PADOVA, CAN CHE ABBAIA…
ADESSO SOTTO CON I LUPI !
Can che abbaia non morde. L’antico e (quasi) sempre infallibile adagio è calzato a pennello anche nella vicenda calcistica “Vicenza vs Padova e ritorno, nei playoff di serie C 2023/24” che in questi giorni ha monopolizzato l’attenzione generale di tifosi e pure della gente calcisticamente tiepida. Il cane in questione (lo diciamo ovviamente in senso scherzoso e goliardico) è il Padova Calcio. Si annunciava uno scontro epico, tirato alla morte, da inizio alla fine, e invece fortunatamente si è trattato di una dimostrazione di forza e superiorità del Vicenza rispetto a cugini dottori. E non lo dico io (seppure d’accordo con questa versione) ma illustri colleghi da anni al seguito del Padova, padovani doc, evidentemente obiettivi. Guardiamo alla partita d’andata, vinta dal Lane per 2 a 0 con la doppietta di Franco Ferrari: come detto nel servizio precedente si è trattato di un match a senso unico in cui i biancorossi hanno (al 10’) inferto il colpo determinante alla difesa avversaria, per poi matarla (al 4’) in avvio di ripresa. Il Padova ha tentato di reagire, ma la sua è stata una vera e propria dimostrazione di impotenza in fase realizzativa. Mentre Ferrari e compagni hanno sfiorato anche altre marcature, gli avanti padovani hanno evidenziato una chiara incapacità di entrare in area e fare gol. Le due uniche occasioni, infatti, sono state il tiro sbagliato da Varas nel primo tempo (al 29’), e nel secondo (al 40’) il palo di Cretella dalla distanza. Insomma grande movimento, tanta frenesia, ma poca sostanza con un Lane sempre presente e in controllo della gara, sebbene nel corso di qualche spezzone abbia mostrato qualche calo, peraltro fisiologico viste le partite sostenute contro il Taranto, che non sono state due passeggiate, mentre il Padova osservava. E se nella prima gara la superiorità biancorossa è apparsa evidente, nella seconda la situazione alla fin fine non è stata molto diversa: soprattutto nel secondo tempo era diventata manifesta l’impossibilità di mettere sotto i ragazzi di Vecchi.
Tanto correre ma poco costrutto…
La partita di ritorno all’Euganeo era attesa con grande trepidazione da ambo le parti, pur se a Vicenza e dintorni l’aver messo in saccoccia il classico 2 a 0 rappresentasse un viatico importante e per molti decisivo. In realtà il dubbio era quello di vedere quale Padova avremmo incontrato: quello del campionato, quello della prima gara dei playoff, o un Padova rimesso a lucido per fare lo scherzetto al Vicenza? Devo dire onestamente che l’approccio alla gara dei biancorossi nella partita di ritorno non mi ha convinto. Nei primi 30’ ho visto un Lane timoroso, quasi distratto, messo sotto nel gioco da un Padova scatenato sì, ma appunto sempre distante dalla nostra area. E buon per noi che la dea Eupalla ci ha in simpatia perché, dopo il palo di Cretella all’andata, ha indirizzato sul palo alla sinistra di un Confente battuto il colpo di testa di Bortolussi, che avevo visto dentro. Sono episodi questi in grado di cambiare l’inerzia di ogni partita. Con un Lane timoroso e pressato da ogni parte una rete del genere, messa a segno nel primo tempo, sarebbe stata non dico letale ma problematica. Questo il primo episodio, il secondo segue poco dopo. Tronchin si infortuna e chiede il cambio. Attimi di attesa per la decisione di mister Vecchi: la dea Eupalla gli suggerisce di far entrare Pellegrini, bomber all’asciutto da tempo ma che nelle ultime gare si è mosso bene. La decisione mi sorprende perché, vista la situazione nel suo complesso, avrei pensato piuttosto di rafforzare il centrocampo. Non così – per fortuna – mister Stefano Vecchi, che getta Pellegrini nella mischia. E fa centro. Siamo al 39’, e il neoentrato bomber ex-Sassuolo e Reggiana diventa protagonista dell’azione vincente. Si avventa al limite dell’area in contrasto su Belli che cade e rimane a terra: la palla perviene sulla fascia sinistra a Capelli il quale, sorpreso, non riesce a far altro che rimetterla al centro dove el loco (ma saggio) Ferrari invece di impappinarsi la tocca di tacco all’attento Pellegrini (che ha seguito al meglio lo sviluppo dell’azione), il quale la smista all’indietro a Matteo Della Morte. Il “piccolo Sivori” – che fino allora aveva giocato una partita sottotono – si ricorda chi è e batte a rete di prima intenzione.
