IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
La (MEZZA) DISFATTA DI NOVARA… LANE A 7 PUNTI
Ritenevo la trasferta di Novara una partita importante, certo non ancora decisiva, tuttavia molto indicativa per misurare la nostra voglia di inseguire il Padova per raggiungerlo. Sono rimasto abbastanza deluso dalla prestazione del Lane per i limiti mostrati che mal si conciliano con l’obiettivo di acchiappare i dottori in fuga. E’ mancata la capacità di creare delle valide occasioni da gol, e questo non è certo un bel segnale considerato, oltrettutto, che nelle ultime gare il Lane di occasioni ne aveva prodotte in abbondanza. Possiamo dire che allo stadio Piola i biancorossi hanno mostrato buona la difesa in tutti i suoi componenti con cenno particolare a Cuomo e Leverbe, ma asfittico e quasi impalpabile l’attacco che pure schiera nomi di peso. Al centrocampo, infine, pur in presenza della buona prestazione di Carraro, manca come il pane un po’ di fosforo, di inventiva che illumini il gioco e lo renda fluido. A questo punto abbiamo aumentato il distacco dal Padova, passato dai 5 ai 7 punti in classifica e ciò al termine della 12.ma giornata non è poco. Non servono qui tanti discorsi perché il distacco dice molto di per sé. Sarà dura recuperare il Padova se non verrà messa in campo quella fame agonistica che è mancata a Novara. Non rimane che stringere i denti e andare avanti senza fare proclami, senza cedimenti o distrazioni. Non ci sono peraltro alternative di sorta perché il Padova di quest’anno inanella record su record: basti dire che ha la migliore difesa di tutti i campionati italiani e che ha vinto dieci partite pareggiandone due. Della gara con il Novara c’è sinceramente poco da dire, per cui preferisco tornare prima a quella contro l’Atalanta, con il Lane che ha giocato bene e segnato molto.
Atalanta-Vicenza, quanti ricordi….
Sperando nella resilienza di Capitan Lopez per imbrigliare e magari battere la capolista in casa propria, il Lane ha affrontato sabato scorso la squadra più prolifica del campionato, ossia i giovani dell’Atalanta, società dal grande blasone che, a differenza nostra, negli ultimi anni ha preso letteralmente a capocciate la definizione di “provinciale”, realizzando un vero e proprio miracolo. Sinceramente invidio un po’ gli amici bergamaschi. Come si fa a dimenticare le tante partite con il Lane? Le battaglie per la salvezza, come quella del 20 maggio 1973 – rimasta scolpita negli annali della nostra storia -, quando il Vicenza ormai dato per retrocesso riuscì a battere gli orobici a Bergamo grazie ad un’autorete di Vianello, acciuffando miracolosamente la salvezza e condannando i nerazzurri alla serie B. Diecimila (diconsi diecimila) tifosi biancorossi andarono a Bergamo per tifare il Lane. Una pagina considerata dalla stampa sportiva tra le più gloriose della lunga storia biancorossa. Di questi tempi a noi rimane solo da battere la squadra giovane dell’Atalanta, guidata dall’ex Francesco Modesto. Scesa al Menti con l’etichetta di formazione tecnica e dall’attacco potente, visti i suoi 25 gol fatti. Ma il Lane ha dalla sua un impianto rodato, in difesa un gruppetto di vecchi marpioni che hanno esperienza e mestiere da vendere. E così l’incontro, che avrebbe potuto essere a rischio per noi, diventa compito abbastanza agevole già dal 10’, quando su imbeccata di Pippone Costa la palla respinta alla bell’e meglio dalla difesa orobica junior, perviene sul piede di Talarico il quale non ci pensa due volte a sparare un rasoterra centrale che trova la deviazione giusta e finisce nel sacco. Gol che ci voleva per mettere le cose in chiaro anche se poi si torna a rivedere un Lane sprecone che butta alla ortiche il 2 a 0.
