IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C
DAN IL VICHINGO: ARRIVA LA SCOSSA?
Naturalmente il neo allenatore del Lanerossi Vicenza, Dan Vesterby Thomassen, per quanto bravo sia o possa diventare, non è che può cambiare la mentalità di una squadra come il Lane di punto in bianco. Sarebbe il mago Silvan. Da pochi giorni sulla panchina che fu di Baldini e Modesto deve prendere, seppur a velocità supersonica, decisioni non semplici, introdurre i suoi concetti di gioco, far conoscere il proprio verbo vichingo. Non ci resta che attendere e anche il primo pareggio in casa giuliana va preso per quello che è: un punto in trasferta, e squadra biancorossa tutta da formare. Sulla caduta di Modesto ormai c’è poco da dire, visto che ogni tecnico è il primo a pagare quando le cose non vanno, ma da queste colonne voglio inviargli un saluto e un augurio di futuri successi, perché dal punto di vista umano ha mostrato un tratto eccellente, pur se non gli è riuscita la continuità in quel percorso virtuoso che aveva iniziato qualche mese fa, salvo poi infrangersi tristemente da ultimo contro Novara, Feralpi Salò e Virtus Verona. Ora il vichingo Dan ha messo le mani sulla squadra con l’obiettivo di cambiare rotta e cercare di ottenere il miglior piazzamento possibile nella classifica finale. Come si sa in caso di playoff risultano giustamente premiate dal calendario favorevole le squadre che chiudono ai primi posti alle spalle della vincitrice. Che, a questo punto, a meno di sorprese grosse grosse, si chiama Feralpi Salò. Poi c’è però l’altro importante obiettivo rappresentato dalla conquista della Coppa Italia che porterebbe un duplice beneficio. Un trofeo ulteriore in bacheca, che si aggiungerebbe a quelli più gloriosi del grande Vicenza del tempo che fu e, in caso di ulteriori indigeribili passi falsi, un migliore posizionamento nella classifica in vista dei playoff. Rimarrebbe da fare un lungo discorso sulla scelta effettuata dalla società che ha ritenuto di affidare la squadra biancorossa ad un interno e, per giunta, in possesso di un curriculum da tecnico non certamente di spessore. Però il dado è tratto e non mi soffermo sulle decisioni societarie assunte. Ci auguriamo tutti che Dan il vichingo possa diventare un allenatore con i fiocchi, ma pragmaticamente non possiamo che verificarne il lavoro partita per partita. Personalmente già più di un mese fa, avevo scritto che era necessario un cambio di panchina con l’adozione di un tecnico esperto, scafato, deciso e autorevole. Niente di tutto questo è avvenuto, ma il calcio come la vita spesso racconta cose imprevedibili …
IL PADOVA CHE SEMBRAVA FINITO ….
A cinque giornate dalla fine del campionato il Vicenza è costretto, dunque, a rimboccarsi le maniche perché – come gli spendaccioni incalliti – ha letteralmente buttato alle ortiche nella maniera dissennata, che purtroppo ben conosciamo, un sacco di punti. Tanti, troppi punti, talchè è costretto ora a fare i conti della serva e metterci una pezza, perchè se continua a non vincere le altre squadre, che sembravano decotte, possono soffiargli posizioni decisive. Per tutte prendo ad esempio il Padova che fino a qualche giornata fa navigava a ridosso della zona playout, mentre adesso “cacchio cacchio tomo tomo” (by Totò), si staglia beffardo dietro di noi a soli 4 punti di distanza. Ho sentito i commenti di amici padovani, i quali non stanno più nella pelle e pregustano chissà quali recuperi e sorpassi. Non vorrei appunto che di questo passo ci trovassimo di fronte a qualche sorpresa poco piacevole. Tanto più che il Padova mica è solo. No, c’è un vero e proprio plotone di squadre che ci insegue, agguerrite e motivate come non mai. Su tutte la terribile Virtus Verona di Gigi Fresco, maestro sul campo e di diplomazia, il quale dopo averci impartito una lezione di calcio giocato al Menti, domenica scorsa ha pensato bene di mandare agli inferi pure il Trento. A quota 48 punti, ma soprattutto visto il ruolino di marcia delle ultime 15 gare, la Virtus rappresenta un vero e proprio pericolo per noi. Del Padova a quota 47 ho detto, ma rimangono in corsa formazioni titolate come il Novara, Juventus NG, Renate, Pro Patria e la sorpresona Arzignano, che avrebbe dovuto fare un campionato di salvezza e invece si trova in rampa di lancio nei playoff a quota 46. Se pensiamo che la prossima gara al Menti vedrà biancorossi e giallocelesti battersi per la supremazia provinciale, beh! viene di che pensare. Pensieri non certo allegri per noi. Vedremo ma li temo, tanto più che di derby si tratta….
