RONALDO, EL MATADOR…
FIESTA A MANTOVA… ANCHE PER NOI
Il punto sulla Serie C di Luciano Zanini
E’ lui l’uomo della domenica calcistica 14 aprile 2024. Pompeu Ronaldo Da Silva che, proprio nello scontro diretto ai vertici del girone A della serie C, ha pensato bene di lasciare il segno da vero numero 10 del calcio. Il numero per eccellenza dei fuoriclasse, quello che racchiude in sè diversi profili del calciatore: classe, visione di gioco, palleggio, genialità, tocco di palla felpato e via dicendo.
Certo noi parliamo di serie C, ossia terza serie, eppure anche qui si trovano i fuoriclasse che potevano giocare stabilmente nelle serie superiori (Ronaldo, come noto, ha giocato anche in serie A) ma poi per varie ragioni, caratteriali o per via di infortuni, hanno dovuto scendere un po’ più giù facendo comunque gioire tifosi e amanti del calcio. E’ un po’ la storia del nostro Ronaldo che, neanche a farlo apposta, ha iniziato la sua carriera professionistica in serie B con la maglia del Mantova (!) nella partita del 27 marzo 2010 contro il Vicenza, vinta per 1 a 0 dai virgiliani. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e pure lui (nato in Brasile l’8 aprile ‘90, di origini italiane) ne ha fatta di strada, vestendo le maglie di Padova, Empoli, Grosseto, Catanzaro, Lazio, Salernitana, Pro Vercelli, Novara, ancora Padova e infine Lanerossi Vicenza. Di sicuro è un giocatore di classe superiore, con qualche limite caratteriale che ne ha limitato la carriera, e che a Vicenza ha trovato solo con l’arrivo di Stefano Vecchi la sua giusta riabilitazione. Già, proprio di riabilitazione bisogna parlare, perché non dimentichiamo che Pompeu per lungo tempo – a parte qualche partita giocata da par suo – è stato apertamente contestato e considerato un acquisto sbagliato del Lane. Certe cose bisogna dirle e ricordarle per una semplice esigenza di verità dei fatti. Dunque, acqua passata quella del Ronaldo bolso e talvolta indifendibile anche da chi lo ha sempre apprezzato e atteso alla redenzione. Ricordo di aver scritto tante volte a difesa di Pompeu, confidando sempre nell’antico adagio che recita “la classe non è acqua”. Così è stato anche per lui, e ora la tifoseria lo guarda con occhio diverso, ne ha fatto una specie di condottiero in campo e nello spogliatoio. Per un fuoriclasse l’affetto e la stima dei suoi tifosi sono pane vitale per poter dare il meglio di sé ed esaltarsi. Come ha fatto a Mantova nel pomeriggio più caliente della stagione, e non solo per via della temperatura intorno a circa 30 gradi.
L’uno-due che non ti aspetti al Martelli tirato a festa
La 36.ma giornata del campionato cade proprio a fagiolo sia per il Mantova che per il Lane. La squadra di Davide Possanzini (che ha mostrato tutto il suo spessore tecnico riuscendo a vincere a mani basse un campionato non certo facile) scende in campo sia per dimostrare che è la più forte, sia per festeggiare ufficialmente la promozione conquistata in anticipo. Pure la nostra sa che questa gara è doppiamente importante. Deve vincerla o quantomeno portare a casa un punto per non farsi fregare dalla Triestina, data troppo presto per morta e sepolta, che veleggia in classifica a quota 63 dopo aver battuto in trasferta il Giana Erminio. Non solo: si tratta dell’occasione perfetta per fare vedere ai nostri tifosi – accorsi numerosi ed effervescenti come sempre – di che pasta è fatto adesso il Lane sotto la guida tecnica di mister Vecchi. Il tutto ovviamente in vista dei playoff, che a questo punto è diventato il pensiero fisso dei fans biancorossi vicentini. Le motivazioni ci sono, eccome, per entrambe e non sarà certo l’alta temperatura fuori stagione a mitigarle in basso.