Stoppato l’attacco più prolifico
Per carità, non si può chiedere a Loris Zonta – che a centrocampo lotta, fa legna, intercetta il gioco avversario – di essere pure elegante finalizzatore e mettere a sedere il portiere Bertini. Però gli si può chiedere di centrare la porta e non cacciare fuori una pallagol con i fiocchi, ciò che grida ancora vendetta al cielo. Siamo al 25’ e il buon Loris, imbeccato da Della Latta, si invola con buona scelta di tempo verso la porta avversaria. E’ solo e può fare varie cosette: rallentare un attimo per vedere come si muove il portiere, fare qualche finta, effettuare il tiro nello specchio della porta e forse altro. Invece quando tutto lo stadio si aspetta il gol chiudi-partita, ecco che parte il tiro sbagliato sulla sinistra di Bertini che viene graziato. Poi ancora, al 41’, Capone batte una bella punizione dalla destra: pallone è in area dove stacca e colpisce benissimo Della Latta ma la sfera invece di entrare in porta va a sbattere sul palo alto ed esce. Si chiude il primo tempo con il rimpianto del secondo gol e con un chiaro responso: l’attacco atalantino è stato reso infertile. Nella ripresa ancora Lane e ancora Zonta che segna un gol a mio avviso valido, ma annullato per fuorigioco (le immagini successive diranno che era tutto regolare). Unico vero brivido per noi al 13’, quando Scheffer spara in porta forte e teso, Confente fa la paratona. Poi finalmente la rete buona, frutto di una bella azione di Zamparo involatosi sulla sinistra: cross calibrato al centro dove il piccolo Sivori (fino allora non brillantissimo) zompa con tempo perfetto e buca l’estremo orobico. E’ il gol che rassicura, anche se l’Atalanta minore non sembra voler arrendersi. Su una leggerezza di Laezza (fa pure rima, ma ricorda purtroppo quella di Padova) Muhamenti trova il via libera e tira bene, ma la manona di Confente salva capra e cavoli. Finalmente al 36’ ecco la sentenza finale con la stupenda segnatura del neoentrato Rauti il quale, su una respinta della difesa avversaria, si inventa un tiro a giro alla Del Piero che fucila letteralmente l’estremo bergamasco sulla propria sinistra. Sul 3 a 0 la pratica è chiusa, mentre rimane invariata la distanza dal Padova che contro l’Albinoleffe ha dimostrato di non essere capolista per caso. Che peccato!
A Novara anche un rimpianto: Pompeu Ronaldo Da Silva
Non possiamo certo accusare Stefano Vecchi di voler coprire alcunchè, visto che al termine della partita Novara-Vicenza di martedì sera, dodicesima giornata del campionato, ha espresso alcune valutazioni sulla gara molto chiare e condivisibili. Partendo dalla nostra mancanza dello spunto e della giocata individuale che fanno sempre o quasi la differenza, per poi sottolineare la scarsa precisione e concretezza sotto rete e, dulcis in fundo, la mancanza di un po’ di genialità. Proprio così, di genialità (calcistica beninteso), e così la mente torna ancora una volta al grande assente, ossia Ronaldo. O meglio ai due grandi assenti Ronaldo e Ferrari. Intanto però la squadra deve in ogni caso cercare di assestarsi e dare il meglio di sé, perché da questo momento in poi ogni punto perso diventa pesante. A Novara non è che il Vicenza non abbia comandato il gioco per gran parte della gara, ma è mancato nel segnare il gol o i gol che fanno vincere. Nel primo tempo – di fronte a poco più di duemila spettatori, di cui circa 300 tifosi biancorossi – il Lane inizia controllando il gioco, ma la prima occasione è novarese, meno male che il solito Leverbe toglie un pallone pericoloso dalla testa di Ongaro, pronto a colpire da buona posizione. Sono però sempre i biancorossi a manovrare ma non si arriva alla conclusione, vuoi per errori nell’ultimo passaggio, vuoi per cross imprecisi e così la prima vera azione seria arriva al 30’ con Morra che, lanciato a rete, non trova di meglio che tentare un pallonetto totalmente fuori bersaglio Ci priva poi anche Talarico con un buon tiro dal limite ma senza successo.
Nella ripresa il palo ci toglie la vittoria
Nel secondo tempo la musica è sempre la stessa con il Lane che fa il gioco e il Novara che si chiude in maniera ordinata e decisa. Del resto, se non c’è l’invenzione o il colpo di classe o di fortuna, è difficile far saltare la dfesa avversaria e anzi si rischia pure il contropiede letale. Come al 5’, quando Ongaro, il più pericoloso del Novara, entra in area con buone chances da rete, ma trova lo stop del bravo Cuomo. Poi Lane in avanti con Della Latta il cui tiro sfiora il palo, poi la gara si trascina senza particolari sussulti fino al 71’, quando Carraro effettua una gran tiro di esterno sinistro che va a stamparsi sul palo con uno strabattuto Minelli che nulla avrebbe potuto. Entrano Capone e Zamparo per cercare la rete decisiva e in effetti, proprio Zamparo, al 75’ spara una botta rasoterra che però Minelli devia istintivamente di piede. E il Novara che fa? Per poco non ti combina lo scherzetto ammazzagrandi: prima con Basso che per nostra fortuna spara fuori, poi con Ganz, figlio di tanto padre, al quale assomiglia pochino, che cerca il gol con un buon tiro ma Confente neutralizza. Ci mancava anche la beffa finale….
Luciano Zanini