Il tiro è di quelli che segui con il cuore in gola perché pare indovinato in partenza: così è in effetti e il povero fratel Donnarumma viene uccellato senza pietà. Il Vicenza è sul 3 a 0 complessivo e l’Euganeo si tinge di biancorosso con i 1500 tifosi del Lane che urlano al cielo la propria gioia.
Il gol del “piccolo Sivori” chiude i giochi…
Dicevo di episodi decisivi: il palo di Bortolussi e il gol della Morte. Quest’ultimo in pratica chiude la gara tra Vicenza e Padova, e segna l’eliminazione dei dottori dai playoff. Si dice che la fortuna aiuta gli audaci e devo ammettere che Vecchi è stato audace nel mettere in campo Pellegrini, per via dell’infortunio di Tronchin. Ha insomma azzeccato tutto il nostro mister, tanto più che colpire il Padova in quel momento, è stato come assestargli il colpo di grazia. Il Padova nel secondo tempo cala vistosamente e cresce il Lane ormai sicuro di sé e consapevole della sua forza. Ci sarebbe anche un gol di Della Morte, ma l’azione è viziata da fuorigioco di partenza. Poi ancora un’occasione per Varas e compagni, ma Confente è sempre attento e riesce ad evitare l’autogol di De Col. Confente sempre forte anche nelle uscite alte sui cross padovani. Giunge così il tramonto del Padova che si spegne gradualmente, la fiducia viene a mancare, il pubblico fischia e contesta. Passa dunque il Lane meritatamente, perché superiore al Padova. Senza dimenticare che finalmente viene pure invertita la brutta tradizione di questi ultimi anni che vedeva i biancoscudati mai sconfitti. Qualche voto. Molto bene la difesa che si conferma una vera e propria diga e non becca gol (voto 8 a tutti). Centrocampo con varie incertezze nel primo tempo ma nel complesso più che sufficiente. Davanti darei un voto alto a Della Morte perché il suo gol è perfetto da ogni punto di vista. Bene anche Pellegrini e Ferrari (voto 7,5 ad entrambi). Infine ecco il voto per Stefano Vecchi: 9. Ha fatto tutto bene, soprattutto l’azzardo con Pellegrini che ha risolto la gara.
Adesso a caccia dei lupi irpini !
Archiviato il Padova, eccoci ad affrontare l’Avellino. Una squadra che non ha bisogno di presentazioni per gli sportivi amanti del calcio, vista la sua storia e la sua presenza in tanti campionati di serie A. Da tempo veleggia nelle serie inferiori ma, oltre al blasone, può contare su un pubblico notoriamente appassionato e caloroso. Il Partenio è uno stadio di quelli tosti, con un pubblico che sa essere veramente il dodicesimo in campo. Che dire? Che bisogna stringere i denti e pensare solo a buttarsi nella mischia, sapendo di affrontare una squadra molto forte e quadrata. Basta dire che è arrivata seconda in campionato alle spalle della neopromossa Juve Stabia e che può contare su giocatori di categoria superiore. Giocano nell’Avellino nomi conosciuti, come Armellino, Chonek, Palmiero, Rigione etc. In avanti giostrano Patierno (20 gol), Gori (11), Sgarbi (7) che formano un attacco importante e pericoloso. Insomma non rimane che affidarci a Stefano Vecchi per cercare di conquistare Avellino, guidato dall’ex Pazienza (biancorosso per sole 6 partite nel campionato 2015/’16 in serie B). Forza Vicenza !
Luciano Zanini