Pronti via! Parte il Mantova, ma mi è parso che i primi tocchi dei virgiliani non fossero per così dire particolarmente indicativi di voglia di combattere a fondo. Neanche il tempo di riflettere su questo approccio del Mantova che, sulla prima azione in avanti del Lane. c’è un intervento falloso ai danni di Ronaldo poco fuori dall’area di rigore. Posizione perfetta per lui che si incarica, come da prassi, a cercare il gollazzo brasileiro. Barriera sistemata, tutto pronto. Ecco così Ronnie che, dopo aver studiato la situazione fa due passi alla sua maniera e tocca la sfera in maniera perfetta. Tiro liftato a giro, forte il giusto, a parabola discendente che si insacca sulla destra del portiere Festa che non può arrivarci. La festa è però solo di Ronaldo, compagni, panchina e tifosi lanieri sugli spalti del Martelli. Siamo al 2’ e il Vicenza è in vantaggio. Roba forte e rinfrescante. Neanche il tempo di riprendersi dai dolci pensieri che succede l’incredibile (oddio nel calcio ne succedono di tutti i colori). Festa, il portiere, evidentemente condizionato dalle teorie del calcio con partenza dal basso by Possanzini, rimette in gioco alla carlona facendo pervenire la sfera dalle parti di Ronaldo che qui ridimostra di essere il fuoriclasse di cui sopra. Lungi dallo stoppare la sfera per impostare l’azione, ben sapendo di trovarsi ad una distanza non siderale dalla porta, Pompeu la calcia al volo verso la porta. Un tiro forse a casaccio, forse voluto, stà di fatto che il pallone caracolla verso la rete accompagnato dagli sguardi smarriti e impotenti di Festa e compagnia. Robe da non credere: 2 a 0, al 3’, contro la fortezza mantovana. Pompeu Ronaldo da Silva santo subito !!
Mica è finita: potevano starci altri due gol
Il Mantova oltre al caldo soffre la doppia sberla ronalda e pare veramente sulle ginocchia. Tanto è vero che i biancorossi proseguono a giocare alla grande creando occasioni da gol. Quella che capita sulla testa di Ferrari al 17’ è da classico “mangiarsi le mani”, con il loco che riesce a buttarla fuori avendo lo specchio della porta libero. C’è poi un bel tiro di Freddy Greco ( ottima partita la sua, fa ben sperare per i playoff) che Festa questa volta riesce a sventare, mentre più tardi una strattonata in aera da parte di Redolfi su Franco Ferrari non viene punita con tanto di rigore come dovevasi. Insomma un Vicenza super che poteva chiudere con un bel 3 a 0. E il Mantova? Nel primo tempo non pervenuto, ma va detto che quando hai vinto un campionato del genere non è che le motivazioni siano a mille. Per cui anche da parte nostra prendiamo questo primo tempo come una gran bella prova di forza, ma stiamo sempre con i piedi per terra. Tanto più che nella ripresa le cose cominciano a cambiare e basta un gran gol del Ronaldo di casa, ossia l’esperto Burrai (ex Pordenone, etc.) per rimettere il Mantova in carreggiata.
Lo stesso Burrai per poco però non combina la frittata per i suoi, quando con un passaggio indietro riesce a centrare il palo di Festa, salvato dal legno amico. Ora però è il Mantova, che ritrova orgoglio e gioco, a menare le danze e il Lane comincia a soffrire. Due le occasioni da brivido dei virgiliani. La prima la crea il bomber locale Galuppini che devia un cross dei suoi, ma Massolo è pronto a metterci una pezza. La seconda è ancor più vistosa, con il neo-entrato Monachello lanciato a rete, stoppato solo all’ultimo istante da un intervento straordinario di Golemic che, possiamo dirlo, salva il risultato. Vittoria di prestigio, dunque, che regala gioia e autostima. Senza mai dimenticare che è anche frutto – oltre che della classe superiore di Ronaldo – di una certa situazione psicologica della capolista, sorpresa dalla verve dei biancorossi e questo va a tutto merito di Stefano Vecchi. Sbollito l’entusiasmo cerchiamo di battere il Trento per conquistare questo benedetto terzo posto e poi ci penseremo.
Luciano Zanini
Luciano Zanini è autore del libro Cuori Biancorossi