IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C
DIN DON DAN…. UN KAMIKAZE AL MENTI !
Lasciamo da parte il profilo più truculento del kamikaze – quello dell’aviatore nipponico della seconda guerra mondiale, votato alla morte, che si butta in picchiata con l’aereo contenente un carico esplosivo contro l’obiettivo nemico – e prendiamo in considerazione il suo sinonimo: persona spericolata e temeraria. L’aspetto sportivo che più mi ha impressionato nella gara Vicenza-Pordenone è stata in effetti la doppia uscita sugli attaccanti avversari che il “kamikaze” Alessandro Confente ha sfoderato nel corso della gara. Due interventi che hanno messo in mostra un’eccezionale rapidità e decisione del nostro portiere e, soprattutto, hanno consentito ai biancorossi in campo e sugli spalti di tirare un sospiro di sollievo. Sarebbe bastato un cincinin di incertezza o di indecisione e patatrac le punte ramarre avrebbero infilzato il povero Lane allo spiedo. Insomma due splendidi interventi del nostro portiere hanno fatto spettacolo e venire i brividi lungo la schiena, in particolare nella seconda uscita di Confente che ha sorpreso un pò tutti, anche i compagni. Due interventi risolutivi, due gol salvati nei momenti topici, il che mi spinge a dare un bell’8 pieno al portierone di casa. Lo stesso Mimmo Di Carlo al termine della gara, nel corso della conferenza stampa tra le varie cose ha scherzato su Confente, dicendo che in campo ha visto improvvisamente, in occasione della seconda uscita del kamikaze. “un giocatore con i guanti in tenuta celeste, che filava come un razzo tra difensori e attaccanti…”. E, sempre a proposito di “cose” particolari, prima di passare a parlare di Vicenza – Pordenone, ossia la partita delle grandi deluse di questo torneo, va anche evidenziata l’accoglienza spontanea ed entusiastica che tutto il pubblico biancorosso ha riservato a fine gara all’ex-allenatore del Lane, soprattutto nel suo “profilo” di grande biancorosso di ogni tempo con le sue 278 presenze in maglia berica e la grande indimenticabile vittoria trionfale della Coppa Italia del 29 maggio 1997. Anche se poi, a voler fare un pò di gossip-verità, si sono sentite alcune voci di “taglio contestativo” nei confronti della società, che avrebbe sbagliato a licenziare troppo frettolosamente a suo tempo il Mimmone nostro, visto poi come sono andate le cose. Certo, col senno di poi ….
AH! SE IL PORDENONE AVESSE…. FERRARI
Ripartiamo sempre da Mimmo Di Carlo, apparso alquanto emozionato dopo la passerella sul prato verde del Menti, tanto da essere generoso nel giudizio sulla partita. Ha detto: “Peccato per noi non essere riusciti a concretizzare la mole di gioco che abbiamo creato, in particolare nella prima parte della gara, dove avremmo potuto fare il secondo gol con un pizzico di cinismo in più. E poi, negli altri 20′ della ripresa, quando abbiamo messo in difficoltà la retroguardia del Lane, ma senza riuscire a trovare lo spunto decisivo, il colpo del ko. Per non parlare delle due uscite dello scatenato Confente, che conosco molto bene, in cui stavolta si è veramente superato per decisione e velocità”. Del resto lo stesso Dan Thomassen, dai toni sempre pacati e signorili, ha ammesso a fine partita di aver sofferto non poco la migliore impostazione di gioco dei friulani, una squadra forte dove tutti si conoscono, ricca pure di individualità di spicco. “C’è andata bene all’inizio – ha ammesso Dan – quando abbiamo subìto troppo gli avversari, partiti a spron battuto e decisi a colpire subito. Poi, però, dopo i primi venti minuti incerti siamo riusciti a prendere in mano la partita e abbiamo cominciato a farci vedere sul serio, mentre il Pordenone ha accusato un pò di fatica dopo lo sforzo iniziale: così li abbiamo colpiti due volte in maniera decisiva. Oltre alla vittoria mi tengo anche la prestazione della squadra dal punto di vista della tigna, del carattere, che non dovrà mancare mai se vogliamo proseguire il nostro cammino in maniera positiva, come si aspettano giustamente i nostri tifosi, che hanno ripreso a sostenere con entusiasmo la squadra, offrendo quella spinta in più che può risultare fondamentale. Vedere i miei ragazzi che in campo danno tutto rappresenta per me un grande primo traguardo, e conferma il valore morale che li caratterizza. Un elogio particolare voglio fare a Daniel Cappelletti, che costituisce un esempio di professionalità e attaccamento alla maglia per tutti noi.” Penso che i pareri dei due tecnici rappresentino bene la dinamica complessiva della partita che in sostanza può essere declinata in sintesi. Un Pordenone che gioca meglio come squadra, formata da giocatori esperti e alcuni di categoria superiore, ma che poi non riesce a tenere ritmi e gioco alti per tutta la partita. Gioco brillante a tratti, ma con una carenza là davanti, ossia il bomber di razza che mette dentro la palla … Ah!, se il Pordenone avesse un Franco Ferrari… Su questa battuta mister Di Carlo si è trincerato in un silenzio eloquente!
