IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C
DIN DON DAN….. LA SCOSSETTA C’E’ STATA !
La storia tra le squadre di Vicenza e Trento si è di nuovo incrociata. In una partita importante, certo, ma non come quella di tanti anni fa. Corre l’anno 1989, ossia la bellezza di quasi un quarto di secolo fa, quando sempre al Menti si trovano di fronte gli aquilotti trentini e i nostri biancorossi. E’ una partita della vita o della morte, la classica gara del dentro o fuori. Non un “dentro o fuori” tanto per dire: il Lane si gioca la permanenza in serie C1 in 90 minuti. Solo una vittoria (un pareggio ci avrebbe consentito di giocarci un altro spareggio, contro la Virescit) può salvarci dall’onta più grande per una società come il Vicenza, la “Nobile Provinciale”, per decenni protagonista della massima serie. Sugli spalti i nostri tifosi sono presenti in 15.000, impegnati a sostenere la squadra con tutta l’anima. Uno scontro nervoso, tiratissimo, giocato sul filo del rasoio. A due minuti dalla fine, ancora sullo 0 a 0, ci viene assegnato il rigore della vita per un fallo su Cantarutti, abile a cercarlo e far fischiare l’arbitro. Va sul dischetto un giovane Fausto Pizzi, che in quel giorno legherà il suo nome indissolubilmente al Vicenza. Momenti di attesa frenetica, agitazione collettiva… Poi il gol liberatorio con tiro che spiazza il portiere trentino, e il salvatore Pizzi portato in trionfo dal pubblico, impazzito di gioia. Una pagina indimenticabile, una delle tante del Lane, che mi è venuta alla mente prima dell’inizio del derby triveneto di domenica scorsa. Niente a che vedere oggi con la tensione di allora, naturalmente, ma certe gare, certi derby, richiamano alla mente pagine passate. Di questi tempi – come noto – la situazione è diversa, almeno per noi, mentre il Trento in effetti deve ancora guardarsi le spalle con i suoi 42 punti conquistati e soprattutto nel contesto di un campionato che riserva sorprese ad ogni puntata. Per noi dopo le ultime grandi delusioni, che non torniamo a ricordare, era necessario come l’aria trovare qualche spunto positivo. Qualche speranza di ripresa e soprattutto di punti. Ci voleva insomma quella scossa virtuosa in vista dei prossimi impegni non solo importanti, ma decisivi. Sono tre le partite che ci separano dalla fine del torneo, con ben tre punti in palio, e soprattutto c’è la superpartita di finale di Coppa Italia di martedì 11 aprile, che costiuisce un traguardo di grande spessore, sia per l’immagine societaria, sia per il piazzamento nel playoff. Ma la scossa c’è stata ?
LA “MANO” DEL NUOVO ALLENATORE
Direi che qualcosa di nuovo e di buono si è visto. Naturalmente è solo la prima impressione, che non può essere sufficiente per fare valutazioni corpose. Certo, la mano del neo allenatore si è percepita sia nella formazione messa in campo, sia nell’approccio alla partita e successiva conduzione del gioco. Non che il problema della sicurezza in difesa sia stato risolto con questa gara. Tutt’altro, perchè al riguardo basta ricordare le due uniche occasioni da gol del Trento, nate da distrazioni e svarioni che non dovrebbero accadere. D’altra parte anche qui va ribadito per onestà che non si può sistemare la difesa in toto a 270′ dal termine del campionato. Bisogna però, questo sì, mettere in atto ogni accorgimento possibile per ridurre al minimo i danni difensivi.
Ma partiamo dalla formazione iniziale che già ha riservato alcune sorprese non da poco. Intanto l’inserimento di Zonta a centrocampo con esclusione di Pompeu Ronaldo ha significato una cosa ben precisa: maggiore tenuta del comparto e migliore capacità di filtro. Insieme con Greco, più dedicato ad operare al centro che non a svariare sulle fasce, il duo di centrocampo “ZG” ha saputo creare una barriera solida e affidabile, mentre le scorrerie sulle fasce diventavano pane buono per i denti dei vari Dalmonte, Begic e Stoppa. Insomma la formazione vista sul terreno di gioco è risultata più equilibrata delle precedenti, in grado di imporre finalmente il proprio gioco. Per carità, di fronte avevamo una squadra non trascendentale, anzi, ma parliamo pur sempre di una formazione di media classifica di questo torneo e non di una cenerentola. Per motivi di cautela Ferrari è stato tenuto in panchina, salvo entrare nel secondo tempo, e al suo posto ha giocato sin dall’inizio Alex Rolfini che non ha demeritato, anzi ha avuto le sue belle occasioni. Ma non è stato assistito troppo dalla buona sorte o forse, per meglio dire, ha trovato un Desplanches (portiere biancorosso prestato al Trento) in gran forma che gli ha precluso la gioia della rete. La difesa nel suo complesso ha retto bene – a parte il paio di distrazioni che possono sempre costare caro – mettendo in vetrina un bravo Valietti sempre diligente e propositivo, e con lui pure Bellich, il quale pure si è molto impegnato, accanto ad un Pasini attento e ad un Cappelletti ancora alla cerca della piena forma. Però la solidità della nostra difesa la misureremo nelle prossime gare, a partire da quella esterna a Crema, dove la squadra di casa ha confezionato una serie di brutte sorprese alle squadre titolate. Vero Padova? letteralmente asfaltato per 5 a 0 !
