IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
SI COMINCIA A… INGRANARE ?
LO VEDREMO A VERCELLI
Dopo un avvio promettente quanto a grinta e movimentismo, il Lane finisce per mostrare le pecche già emerse nelle precedenti partite casalinghe: siamo al quarto d’ora del primo tempo – sabato sera al Menti con il match sempre fascinoso contro l’Atalanta, ancorchè ridotta ai boys under 23 – e, dopo un paio di occasioni di Della Morte e Fausto Rossi (gran bel tiro di quest’ultimo all’incrocio con deviazione in angolo del portiere Vismara), la gara prende una piega poco piacevole per noi. I biancorossi corrono, si muovono, ma arrivano spesso secondi sulla palla, e lasciano giocare i giovani avversari che si fanno apprezzare per tecnica individuale e rapidità. D’altronde sono ragazzi destinati ad un grande futuro calcistico … Il Lane si trova insomma anche stasera nella spiacevole situazione di apnea sofferta nelle partite precedenti, con fraseggi che sfumano prima di confezionare l’ultimo passaggio giusto, la palla buona per puntare alla rete. Ho cominciato a pensare in grigio, tanto più che a rendere il quadro a tinte fosche, poco prima del 30’, ecco materializzarsi l’usuale beffa che poteva costare cara, carissima. I giovinetti orobici, belli pimpanti e svegli più dei nostri, apparecchiano la colazione. Il buon Golemic, in genere affidabile e roccioso, si distrae un po’ troppo nel senso che non dà la forza giusta ad un retropassaggio indirizzato a Confente. Sulla distrazione golemicana si inserisce come una furia tale Di Serio che, seriamente, fa scorrere i brividi per le settemila schiene dei tifosi biancorossi. E’ uno degli attimi decisivi della gara e ancora una volta Alessandro Confente fa il suo “gol di giornata” uscendo tempestivamente sull’avversario per chiudergli lo spazio e salvare la nostra porta. Che dire? Che i soliti fantasmi riappaiono al Menti. Senza dimenticare che l’arbitro palermitano Giuseppe Mucera ci grazia subito dopo, quando su fallo in area di Laezza ai danni dell’intraprendente De Nipoti lascia correre. Il rigore a mio avviso c’è, ma il direttore di gara ci grazia perché ha sulla coscienza il penalty non fischiato in precedenza a nostro favore (al 16’) quando cioè Pompeu Ronaldo viene falciato come erba di campo in piena area. Pari e patta secondo Mucera, ma il rischio corso non va dimenticato. Rischio che costringe la truppa biancorossa a guardarsi in faccia e a stringere i denti per cercare di fare gol. Ci provano sia Proia che Ronaldo su cross di Della Morte ma non si passa. Si passa invece e finalmente a cinque minuti dalla fine del primo tempo, quando Pompeu si incarica di battere l’ennesima punizione: cross da sinistra in area su cui si avventa Proia che la tocca bruciando la difesa avversaria, colta qui in un chiaro momento di ingenuità giovanile. Il gol arriva come la medicina giusta al momento giusto e da qui si scrive un’altra storia.
L’importanza di chiamarsi Pompeu…
Ho avuto in più occasioni parole positive nei confronti di Ronaldo, perché in tutta evidenza l’uomo sa produrre calcio elegante, sa fare spettacolo, tratta la palla come l’accarezzasse, tipico dei grandi giocatori e dei brasileri in particolare. Ovviamente qualche difetto ce l’ha altrimenti avrebbe giocato sempre nella massima serie o giù di lì.
Caratterino, reattivo, non velocissimo, testardo in qualche azione personale: questo gli è stato rimproverato. Può essere, ma la classe non è acqua e contro la baby Atalanta il suo apporto è stato decisivo. Al 14’, quando regala un pallone perfetto al collega Fausto, il quale tira benissimo e per poco non fanno eurogol. Al 40’, quando la sua palla arcuata inganna i nerazzurri per planare poi sulla zucca di Proia goleador, mettendo così la gara sui binari più consoni alle aspettative dei supporter di casa. Al 56’, quando batte il suo classico corner preda dell’avanzato Ierardi, che fa da torre mettendo il pazzo Ferrari nelle condizioni ideali (per lui) di beffare di testa la difesa orobica.
A quel punto l’incontro si mette in evidente discesa e i ragazzini di Modesto pagano lo scotto dell’inesperienza, soffrendo in maniera netta l’uno-due del Lane. Così, quando al 67’ Pompeu viene sostituito da Cavion, il pubblico di casa lo applaude a scena aperta, dopo tanto tempo, riconoscendone il talento calcistico e il contributo decisivo alla vittoria. Ora però tocca a Ronaldo continuare su questa strada di risurrezione, sospinto in questo oltre che dall’orgoglio personale anche dalla chiara stima che il mister cacciatore (Aimo Diana) e tutti i suoi compagni nutrono per lui. Il pubblico biancorosso è di palato fine, ma non lesina applausi per chi lotta e per chi ha classe. Tocca a lui mantenere feeling e applausi di sabato scorso.
E che dire del terzo gol ? Stupendo !
Sul 2 a 0 il Lane capisce di avere la partita in pugno e su indicazioni di Diana si muove bene lasciando volutamente più spazio (ma non troppo) agli avversari, per colpirli poi in contropiede. Il caro immortale contropiede italiano. Ci prova Costa, sempre attivo e carico di energia, con un tiro che però vola alto. Si susseguono quindi i canonici cambi con la novità non trascurabile dell’ingresso di De Maio seppure a pochi minuti dal termine. Entrano gradualmente Cavion, Pellegrini, Rolfini Greco e il suddetto De Maio (al posto di Ronaldo, Ferrari, Della Morte, Proia e Ierardi). Cambiano i suonatori insomma, ma la musica è la stessa. Il Lane tiene il campo bene e al 77’ arriva la ciliegiona sulla torta: un eurogol. Uno di quelli che vorresti vedere non dico ogni sabato o domenica, ma ogni tanto sì, per riconciliarsi con lo spirito calcistico che “entro ci rugge”, come direbbe il grande Foscolo. Al dunque: Fausto Rossi (più che buona la sua prestazione, che ne conferma la statura di uomo fondamentale di centrocampo) vede Greco pimpante e lo invita alla corsa avendo tanto spazio davanti a sé. Freddy non se lo fa ripetere due volte e parte in tromba alla sua maniera, decidendo dopo alcuni metri di effettuare un lancio là davanti dove si mettono a correre Alex Rolfini e i suoi due angeli custodi.
Però il pallone arriva proprio sui piedi di Rolfo che, da vero cobra quale è, lo aggancia al volo e con l’altro piede in corsa brucia Vismara, facendo venire giù il Menti. Un Menti che pare tornato per una sera ai tempi d’oro quando si vedevano spesso e volentieri gol del genere, e vittorie chiare e nette come questa. Un terza vittoria in casa che conferma quanto detto la volta precedente. Ossia difesa che fa bene il suo e che pare definita nei suoi componenti. Attacco che quando è messo nelle condizioni adatte non perdona. Centrocampo che pare migliori man mano, ma che ancora lascia perplessi per tratti di partita. Le prossime gare ci diranno di più.
Domani pubblichiamo la seconda parte dell’articolo con uno sguardo all’immediato futuro….