Ho scritto la volta scorsa: “occhio alle risaie vercellesi”, e “non dobbiamo giocare con l’autostima del 3 a 0 ricavata contro l’Atalanta U23”. Adesso, per come è andata la gara allo stadio Silvio Piola di Vercelli, dove siamo stati sconfitti per 1 a 0, possiamo dire che il tecnico cacciatore Aimo Diana ha fatto un poker non di poco conto: prima sconfitta; niente testa della classifica ancorchè in società con i cugini padovani; irrisolte le problematiche di centrocampo; mancata vendetta sportiva contro i risaioli vercellesi che (capisco che è passata un’era dal 1911, ma brucia sempre perdere lo scudetto italiano) ancora una volta ci hanno regalato un sonora schiaffone. Ovviamente non è caduto il mondo, il calcio è fatto così, basta una minchiata di Ronaldo a una manciata di secondi dal via della gara, da vero pollo carioca, et voilà l’indigesto risotto alla vercellese è servito. Tuttavia, prima di analizzare brevemente insieme le luci (poche) e le ombre (ancora troppe) di questa trasferta, a mio avviso significativa, vorrei tornare a sabato pomeriggio/sera, quando si sono disputate tutte le altre partite (precedute da Legnago – Arzignano, il venerdì scorso). La mia attenzione si è rivolta alle due gare da tenere d’occhio. Renate-Triestina e Padova-Pro Patria. Davo per scontato un successo del Mantova contro la malcapitata Alessandria, fanalino di coda zavorrato da grandi problemi societari, che parrebbero però in via di soluzione con il probabile acquisto della maggioranza del pacchetto azionario da parte di un motivato gruppo di imprenditori piemontesi.
Pure stavolta non sono mancate le sorprese
Due partite importanti, dunque, da seguire per i riflessi possibili su di noi. E a fine serata non sono mancate le sorprese nell’alta classifica del campionato. Che sarà di serie C, per carità, che sarà espressione di un calcio non proprio per palati fini, che sarà pure caratterizzato da trasferte presso stadi abitati da poche centinaia di spettatori (a parte l’invasione dei tifosi biancorossi, che con la loro presenza spesso fanno raggiungere il record di pubblico), ma che non fa certo annoiare quanto a sorprese o capovolgimenti di fronte. A parte le tre/quattro squadre favorite sulla carta non è che le altre stiano lì a guardare o prendere appunti. Ognuna lotta con il coltello tra i denti sia in casa che fuori: direi, anzi, che quando scendono sul prato erboso del Menti, del Rocco, dell’Euganeo, del Martelli ogni formazione di medio/bassa classifica si compatta e gioca la partita della vita, come abbiamo sperimentato pure noi, direttamente, in questa prima parte del campionato a Vicenza. Pure in casa propria non scherzano! In sostanza speravo proprio che il Renate, prossimo futuro avversario, facesse qualche scherzetto agli alabardati di mister Attilio Tesser e la stesso avvenisse per mano della Pro Patria contro i dottori padovani.
Per Padova e Triestina due mezzi passi falsi
Dottori che però devono leccarsi le ferite, pure loro, visto che dopo aver assaporato la vittoria, grazie al gol di vantaggio messo a segno dal redivivo Bortolussi al 16′, hanno subìto invece il pareggio ad una manciata di minuti dal fine-partita, su rigore realizzato dal bustocco Castelli. Indubbiamente parliamo di una certa delusione per il Padova. Un pò lo stesso discorso vale per la Triestina che, contro l’agguerrito Renate, forse pensava ad una passeggiata, dopo le quattro reti rifilate nientemeno che al Mantova dal suo bomber principe Facundo Lescano, autore di una tripletta e attuale lanciatissimo capocannoniere del girone con ben 7 reti. Niente di tutto questo è successo in terra lombarda, dove i renatini hanno pensato bene di rendere dura la vita ai più blasonati avversari, e solo per poco non ci sono riusciti. A tre minuti dal termine, Tesser e compagni hanno trovato il bandolo della matassa con Renan, che ha inchiodato il risultato finale sull’1 a 1, salvando capra e cavoli. In fin dei conti pur sempre di un pareggio esterno si tratta, per cui parlerei di mezza sorpresa. Tornando però al Lane, e alla luce proprio di questi due risultati a noi favorevoli (soprattutto quello di Padova-Pro Patria), speravo che i due mezzi passi falsi compiuti dai nostri concorrenti alla promozione diretta avrebbero costituito una buona “benzina” per i nostri ragazzi impegnati a Vercelli. E invece….
