IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
IL LANE “OPERAIO” MACINA PUNTI E SPERA ….
Sarò pure un inguaribile romantico ma ogni volta che la gloriosa Pro Vercelli – che può vantare la bellezza di sette (7) scudetti italiani, seppure conquistati agli inizi del secolo passato, dal 1908 al 1922, ormai sepolti nella memoria ma pur sempre bellissimi e validissimi – scende al Menti, immancabilmente mi torna alla memoria quella doppia finale che vide in campo nel lontanissimo 1911 appunto il Vicenza Calcio contro la Pro Vercelli. In palio nientepòpòdimeno che lo scudetto italiano, il primato nazionale, quello che hanno vinto poi a raffica Juve, Inter, Milan e via dicendo. Quello scudetto che abbiamo, non dico sfiorato, ma cui siamo andati vicini con il grande Lane di Pablito e compagni nel 1978. Allora, nel 1911, le cose andavano ovviamente in maniera diversa dall’oggi, il calcio agli inizi stava incontrando sempre più innamorati, trovava sempre più tifosi pronti a supportare la propria squadra di casa, vedendo in questo sport qualcosa di straordinariamente nuovo. Dunque siamo nel 1911, e la sfida tra le due concorrenti si chiude con una secca dimostrazione di forza dei piemontesi che all’andata vincono in casa 3 a 1, per imporsi poi anche nel ritorno a Vicenza per 2 a 0. Un vero peccato, grande come una casa, per i nostri avi biancorossi e per noi, perchè – come detto – in caso di vittoria, oggi avremmo uno Scudetto con la esse maiscuola in bacheca e da mostrare orgogliosamente a tutti. Saremmo insomma nel ristrettissimo club delle società che hanno conquistato il traguardo più importante. Insieme con Juve, Inter, Milan, Genoa, Pro Vercelli appunto e poche altre. Con questo pensiero ho approcciato la gara di domenica pomeriggio al Menti, dove sono scese in campo queste due nobili decadute. Decadute in basso e molto. Oggi però in situazioni diverse di classifica. La Pro che naviga nelle zone infide a quota 15 punti e il Lane in alto che continua a inseguire caparbiamente la lepre Padova, un Padova dai record europei quanto a vittorie conquistate, pochissimi pareggi e zero sconfitte.
Della Morte e Pro Vercelli un lungo passato insieme
Calcio e vita hanno diversi punti in comune, senza voler pompare troppo il concetto. Si è visto nel suo piccolo per l’ennesima volta in occasione della partita Lane-Pro Vercelli di domenica 17 novembre. Formazione fatta, con nomi e impostazione della squadra già in possesso di stampa e tifosi, ed ecco che succede l’imprevisto. Di quelli di peso. Al non inserimento di Matteo Della Morte nella formazione di partenza, segue poi un’inattesa sequenza: visto che in fase di riscaldamento prepartita il nostro bomber Morra si infortuna, colpito da un serio risentimento muscolare, ecco che l’escluso Della Morte torna in auge. Così Vecchi lo inserisce nella formazione di base e lo piazza in compagnia di Capone a supporto dell’unica punta Zamparo. Possiamo immaginare come il “piccolo Sivori” abbia accolto in prima istanza la notizia della sua esclusione dal campo, ma poi anche quella di vedersi rinominato. Già perchè, come noto ai tifosi, per Della Morte la Pro Vercelli non è una squadra come un’altra. E’ la squadra in cui ha esordito, che lo ha valorizzato, di cui ha indossato la maglia per sei anni, dal 2017 al 2023, giocando ben 104 partite e mettendo a segno 20 gol. Si può quindi capire la delusione, prima, e la gioia poi del nostro fantasista che deve aver pensato: a questo punto provo a fare gol, gioco una grande partita. E se la partita disputata nel suo complesso dal numero 99 biancorosso non può dirsi di quelle particolarmente riuscite, di notevole e importante c’è però il fatto che proprio lui ha segnato il gol di partenza del Lane, con quel suo stile caratteristico e, udite udite, bruciando l’estremo ospite con un gran bel tiro di… destro. Più giornata favorevole di questa per lui e anche per il Lane… Insomma ho visto lo zampino della dea Eupalla alla quale evidentemente Matteo piace. Anche nei momenti meno brillanti.
