Il Punto sulla C di Luciano Zanini
VICENZA TOPPA COL FIORENZUOLA…
MA RIMANIAMO OTTIMISTI !!
Cominciamo subito col dire che il calcio rimane sempre una realtà complessa e straordinaria. Sia ai massimi livelli, sia nelle serie inferiori. Prendi l’Inter osannata – direi giustamente – fino all’altro ieri da turbe di benpensanti calcistici, e ora finita nella polvere dopo l’esclusione inopinata dalla Champions League. Pochi hanno pensato che Inzaghi avrebbe perso la scommessa contro il suo più esperto omologo Simeone, vero guerriero in campo e in panchina, stoppando così una corsa che doveva arrivare in cima. Stesso discorso sebbene rovesciato possiamo farlo per il nostro Vicenza che ha compiuto un vero e proprio testacoda con il passato, conquistando sul campo qualcosa come 24 punti nelle ultime dieci partite. A partire dalla 23.ma giornata infatti i biancorossi non si sono più fermati ottenendo otto vittorie e tre pareggi. Dei tre pareggi solo l’ultimo di martedì sera ( 1 a 1 con il Fiorenzuola) a mio parere è giusto mentre gli altri due (lo 0 a 0 contro la Virtus Verona e l’1 a 1 contro il Padova) sono vittorie mancate. Quale tifoso, anche il più innamorato del Lane, poteva prevedere una simile benefica metamorfosi rispetto al girone d’andata? Certo si poteva e doveva sperare in un miglioramento, visto l’abisso in cui eravamo precipitati, ma era difficile immaginare un’escalation di questo tipo. Che fare dunque adesso? Anche per un ovvio omaggio alla scaramanzia che nel calcio regna sovrana, direi che è necessario mantenere la calma senza fare voli pindarici, che potrebbero come boomerang tornarci sulla testa. Abbiamo visto il passo falso contro il Fiorenzuola e questo suona come un campanello d’allarme. Parliamo di una squadra di bassa classifica che pure ci ha preso 4 punti in virtù della nostra pesante sconfitta all’andata, aspetto questo che doveva servire da monito per rimanere sul pezzo sino all’ultimo secondo. Invece è successo il patatrac alla padovana oltre a troppe manifestazioni di nervosismo. Proprio così, nelle ultime gare sono affiorate troppe scene di nervosismo in campo, vedi in particolare Ronaldo e Ferrari, i quali sembra vadano a cercarsi i guai con gli arbitri. Ormai, giunti a sei giornate dal termine, sono dell’avviso che la situazione sia effettivamente ancora buona e che ci sono spiragli di sano ottimismo in vista dei playoff. Sano ottimismo che va sostenuto però da una cosa e la ribadisco: essere convinti della propria forza, certo, ma anche considerare ogni partita come una finale da combattere sino all’ultimo respiro. Non come avvenuto al Menti contro i piacentini e a Padova, “bruciati” a pochi istanti dalla fine.
A Busto Arsizio una prova di carattere
Vediamo ora le ultime due partite che hanno mostrato due Lane diversi, partendo dalla gara di sabato scorso contro la Pro Patria. Temevo questa partita per due ragioni. La prima, perché in questi ultimi anni, dopo una serie di risultati favorevoli, il Lane spesso e volentieri cadeva come una pera proprio sui campi delle squadre di media-bassa classifica. La seconda, perché la Pro Patria viaggia da qualche tempo nel gruppo delle squadre da playoff, e aveva di recente battuto la Triestina in trasferta e pure la Pro Vercelli, non certo due formazioni minori. Senza contare che la Pro è una squadra storica e di blasone, un aspetto che ha sempre il suo peso. Timori insomma giustificati che sono accresciuti quando al 28’ della gara, il nostro Pompeu Ronaldo Da Silva ha avuto un altro dei suoi lampi di….. Evitiamo la parola perché non elegante, ma da uno come lui che del calcio conosce un po’ tutto, è lecito aspettarsi anche un comportamento controllato all’altezza del suo livello tecnico. E’ pure comprensibile che, essendo quasi sempre tartassato dagli avversari che spesso e volentieri lo massacrano, il nostro numero 10 possa reagire. Non però che perda il controllo di sé, e si faccia espellere per proteste contro l’arbitro. Così invece ha fatto beccandosi l’espulsione e lasciando la truppa biancorossa in dieci. Sino a qual momento la gara era scivolata senza sussulti, con tentativi più che altro velleitari dei biancorossi e con i bustocchi attenti a chiudere gli spazi. Si conta una sola vera occasione capitata tra i piedi di Pellegrini, entrato dall’inizio in tandem con Ferrari, ma il suo tiro va alle stelle. L’espulsione di Ronaldo mette ovviamente in difficoltà il Lane e gli avversari crescono quanto a possesso di palla, anche se non riescono a graffiare più di tanto. La ripresa vede ancora la Pro all’attacco nel tentativo di sfondare, ma il fortino biancorosso resiste bene e sembra possa reggere l’urto. Anzi, al 60’, il Lane punta la porta di Rovida con Ferrari che colpisce di testa su cross da corner di Pippo Costa, ma senza esito. E’ solo la prova del gol biancorosso che arriva una decina di minuti dopo. Ancora Costa – migliore in campo, vero stantuffo e ispiratore instancabile, voto 8 – torna a crossare un vellutato pallone in area, dove il loco fa il loco e brucia sul tempo Rovida e compagnia. Comprensibile esultanza della squadra e dei tifosi vicentini. La partita si fa ancor più nervosa, i lombardi non ci stanno a perdere. Nella bagarre viene espulso prima Vecchi, quindi il suo vice Danesi , ma la diga biancorossa tiene sino alla fine e finisce in gloria. Con una importante novità: A Busto Arsizio il Lane non si è sfarinato di fronte a difficoltà impreviste, ha tenuto botta sino in fondo. E’ l’atteggiamento da mantenere da qui ai playoff, evitando però passi falsi come contro il Fiorenzuola che potrebbero costarci caro.
