Editoriali

Viaggio con gli Ultras…

Scritto da Federico Formisano

Racconto di Federico Formisano inviato  (con gioia…) a Milano

Alla mia non più tenera età ho voluto venerdì scorso ritrovare lo spirito delle trasferte giovanili, immergendomi nuovamente nello spirito del sostenitore di una squadra di calcio. Da sempre tifo il Vicenza e l’Inter passione nata 60 anni fa con la squadra di Helenio Herrera (ricordate Sarti, Burnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso….)

In passato le trasferte erano sopratutto a sostegno del Vicenza: ho vivido il ricordo di una trasferta a Bergamo con salvezza all’ultima giornata per una sfortunata autorete dello stopper atalantino Vianello (maggio 1973).  Ma in quel periodo ho frequentato il Sant’Elena di Venezia (Berto Menti in panchina e i gol di Maraschi e Gori maggio 1966 per un altra salvezza acciuffata per il classico pelo), il Brianteo di Monza in occasione della promozione dalla B in A  (1977),  e poi sono stato a Brescia,a Udine, a Bologna, ecc.  Lo Stadio di San Siro di Milano è legato ad un ricordo dolce-amaro per la vittoria dell’Inter nella prima giornata del campionato 1995/96 quello della promozione in A. 10.000 vicentini avevano raggiunto il tempio del calcio ma erano usciti scornati per l’1-0 subito  (punizione di Roberto Carlos ad inizio ripresa).  A Milano avevo assistito anche alla gara con il Milan (quarti di finale di Coppa 1-1 il risultato con gol di Murgita).

Con il Vicenza in terza serie ho abbandonato il rito delle trasferte e mi sono dedicato al tifo televisivo, continuando a sostenere la mia vecchia squadra del cuore in serie A e i biancorossi nelle loro sfortunate imprese.

Ma quando l’amico Nicola supertifoso dell’Inter mi ha rinnovato l’invito ad andare a Milano, dopo un primo giustificato rifiuto dello scorso campionato,  non ho saputo dire di no e alle 15.00 di venerdì 30 agosto ho raggiunto Vicenza Est dove il pulmann dell’Inter Club della Riviera Berica “Quelli del Mojto” si sono radunati per la partenza

Il clima è di festa: per strada si incrociano i pulmann dei veneziani, degli aponensi, dei carmignanesi.  E poco importa che due incidenti stradali fra Vicenza e Verona e verso il Lago di Garda ci mandino a percorrere strade di campagna.  Gli organizzatori mettono a disposizioni bibite e panini. Superata Brescia ci si ferma al grill e la sensazione è di giocare in casa: si fermano i veneti e i friulani e il bar e la toilette sono affollati di casacche nerazzurre.   Noto che non si guarda molto al nome indicato sulla maglia (i datati Zanetti, Materazzi, Ferrante… ma anche gli attuali Lautaro e c. )

L’avvicinamento a Milano incrementa la tensione e la frenesia: il traffico della metropoli lombarda è critico nei giorni normali, nei giorni delle gare diventa caotico e l’avvicinamento a San Siro è veramente problematico.  Ma nessuno sembra farci caso anche se qualche nervosa occhiata all’orologio testimonia la paura di non arrivare in tempo

Finalmente si accede al Parking davanti allo Stadio: si notano pulmann provenienti dalla Toscana, dalle Marche, dall’Emilia; i bresciani e i bergamaschi interisti non fanno notizia.

Finalmente si entra nello Stadio e saliti gli ultimi scalini si apre una sensazione che non si può raccontare: il colpo d’occhio è magico e questi 71.745 spettatori  che inneggiano alla propria squadra tolgono il respiro e ti fanno sentire partecipi di qualcosa di grande: il calcio non morirà mai finchè le persone potranno sentirsi inserite in una vasta comunità legata dal sostegno ai propri colori, alla tribù del tifo..

Siamo nel primo anello azzurro e sopra di noi ci sono i tifosi atalantini un migliaio ma per quanto si sforzino di urlare il loro tifo, li sentiamo appena.  La gara inizia e va come tutti sanno: dopo 10′  l’Inter va sul 2-0 con un eurogol di Barella dopo l’iniziale autorete.  L’entusiasmo è alle stelle e crescerà nel secondo tempo con i gol di Thuram e con il bel gioco.

Finita la gara si esce dallo Stadio sfilando a fianco dei banchi dei paninari e dei venditori di gadget e di articoli sportivi e si ritorna al pulmann dove gli organizzatori hanno preparato un tavolino con bibite, birre e panini per il secondo round. Si avvicinano i tifosi di altri club e si crea un clima di condivisione. Quasi nessuno sembra voler partire per rimanere ancora lì a respirare quell’aria di gioia e di partecipazione emotiva.  Finalmente alle 23.30 su sollecitazione dell’autista del pulmann si riparte. A Milano hanno organizzato un percorso dedicato per i pulmann grazie al quale si arriva presto in autostrada.

Alle 2.00 si arriva a Vicenza, stanchi ma felici.  Grazie amici che ci avete coinvolti.

 

 

 

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Federico Formisano