Un primo tempo appena sufficiente, ma con il gol
Pronti via, si parte. La gara pare incanalarsi verso la classica arrembata del Lane contro gli avversari che, seppur titolati, oggi come oggi sono in zona retrocessione e quindi agevolmente superabili, almeno sulla carta. Nei primi minuti l’approccio pare quello conseguente, con i biancorossi che si muovono con decisione e puntano a far saltare subito il fortino. Il gioco scorre, c’è fraseggio e il Lane si impossessa del terreno. Arriviamo così al 12′, il gol è nell’aria. Buona giocata sulla destra di Della Latta che lancia Della Morte: tra Della ci si intende e così Matteo riceve, poi salta l’avversario come sa fare lui e spara un destro (!) forte, preciso a mezz’altezza che brucia Rizzo. Un gran gol dei suoi, che fa saltare il Menti. A quel punto l’idea che circola nelle menti degli spettatori è quella di una prossima goleada. Invece nisba. Il Lane che pare essere quasi sorpreso di aver segnato così presto, non accelera ma rallenta. Il gioco non scorre più come all’inizio, la circolazione della palla è più che altro orizzontale, e poi lanci lunghi e pedalare. Ci sono un paio di occasioni teoriche per Capone e Della Latta, ma nulla di fatto. Dal canto suo i risaioli piemontesi non ci stanno proprio a fare gli sparring partner e cosi, prima Iotti con un gran tiro dalla distanza che però va fuori, e poi Coppola ci provano senza esito. Ma è una Pro Vercelli che gioca meglio del Lane e riesce a bloccare le iniziative dei biancorossi che certo ci provano, ma non riescono a trovare spazi per qualche ripartenza seria. Insomma si arriva al termine della prima frazione con parecchie perplessità sul Vicenza che in sostanza si è pò arenato e tende a mantenere lo statu quo senza invenzioni, senza fantasia. Un Vicenza operaio che si adegua agli avversari di bassa classifica, quasi a non volerli stuzzicare. E’ chiaro però che con un solo gol di scarto, e visto il gioco espresso, non è che ci sia proprio da stare allegri. Il golletto vercellese può sempre essere in agguato. Urge cambiare le cose.
Nella ripresa il gol che dà speranza, ma che fatica …
Ti aspetti che la ripresa sia diversa, ma la musica non cambia proprio, anzi. Per la Pro Vercelli perdere 1 a 0 , oppure 3 a 0, cambia poco, per cui decide di vendere cara la pelle per quanto sia in grado di fare. La pressione vercellese in effetti si sente e si vede anche se non frutta poi vere occasioni da rete, ma è sufficiente per mettere in difficoltà il Lane e soprattutto tenerlo in ambasce, perchè il tempo passa e il golletto indigesto potrebbe rovinare tutto. C’è apprensione anche sugli spalti dove i quasi diecimila presenti condividono i timori di cui sopra. Fino a quando, finalmente, arriva l’ora di Zonta che, come Della Morte nel primo tempo, tira fuori dal cilindro la giocata perfetta per tempestività e precisione. Tutto questo però ha la sua origine al 59′ quando il buon Vecchi decide finalmente di cambiare qualcosa. Fa entrare Greco e Rolfini in luogo di Della Morte e Capone, e così le cose in effetti mutano. Arriva l’auspicato cambio di passo, un maggiore dinamismo e il Lane cerca finalmente il secondo gol con la dovuta convinzione. Gol che arriva un quarto d’ora dopo l’ingresso in campo del duo Greco-Rolfini. Ed è proprio il malgascio a mettere in mezzo un pallone interessante per Loris Zonta, il quale si esibisce in un rasoterra mirato all’angolo destro del portiere della Pro, che non può arrivarci. La partita termina qui, anche se il Lane sulla spinta dell’entusiasmo si scioglie e cerca la goleada con Zamparo e Rolfini, senza esito. Alla fine rimangono però i tre punti che fanno classifica e danno speranza alla difficile rincorsa biancorossa. Certo, c’è da migliorare l’organizzazione del gioco, che appare ancora incompleta e affidata più sulle giocate del singolo che non sull’insieme della squadra. Ciò che consola i tifosi, comunque, è la classica constatazione che se non giochiamo ancora bene, ma vinciamo, chissà cosa può succedere quando prima o poi la macchina operativa del Lane si metterà a girare? Prima o poi succederà. Speremo!
Luciano Zanini