THOMASSEN CERCA LA FORMAZIONE GIUSTA
Prosegue dunque il lavoro del neomister vichingo alla ricerca della formazione più adatta alla prossime battaglie dei playoff, che si configura come un vero e proprio campionato a sè con tutto quello che ciò comporta. Contro i friulani di Di Carlo, richiamato in panchina dopo l’esonero subìto dalla vulcanica presidenza del club neroverde, il Lane è partito con alcune novità rispetto alla gara precedente. Difesa a quattro, che pare ormai una certezza, centrocampo a tre, come pure tre in avanti. Il battesimo però è stato tutt’altro che favorevole visto che nei primi venti minuti in campo c’è stato solo il Pordenone, che ha segnato la rete del vantaggio con Dubickas il quale, imbeccato da Piscopo, si ritrova libero di tirare dentro l’area facendo secco l’incolpevole Confente. Siamo al 9′, la musica è solo friulana quando verso il quarto d’ora succede che Bellich si infortuni in un duro scontro e sia costretto ad uscire dal campo. Al suo posto entra il vecio Cappelletti con il grado di capitano, e subito sembra dare la spinta giusta alla squadra, stoppando alla grande un’azione avversaria pericolosa e salvando il Lane dal tracollo. Proprio da qui, appunto, inizia la vera partita dei biancorossi che paiono tornare in sè riprendendo fiato e campo. Così al 29′ ecco arrivare il pareggio, dopo che Dan ha cambiato l’assetto tattico, mettendo Scarsella a supporto delle tre punte Ferrari, Rolfini e Della Morte, e tenendo a centrocampo il duo Cavion-Ronaldo (quest’ultimo non certo ai livelli della sua fama, autore di una prestazione con luci ed ombre, da migliorare assolutamente). Il “piccolo Sivori” Della Morte, sempre delizioso quando scherza con il pallone, tira una punizione centrale ma forte, tanto che l’estremo Festa non trattiene permettendo ad Alex Rolfini di segnare sul corto rinvio un gol alla sua maniera. E’ il pari e le cose si mettono meglio solo cinque minuti dopo con l’azione della coppia Rolfini-Ferrari: Alex riceve palla da Cappelletti, si muove sull’esterno e poi serve al centro Ferrari, che al volo di sinistro brucia di nuovo il malcapitato Festa, facendo festeggiare il Menti che si gusta alla grande il vantaggio. Nella ripresa c’è il ritorno del Pordenone che ci prova ripetutamente trovando sempre pronto Confente, bravissimo al 19′ sul solito Piscopo. Batti e ribatti il Vicenza tiene botta non senza soffrire, ma contiene con efficacia gli avanti friulani. Ci susseguono vari cambi da entrambe le parti, senza grandi variazioni sul tema. Una però c’è ed è importante: si chiama Federico Tonin.
LA PRIMA VOLTA DI FEDERICO TONIN
Quante volte sentiamo dire che in Italia si fanno giocare gli stranieri, mentre i nostri giovani vengono tenuti troppo a lungo in naftalina? Spesso e volentieri. Una risposta in senso contrario l’ha data il tecnico Dan Thomassen che ha avuto il “coraggio” (lui che i nostri giovani li conosce benissimo) di fare esordire in prima squadra il diciasettenne Federico Tonin, bomber in fieri, nato appunto nell’anno del Signore 2006. Più giovane di così si muore. Il ragazzo di Brogliano è sceso in campo sostituendo Della Morte al 33′ della ripresa come punta centrale del Lanerossi Vicenza, inserendosi peraltro molto bene nel gioco di squadra, tanto che a qualche minuto dalla fine si è involato verso la porta ramarra costringendo l’esperto Pirrello a fermarlo con le cattive, così da buscarsi l’ammonizione per gioco scorretto. Un battesimo insomma che sa di speranza, di nuovo vigore per la truppa biancorossa, che esce dal Menti con una vittoria pur sempre di prestigio contro una titolata al salto di categoria. Un successo che conferma peraltro i passi avanti compiuti dal vichingo Dan nel creare una mentalità vincente nelle zucche dei biancorossi, i quali non devono mai più dimenticarsi di giocare con indosso la maglia di una società gloriosa. Una maglia che non ammette amnesie e calcoli personali, ma solo sudore e voglia di non mollare mai. La prossima partita, ultima del torneo, ci vede in trasferta a Piacenza e anche qui più che il risultato (che comunque conta, eccome), interessa vedere all’opera la formazione dal punto di vista dell’organizzazione di gioco, della tenuta, del saper modulare il gioco per colpire al momento giusto. Insomma una gara che chiamerei di studio, di esperimenti, in vista del periodo fatidico del playoff. Anche se favoriti dalla vittoria di Coppa Italia non c’è da farsi illusioni, nel senso che ogni gara sarà uno spareggio, una “dentro o fuori” senza scampo, pur se giocata con andata e ritorno. Nell’attesa vediamo dunque con una certa fiducia la partita di Piacenza. Forza Vicenza !
Luciano Zanini