Brzan. Una vera perla questo gol di Matteo che si conferma tecnicamente da serie superiore. Un gol che come dicono gli addetti ai lavori vale da solo il biglietto. La Clodiense, seppur messa male in classifica e sotterrata dalla doppietta micidiale, mostra però di non avere paura e costruisce già nel primo tempo un paio di azioni pericolose: la prima con Bondi che trova Confente pronto alla respinta, inaugurando la sua serata di grazia. Poi, intorno al 20′, per poco il chioggiotto Salvi non punisce il Lane, ma per nostra fortuna il suo colpo di testa finisce a lato. Sono avvisaglie che pochi prendono in considerazione, forse nessuno, e che invece costituiscono i prodromi del grande secondo tempo dei lagunari. Verso il tramonto della prima frazione, infine, un impreciso Rolfini avrebbe la grande chance ma riesce solo ad appoggiare la sfera al portiere.
Il fischio finale salvifico
Nel freddo umido di Legnago, con il vantaggio di due reti a zero, con due squadre dai valori tecnici divergenti, vatti a fidare del calcio. Tanto più che il Lane parte bene e sembra voglioso di fare tris. Una voglia che si materializza al 6′ quando Alex Rolfini, incappato in una serataccia, riesce a sfuggire alla guardia dei marcatori e si invola deciso verso rete. Pare gol fatto, basta non tirare elementarmente addosso al portiere in uscita, basta magari fare una finta, a destra o a sinistra… Invece Rolfini fa la cosa peggiore, ossia spara sull’attento e rapido Brzan in uscita. Fatta la frittata, si riprende a giocare senza infamia e senza lode. Sino al 20′, quando la Clodiense dimostra di avere carattere, di non voler arrendersi al blasone biancorosso, di rimettere in discussione il 2 a 0. Il più mobile ed efficace dei chioggiotti, il bomber Bondi, stavolta il gol lo fa e bene, sfruttando un cross amico controllato malissimo dai nostri, toccando beffardamente un pallone che mette fuori gioco il povero Confente. Non è solo il 2 a 1, ma qualcosa di più. E’ il segnale della rivolta dei chioggiotti che ci prendono gusto e inchiodano i biancorossi nella loro metà campo. La nostra squadra diventa vittima del calcio pressante degli avversari che corrono e si avventano su ogni pallone. Roba da non credere il calo e l’arrendevolezza dei nostri che proprio non ce la fanno. Il tempo passa, cresce l’apprensione sugli spalti, praticamente tutti in biancorosso, e pure il timore di vedere il Padova scappare e lasciarci in braghe di tela. Ogni minuto che passa pare un’eternità. La sensazione è che il fortino del Lane possa crollare da un momento all’altro. Ma non succede perchè a Legnago è presente la dea Eupalla, in modalità biancorossa. Decide di salvarci dal naufragio. Così al 42′ il nostro portierone ci mette una pezza su Salvi, evitando il gol fatto. Poco dopo riesce pure a sventare i tentativi di Maniero prima e di Serena poi. Anche questi due gol fatti. Nel marasma Zamparo riesce a farsi ammonire, proprio lui, uno dei pochi “sufficiente” per l’impegno dispiegato in campo. Meno male che arriva il fischio finale salvifico. Grazie Confente, grazie Eupalla. Però che serataccia in riva all’Adige!
Luciano Zanini