Due Monti: non c’è due senza tre
di Francesco Andreotti
Da due anni a questa parte, il campionato Juniores è diventato il personale terreno di caccia del Due Monti. Un Trofeo Berto, un campionato ed una finale provinciale, questo finora il ricco palmares della società nativa di Montegalda.
Lo spazio per i festeggiamenti però è poco e le attenzioni dei freschi campioni si è posata proprio sul torneo nominato ad inizio articolo. Obiettivo: il triplete, tentando di emulare, seppur nel suo piccolo, la Spagna, capace tra il 2008 e il 2012 di sollevare ben due Europei e un Mondiale.
Paragone assurdo ma veritiero, se si dovesse concludere nel migliore dei modi questo ciclo vincente. Per realizzare questo articolo mi sono affidato a due voci che hanno vissuto in maniera diversa la fantastica stagione appena trascorsa. Il primo a parlare è il capitano, il centrocampista classe 2005 Francesco Gregolin, che ci racconta la sua esperienza come calciatore:” Gioco a calcio sin da piccolino, ho infatti iniziato ad appena 6 anni. Dopo due anni al Due Monti, mi sono trasferito al Longare Castegnero, dove ho giocato come difensore centrale fino ai 14 anni. Sono poi tornato a giocare a Montegalda e qua sono stato spostato dal nuovo mister a centrocampo. Ci siamo tolti diverse soddisfazioni, al primo anno abbiamo raggiunto la semifinale élite persa contro l’Alto Academy, la scorsa stagione siamo arrivati terzi in campionato e abbiamo vinto il Trofeo Berto mentre quest’anno abbiamo conquistato il girone e ci siamo guadagnati l’accesso ai regionali battendo il Brendola nella finale provinciale. Sono molto felice anche per aver raggiunto un obiettivo che mi ero prefissato ad inizio anno: la doppia cifra. Ho realizzato 10 goal in campionato, mentre la passata stagione mi sono dovuto fermare a 9. Mi sono tolto questo sassolino della doppia cifra all’ultima giornata, dove, dopo la rete sono dovuto uscire a causa di un piccolo infortunio. Da quest’anno ho anche iniziato ad allenarmi con la Prima Squadra e ho avuto l’opportunità di giocare diversi spezzoni di partita, sebbene ora la posta in palio sia decisamente più alta. Quando scendo in campo con la fascia da capitano al braccio, quando sollevo i trofei mi sento in dovere di rappresentare i miei compagni e di non deludere le aspettative che si hanno su di me. Un onore per me giocare con la 8, che è stato a lungo il numero del presidente.”Sul giocatore di riferimento non ha dubbi:” Escludendo le vicissitudini extra campo, mi ispiro a Tonali, per la grinta che ci mette in campo e per il suo modo di giocare.”
Idee chiare anche per la prossima stagione: “L’ambizione è confermare la categoria e ottenere un ruolo importante in Prima Squadra. Il sogno infatti è continuare a giocare e a segnare con addosso i colori biancorossi. Il gruppo squadra è molto forte, abbiamo superato alcuni malumori iniziali ed una chiave del nostro successo è stata la capacità di creare un rapporto anche extracampo. Il Berto è una sfida, sono già state fatte due ottime partite nella fase a gironi, non fermiamoci però perché vogliamo ancora regalare soddisfazioni e gioie ai nostri tifosi. In conclusione, ringrazio i compagni, il mister e la dirigenza per il lavoro egregio svolto finora e i tifosi, che non ci hanno abbandonato nemmeno quando i risultati non arrivavano.”
Gli fa eco il mister, Diego Benna. Allena da circa 15 anni e dopo varie esperienze a Longare, Abano e al Centro Federale di Grumolo, torna a Due Monti, desideroso di rimettersi in gioco e di avvicinarsi a casa:” Sono stati due anni di ripartenza, visto che la categoria Juniores a Montegalda non esisteva da anni. L’anno scorso siamo arrivati terzi con una squadra giovane e abbiamo vinto prima la Coppa Disciplina e poi il Trofeo Berto. Questa stagione abbiamo invece centrato il bersaglio grosso, nonostante nel girone d’andata tre sconfitte ci avessero allontanato dalla vetta della classifica. La fiducia mia e dei ragazzi però non è mai venuta a mancare, ci credevamo tutti e nel girone di ritorno le abbiamo vinte praticamente tutte, dando avvio alla rimonta. Eravamo ben consapevoli delle nostre capacità ed alla fine ci siamo presi quello che ci meritavamo. Non ho dei modelli da seguire, cerco di prendere più dai maestri che ho avuto nella mia carriera, soprattutto al Centro Federale, dove mi sono messo con umiltà ad ascoltare chi ne sapeva più di me. Anche ad Abano, negli anni della Serie D, ho avuto a che fare con allenatori molto competenti e preparati. Una volta vinta la finale provinciale, ho mandato un messaggio a coloro che sono stati importanti nella mia crescita personale ringraziandoli. Il trucco è non smettere mai di imparare. La vera difficoltà secondo me, c’è nel passaggio tra allievi e juniores, quando i ragazzi hanno altre priorità oltre al calcio, avendo raggiunto una certa indipendenza. E’ difficile quindi gestire il gruppo e gli impegni. Come ho sempre detto ai ragazzi, il nostro vero punto forte è il gruppo. Indipendentemente da chi ha giocato, tutti hanno recitato una parte da protagonista. Motivare tutti non è affatto facile, per questo la soluzione migliore è dare spazio, quando possibile anche a quei ragazzi che di solito vedono poco il campo. Il gruppo è affiatato e nonostante siano tutti ragazzi diversi e provenienti da contesti diversi, sono molto legati tra di loro e uniti. Per fare un esempio, il giorno dopo la semifinale siamo andati a camminare sui colli ed erano presenti quasi tutti. Dedico i successi ottenuti a diverse persone. Ai dirigenti che ci hanno seguito ed accompagnato in questo nostro fantastico viaggio, ai tifosi che ci hanno caricato per tutta la stagione ed anche alla mia fidanzata, che con pazienza ha assecondato questa mia passione. I veri artefici dell’impresa sono stati però i ragazzi, che hanno portato a casa il premio facendoci provare emozioni indescrivibili. Per quanto riguarda la prossima stagione, mi siederò assieme al mio vice Andrea Cavedon a parlare con la dirigenza, molto umana e familiare. Il mio sogno è di allenare in futuro una prima squadra, pensiamo però a finire bene la stagione.”
Comunque vada a finire la stagione, una cosa è certa: a lungo a Montegalda si ricorderanno i successi ottenuti da questa banda di ragazzi terribili.