VEDIAMO GOL BELLISSIMI
Vogliamo e dobbiamo un pò tutti essere ottimisti per questo rush finale. Anche perchè se parti con lo sguardo pessimista non è che aggiungi qualcosa di buono. Però c’è chi come il patròn Renzo Rosso si avventura in previsioni addirittura trionfalistiche, con vista sulla serie B, e come dargli torto visto che il buon auspicio non costa granchè. Magari fosse così! Il suo super ottimismo, peraltro, gli deriva dalla valutazione più che positiva espressa sul nuovo tecnico Dan Thomassen, il giovane vichingo, che potrebbe anche ripetere le gesta di un suo predecessore “antenato” che risponde al nome di Roberto Lerici, vincitore del Seminatore d’Oro e allenatore del Lane alla verdissima età di 32 anni.
Parliamo degli anni ’50/’60, appunto il periodo della grande storia dei biancorossi. Ora però tocca al vichingo dimostrare sul campo di che pasta è fatto. Per adesso, come detto, ha saputo fare alcune buone scelte e il risultato gli ha dato ragione. Ora però arriva il bello e sapremo di più, augurandogli che abbia successo. Se vogliamo anche noi trovare un pò di ottimismo, non ci resta che ricordare – vista la classifica e le delusioni sofferte sinora – i numerosi bellissimi gol segnati sin qui dai vari Ferrari, Dalmonte, Stoppa, Ierardi, Greco, Pompeu etc. etc. Ricordo appunto reti bellissime come le ricordano tutti i tifosi biancorossi. Ma senza andare tanto all’indietro a pescarli, visto che i gol segnati da quella macchina da gol chiamata Lane sono finora ben 62, basta ricordare i due segnati nella partita contro il Trento. Il primo è frutto di una splendida azione corale partita da metà campo con suggerimento di Valietti per Stoppa che ha bruciato la fascia destra trovando il tempo per guardare in area e toccare di precisione la sfera per l’irrompente sloveno Begic, il quale al volo ha insaccato in maniera splendida. Il secondo gol è un vero capolavoro di classe calcistica, pensato e creato da Nicola Dalmonte! Dopo aver ricevuto palla all’interno dell’area, il futuro papà (auguri a proposito!) ha calciato un delizioso tiro ad effetto che ha toccato il palo lontano per poi insaccarsi lasciando di sale Delplanches, facendo esplodere il Menti. Per farla breve, il Lane è anche questo e dobbiamo esserne consapevoli. Molto è ancora sul piatto, possiamo e dobbiamo prendercelo.
OCCHIO: PERGOLETTESE SQUADRA LANCIATISSIMA !
La prossima partita del Lane non sarà una passeggiata. Questo è poco ma sicuro. Le premesse parlano di uno scontro duro e difficilissimo contro un’avversaria che concede poco in casa e che vuole fare punti. A tutti i costi! Il perchè è presto detto e bastano i numeri per chiarirlo. Si trova in classifica a quota 47, ossia a soli 2 punti dalla fatidica zona playoff. Per una squadra come la Pergolettese riuscire ad entrarci sarebbe un pò come vincere mezzo scudetto. Ecco spiegato – a meno che i lombardi non si accontino della semplice salvezza, cosa che non credo – il clima che ci attende allo stadio Voltini, viale De Gasperi, Crema. Il ruolino della Pergo è in effetti da perfetta media classifica, con 13 vittorie, 8 pareggi e 14 sconfitte, ma il bello è che da dieci gare in qua ha messo il turbo. Un andamento da far paura. Me lo sono studiato per bene, rilevando che in questo periodo la Pergolettese ha conquistato qualcosa come 21 punti, ossia una media da superpromozione, bastonando nuovamente il Padova per 3 a 0, e via via Pro Patria, Renate, Trento, Pro Vercelli e Novara. Insomma una squadra che ha tutte le migliori intenzioni per scavarci la fossa, con il morale alle stelle dopo aver espugnato Novara per 2 a 1 domenica scorsa. Non dispone di chissà quale rosa di nomi noti, ma appunto fa della coesione, della grinta e della voglia di vincere le sue armi migliori. I bomber sono Mattia Jori (8), Marcillo Varas (8) e Fabio Abiuso (7). Ma c’è anche una vecchia conoscenza del Lane tra le sue fila, il centrocampista Davide Bariti (indossò la maglia biancorossa nel campionato 2011/12) che è il quarto marcatore della squadra con 3 reti all’attivo.
UN BANCO DI PROVA CON I FIOCCHI
L’antico adagio dice di non fasciarsi la testa prima di rompersela. Giusta la seggezza popolare. Anche noi ci adeguiamo e nonostante i timori per la trasferta nella dolce Crema (speriamo lo sia), vogliamo professare un cauto ottimismo. La squadra c’è, i nomi pure, pare che la voglia di vincere sia entrata nelle teste dei biancorossi. Pare anche che Dan il vichingo abbia cominciato a fare qualcosa di buono, soprattutto che il centrocampo non venga saltato come un birillo. Là davanti le bocche da fuoco ci sono eccome, e una partita del genere potrebbe esaltare le doti piratesche dei vari Ferrari, Dalmonte, Stoppa, Rolfini e via cantando. Insomma anche questa è una partita a suo modo decisiva per tutto quello che abbiamo scritto. Non deludeteci. Non rimane che attendere la discesa in campo dei nostri al grido di Forza Vicenza!
Luciano Zanini