IL PUNTO SULLA C di Luciano Zanini
Spiace che l’Arzignano abbia buscato di brutto all’Euganeo ( 0 a 4) contro il Padova sabato scorso. Quattro reti sulle spalle sono una batosta pesante per i nostri cugini vicentini. Che, a parte qualche periodo di difficoltà incontrato – capìta in genere un po’ a tutte le squadre, piccole e grandi – si sono comportati abbastanza bene in questo torneo, talora disputando ottime gare, e ottenendo vittorie a sorpresa. Speravo insomma che pure questa volta la squadra del presidente Chilese facesse una bella gara, magari riuscendo non dico a vincere contro i dottori, ma almeno a impattare portando a casa un punticino d’oro (necessario come il pane per dare ossigeno alla classifica, dove purtroppo ora galleggiano in zona playout). Risultato che sarebbe equivalso a togliere due punti ai biancoscudati, adesso sempre al secondo posto in classifica a quota 61, a sei lunghezze dalla capolista Mantova costretta al pari da un coriaceo Novara. La mia speranza si basava però su una parola di quattro lettere che fa vedere spesso anche quello che non c’è. Parlo del tifo per i colori biancorossi, tifo che in queste ultime giornate è stato irrorato dalle buone prestazioni dei nostri, impegnati a passi lunghi e ben distesi per raggiungere l’obiettivo ora primario del terzo posto assoluto in classifica. Ma, come dice il proverbio: “l’appetito vien mangiando”, quando arrivi a recuperare così tanti punti alla Triestina, poi ci fai anche un pensierino guardando più in alto. Sì, guardiamo al Padova ! Secondo me, dopo la bella e chiara vittoria di domenica pomeriggio al Menti contro i giuliani, ormai inguaiati dalla serie impressionante di cinque sconfitte consecutive, sarebbe da provare la rincorsa anche sul Padova. E non tanto e non solo per un malinteso spirito campanilistico biancorosso che alberga nell’anima vicentina, ma per un motivo più concreto, oggettivo. Se ti dai un obiettivo importante quando sei una squadra importante – come lo è il Lane a trazione Vecchi di questi tempi – beh allora sei spinto psicologicamente a dare di più, a cercare di arrivare anche lì. Poi naturalmente puoi non riuscirci, essendo un traguardo obiettivamente difficile. Però, appunto, perché non farci un pensierino. Magari partendo dal derby Padova-Vicenza del prossimo 6 marzo all’Euganeo? Dodici punti sono tantissimi da recuperare, eppure ne abbiamo presi quindici alla Triestina.
La manita del Lane ha un nome e cognome
Certo ora è più saggio godersi la manita del Lane, le sue cinque vittorie consecutive, un cammino che solo qualche cartomante diplomato avrebbe potuto indovinare dopo l’arrivo in panchina del mister bergamasco. Parliamo di Stefano Vecchi che ha rivoltato il Vicenza come un calzino e ha impresso sulla squadra il suo marchio di fabbrica. Basato su un antico principio sempre valido: primo non prenderle e poi vediamo come segnare il gol. E in effetti Confente e compagni di reti ne hanno prese veramente poche, riuscendo però a segnare con buona intensità tanto da superare la Triestina e acciuffare il terzo posto. Detto in cifre il Vicenza nelle ultime cinque gare vittoriose ha preso un solo gol segnandone dieci. Trattasi di percorso decisamente ricco di frutti che però deve essere mantenuto fruttuoso perché, a parte il fatto che la derelitta Triestina può ancora rinascere (sebbene appaia difficile), non è che la quarta incomoda, ossia l’Atalanta-U23 di Francesco Modesto, abbia abdicato dal tentativo di conquistare il terzo posto. Tornando a Vecchi, va detto ovviamente che la sua formula di cui sopra, non è che escluda il bel gioco. Pochi gol presi, molti fatti ma si è visto anche bel gioco. Con il felice recupero del mio giocatore tecnicamente preferito, alias Pompeu Da Silva Ronaldo, che pare ringiovanito e rinsavito, calcisticamente parlando, grazie alla cura del mister. Che ha saputo affiancarlo a due mastini di centrocampo, le “due T”, Talarico&Tronchin, ossia grinta, polmoni e capacità di fare gioco, al servizio del brasiliano e della squadra. Senza dimenticare la collocazione azzeccata del “piccolo Sivori” Matteo Della Morte, che contro la Triestina ha fatto il bello e cattivo tempo regalando un gran gol e alcuni scampoli di spettacolo, raro a vedersi sui campi della serie C.