Vogliamo dirla tutta? Il Lane ancora non c’è
Dicevo che dopo il 3 a 0 contro i babyes dell’Atalanta U23, è seguita una comprensibile euforia che personalmente non mi ha coinvolto, perchè anche in quella partita per troppo tempo il Lane non è riuscito a praticare un gioco efficace, capace di imporsi sugli avversari. Rischiando anzi, in un paio di occasioni, di venire beffato. La partita contro la Pro Vercelli diventava così molto importante, perchè avrebbe potuto sperabilmente sciogliere i miei vari dubia, cogliendo al contempo la grossa opportunità di salire in vetta al campionato. E’ andata male, anzi malissimo per come è maturata la sconfitta tra le risaie vercellesi. Poco dopo il fischio d’avvio, Ronaldo Pompeu Da Silva a centrocampo si inventa un assist favoloso per la Pro, regalando il pallone al peperino Maggio, il quale pare non aspetti altro: tocca a Nepi che ha capito tutto e si lancia come un razzo verso la porta di Confente. Giunto a distanza di tiro, sull’uscita del nostro portiere riesce a dare un magnifico colpo sotto alla palla che finisce in rete a mò di palombella, lasciando di stucco i biancorssi in campo, in panchina, e sugli spalti. Una botta dal sapore amaro che ritengo abbia colpito forte la nostra squadra e caricato al massimo i vercellesi.
Una botta improvvisa e decisiva
Uno dice: “va beh! non ci voleva, ma mancano ancora tutti i 90 minuti per recuperare. Anzi, questa cappella pompeuana potrebbe essere uno stimolo per mangiare l’erba in campo e recuperare al più presto”. Invece? Niente di tutto questo. Il Lane pare scosso, si commettono troppi errori individuali, il centrocampo non gira, non riesce a trovare un gioco efficace per impensierire gli avversari. Che, ringalluzziti dal gol, corrono come matti sul prato verde sintetico e soprattutto non disdegnano una grinta feroce al limite della cattiveria ( 4 ammoniti uno dietro l’altro). Appena possono partono come furie in contropiede. Anche questa volta i nostri non riescono a farsi valere, e rimangono imbragati dalla verve di Nepi e compagni, che per due volte arrivano ad un passo dalla rete. C’è un’occasione per Ferrari, rimasto sempre troppo isolato, il quale però spreca malamente. Nella ripresa pare che il Vicenza voglia prendere in mano la gara, i biancorossi fanno il gioco ma sempre improduttivo. Arrivano allora i primi cambi al 13′: Jimenez per Ronaldo, Rolfini per Ferrari. Poi al 25′, quelli successivi – con Cavion, Greco e Pellegrini per Rossi, Proia e De Col – che pare diano consistenza alla voglia di combattere e segnare almeno un gol. La squadra in effetti ci mette l’anima quanto a grinta e coraggio, ma perde in lucidità sprecando alcune occasioni importanti per un soffio. Dai e dai, l’area della Pro è assalita da tutte le parti ma non cede di un millimetro. Allo scadere Ierardi ci prova con un gran tiro ma Sassi dice no. Sul successico corner colpo di testa di Pellegrini per Laezza che però si mangia l’occasionissima del pareggio. Finisce qui. Finisce male. Non serve piangersi addosso, ma trovare la spinta per riprendersi al più presto. Contro il Renate !
Luciano Zanini