Eppure Vecchi conosce bene il Fiorenzuola …
Con il Fiorenzuola doveva essere la classica partita di recupero fatta apposta per conquistare altri tre punti importanti, e invece si è rivelata una vera delusione. Possiamo accampare tutte le scuse che vogliamo: Rolfini out, Ronaldo out, Cavion incerto, Proia pure, Rossi neanche a parlarne. Tutto giusto e sacrosanto, però parliamo di due squadre divise tra loro da quasi trenta punti in classifica. Noi tesi verso il terzo posto finale, loro in piena zona retrocessione. Noi, sebbene falcidiati da infortuni e squalifiche, in campo con gente straesperta in categorie superiori come Golemic, Laezza, Cuomo, De Col, Costa e via cantando. Loro con il superanziano bomber Ceravolo (7 gol) in panchina e tanti giocatori di non eccezionale levatura. Doveva essere vittoria ma così non è stato. Come mai? Difficile stilare l’elenco delle cause, anche perché il calcio non è matematica e ancor meno un insieme di nomi e cognomi. Spesso è gioco d’insieme, voglia di fare lo sgambetto ad una grande, spinta a mettersi in mostra davanti a settemila persone in uno stadio storico. Forse i biancorossi si aspettavano una squadra diversa, intenzionata a fare le barricate. Eppure Vecchi conosce, lui che ha giocato con il Fiorenzuola per quattro anni anche da capitano, il gioco di questa squadra. Che si muove, sempre e comunque, partendo dal basso e giocando la palla. Doveva essere un segreto di pulcinella per i nostri e invece… Sin dall’avvio si nota che i piacentini giocano proprio così, mettendo in difficoltà il Lane che non riesce ad ingranare come dovrebbe. E pare spaesato, manca di organizzazione di gioco, rischia pure di prendere gol su un tiro degli avanti avversari. C’è solo qualche tentativo importante di Della Morte che predica nel deserto ma è una gara che pare insabbiarsi. Ferrari trova pure il modo di farsi ammonire (e quindi sarà squalificato la prossima partita), il primo tempo finisce sul triste 0 a 0. Ci vuole qualche alzata d’ingegno nella ripresa e allora lo “spettatore” Vecchi si gioca la carta Cavion (scelta azzeccata perché il suo ingresso pare tonificare l’ambiente biancorosso in campo), e arriva la svolta. Solita azione imperiosa di Della Morte che fa tutto bene, riuscendo a scoccare un gran bel tiro che va sbattere, sul palo prima e sul portiere poi, per rientrare in campo dove, alla maniera di un condor un po’ appesantito ma efficace, el loco ci mette el cabezon e beffa Sorzi e topolini piacentini vari. Decima rete di Franco Ferrari e grande esultanza di tutti i suoi compagni che pensano, come noi del resto, che il bomber ci abbia tolto le castagne dal fuoco.
Ricordiamoci che la Triestina è ferita, non morta
Il vantaggio conseguito dovrebbe mettere le ali al Lane visto e considerato che l’auspicata vittoria contro il Fiorenzuola porterebbe a respirare l’aria rarefatta dei 59 punti, ossia sette sotto i dottori euganei. Dovrebbe essere lo stimolo perfetto per mettersi a correre, fare il bis e chiudere la gara. Invece c’è solo qualche tentativo, uno di Ferrari, uno di Pellegrini subentrato al giovane Delle Monache (tutta da rivedere la sua prestazione) e sul finale la prodezza in rovesciata di Proja, contro un’occasione degli avversari che si mangiano il gol al 25’ su un’uscita lalla di Confente.
Ciò nonostante, ossia la mancata seconda rete dei nostri e una certa inquietudine per via del solo 1 a 0, tutti si spera di portare a casa il prezioso risultato. Col cavolo ! Al 92’ arriva la beffa dell’amico, nel senso di D’Amico, il quale viene letteralmente trasportato nel posto giusto al momento giusto dalla dea Eupalla in persona. Ci troviamo con i piacentini in fase d’attacco, e tale Brogni di professione difensore con licenza di mandare alle ortiche le nostre speranze di vittoria, effettua un lancio lunghissimo in area. Un lancio di quelli mortiferi, non troppo forte, non troppo tagliato, non troppo preciso… Ma che arriva in area, zona secondo palo, dove si trovano tre personaggi: Sandon, Costa e l’amico D’Amico. Eupalla abbaglia i due biancorossi e libera l’amico che pugnala il Lane. Ci sarebbe da piangere ma viene da sorridere perché, ad esempio, il povero Costa appariva da mò letteralmente sfinito. Perché non cambiare lui magari un quarto d’ora prima? Una domanda come tante, ma con i se e i ma non si impastano fritòe. E’ andata così, speriamo serva da lezione. Anche perché come detto mancano solo sei partite alla fine e la Triestina si situa a soli 4 punti da noi, ma ha da recuperare due partite. Non vorremo mica perdere il terzo posto? Forza mister e biancorossi, bisogna tornare a vincere ogni gara. A partire da sabato contro la matricola terribile Legnago Salus.
Luciano Zanini