La metamorfosi del Lane: da svagato a concentrato
Ancora poche parole sull’evoluzione del Lane by Vecchi. La metamorfosi vissuta dai biancorossi, come detto, dipende soprattutto dalle decisioni tecniche e tattiche prese in totale autonomia da Stefano Vecchi. Che ha evidentemente saputo lavorare egregiamente sulla testa dei giocatori, con le argomentazioni giuste per scuotere i nomi importanti e caricare i giovani, vedi Sandon, Talarico e Tronchin, tanto per non fare nomi. Anche questa scelta di far giocare giovani e anziani insieme si sta rivelando vincente. E mi fermo qui, per parlare un pò della partita della svolta. La gara contro la Triestina – che sino a cinque giornate fa veleggiava a 46 punti come oggi, mentre noi eravamo a 34 – era in effetti particolarmente attesa a Vicenza. Vuoi per il blasone delle due antagoniste, vuoi per il fatto che si tratta del derby triveneto per eccellenza (e molti lettori non proprio giovanissimi lo ricordano benissimo), vuoi infine e soprattutto perché battere i giuliani voleva dire staccare il biglietto del terzo posto. Ossia l’obiettivo primario della gestione Vecchi che – ne sono convinto – farà di tutto per portarselo a casa a fine campionato in modo da affrontare meglio i playoff. Eccoci alla vittoria per 2 a 0 dei nostri, risultato classico conquistato sul campo e successo meritato. Ho visto il solito, ormai tradizionale, avvio a spron battuto del Lane con un paio di serpentine del “piccolo Sivori” Della Morte, quasi a voler avvisare i naviganti che si sentiva in piena forma. Detto, fatto: al 13’ Tronchin a centrocampo conquista palla su Correia e la consegna al nostro. Che trova il tempo di aggiustarsela sul sinistro, fare due passi e scagliare un missile terra-terra che si insacca alla sinistra di Matosevic, il quale ben poco poteva fare dopo l’errore del suo compagno. Un gol che ci voleva, ma che non stimola i biancorossi ad avventurarsi in avanti, anzi. Si vede che non spingono più di tanto – pare la solita solfa del passato, quella dei primi 20’ ok e poi manca le benzina – ma stavolta c’è qualcosa di diverso, ossia la consapevolezza di poter controllare effettivamente il gioco dopo il gol fatto. Così la Triestina si impegna, sale e si prende il campo con qualche cross di troppo, ma senza veri pericoli per noi. In campo Ronaldo giganteggia e la squadra si muove con sicurezza. Così si va alla ripresa in vantaggio e in controllo della gara.
Ripresa, avvio spumeggiante e risultato in cassaforte
In avvio del secondo tempo mi sono chiesto che Vicenza sarebbe stato. Ancora in controllo della gara oppure (auspicabilmente) votato a cercare la seconda rete? La risposta è arrivata prestissimo, con un Lane pimpante che ha messo in chiaro ogni dubbio. Prima, con un’azione tra due che parlano la stessa lingua calcistica: palla da Ronaldo e Della Morte, che effettua un gran tiro preda però dell’attento Matosevic. Il gol è nell’aria e arriva giusto giusto al 56’ , quando il solito Della Morte si lancia sulla fascia sinistra e, giunto in prossimità dell’area crossa basso verso il centro, dove arriva in tempo perfetto il giovane Talarico che inquadra la porta e fa secco l’estremo alabardato. Apoteosi biancorossa, il Menti alle stelle con i suoi oltre novemila tifosi sugli spalti, e il sigillo su questo derby, importante per entrambe le formazioni seppure per motivi diversi. Lo vince meritatamente il Lane che, a 2 a 0 acquisito, prosegue nel controllo della gara, rischiando solo una volta quando Lescano ci prova a sorprendere Confente, al 78’, ma il nostro portierone non abbocca. Termina qui la partita della svolta, con un risultato decisamente buono e incoraggiante per noi.
Voti alti per tutti, chi più chi meno…
Per chiudere ecco la pagellina personale ad alcuni biancorossi. Partiamo da mister Vecchi che – oggi come oggi – avendo raggiunto l’obiettivo del terzo posto, da lui stesso indicato come primario, si merita un ben 9 in pagella. Poi starà a lui confermarlo da qui in poi e sino a fine campionato. Tra gli scudi, e intendo in zona voto 8, pongo tre nomi. Il primo è quello di Della Morte, in stato di grazia (che la dea Eupalla lo conservi per i prossimi mesi!) evidente. Il “piccolo Sivori” ha dato spettacolo e ha anche portato frutti copiosi: un gol magnifico, un assist perfetto per il gol di Talarico e altri numeri tra cui un altro tiro buono per il gol. Voto 8 e ½.
A Ronaldo assegno invece un 8 meno meno, per via di una piccola delusione procuratami nel contesto di una grande gara disputata: un tiro di punizione da posizione perfetta, con barriera da saltare e fare un gol alla Ronaldo. E’ invece uscito un tiro loffio rasoterra preda facile di Matosevic. Peccato.
Stesso voto anche per Raul Talarico (8 meno meno) perché si è mangiato un’occasione d’oro con la porta a sua disposizione. Capita anche ai grandi, certo! Però avrebbe fatto doppietta e preso pure lui un bel 9 di incoraggiamento. MI fermo qui dicendo che tutti i biancorossi hanno giocato bene e quindi i voti in media sono sul sette.
Alla prossima contro il Fiorenzuola: attenti a non farsi sorprendere, visto che si tratta della squadra in cui mister Vecchi ha militato per diversi anni. E la dea Eupalla è birichina…
Luciano Zanini