A TRIESTE IL DERBY DELLE DELUSE
La prima uscita del Lane in versione vichinga era attesa con palpabile apprensione sia dall’ambiente societario che dalla tifoseria. L’esordio di un allenatore del resto è sempre complicato, tanto più che Thomassen non è che abbia un’esperienza di serie C, e ad alto livello. Il derby con la Triestina è pur sempre un classico storico, e nel grande libro dei derby triveneti sono scritte tante battaglie memorabili tra biancorossi e alabardati. Con alterne vicende e anche con cocenti delusioni per noi, come quando nel 2005 la Triestina ci condannò alla retrocessione in serie C1 vincendo per 2 a 0 al Menti la partita di ritorno dei playout, con la doppietta di Godeas. Sono quasi una sessantina le partite giocate sinora tra le due società, gare sempre affascinanti. Questa volta possiamo dire che è stata una partita da ex-grandi deluse. Il Lane, perchè si è fatto scippare la promozione diretta pur essendo partito come favorito, con una dotazione di calciatori di gran livello, almeno singolarmente presi. La Triestina invece costretta a lottare per la salvezza sino all’ultima giornata, dopo averle provate tutte senza successo. Entrambe avevano, domenica scorsa, la necessità prioritaria di non perdere e così è stato pareggio per 1 a 1. Un risultato salomonico e giusto per quanto fatto vedere in campo, di fronte ad un pubblico di oltre settemila spettatori, di cui però ben 1200 tifosi del Lane. La prima parte del match ha visto il predominio degli alabardati che giocando in casa erano chiamati a fare la gara. Vicenza guardingo con la difesa finalmente rinforzata dalla formula del 4-3-3, un accorgimento che poteva essere applicato anche in precedenza vista la serie di gol subiti per carenze della retroguardia. Va detto però che ci è andata pure di lusso perchè la Triestina ha cercato la rete per ben tre volte con lo scatenato Tavernelli: nella terza occasione al 18′, quando il gol pareva fatto il nostro portiere Iacobucci ha fatto il miracolo. Un intervento straordinario per lucidità e riflessi che ha salvato il Lane dalla bancarotta. Un bel voto (8) a Iacobucci, anche se in occasione del pareggio triestino poteva essere più attento. Però il gol evitato a mio avviso è stato un episodio decisivo. Lasciata sfogare l’alabarda ecco che il Lane comincia a mettere il capo fuori dal nido e così arriva il gol del vantaggio. Su corner il solito Ronaldo fa il Ronaldo e crossa felpato e arcuato in area dove è appostato il pazzo Ferrari che, quando si trova giusto al posto giusto, quasi sempre non perdona. Testa e gol imparabile.
DOPO IL VANTAGGIO ARRIVA LA DORMITA
Il gol del loco Ferrari forse illude i nostri tifosi che pregustano il tanto auspicato cambio di rotta, e sperano nel bis immediato, però solo sfiorato da Dalmonte che impegna l’estremo Matosevic dalla distanza prima della fine del tempo. Purtroppo in avvio di ripresa torniamo invece alle solite amnesie difensive. Nella ripresa infatti dopo un avvio senza spunti particolari arriva la solita doccia fredda. E’ sempre Tavernelli – il migliore in campo – che spinge la sua squadra e pennella un cross per il centro area dove si muovono in tanti a vuoto, ma non Mbakogu che trova tempo e spazio per freddare un riflessivo Iacobucci e portare la gara sull’1 a 1.
E’ il colpo letale ormai abituale del Lane che taglia le gambe ai nostri e fa riaffiorare la fragilità psicologica della squadra. Come visto tanto volte nel recente passato. Il vichingo lo capisce e effettua vari cambi: Jimenez per Ronaldo e Stoppa per Della Morte (quest’ultimo incredibilmente deludente, mah!). Cerca insomma di inserire energie fresche e fantasia a centrocampo e per poco non viene premiato. Proprio Jimenez al 27′ pennella un tiro di punizione giusto giusto per la zuccata vincente di Franco Ferrari che però questa volta sbaglia la mira. Peccato perchè era il momento giusto per affondare il colpo e forse vincere la gara. La partita prosegue così spegnendosi gradualmente, a parte un’occasione sprecata da Zonta che tira poco convinto verso la porta avversaria, senza forza e precisione. Poi c’è anche l’espulsione di Jimenez per un fallo per “gamba alzata” su un avversario con l’arbitro che non ha dubbi, ma che per noi è stato troppo severo. Chiude qui un derby che rimanda le due squadre a meditare negli spogliatoi. Il futuro è incerto per entrambe, ovviamente rispetto ai loro diversi destini…
DA UN DERBY ALL’ALTRO…
Chiuso il capitolo Trieste e rotto il ghiaccio da parte di Dan Thomassen, rimane ora una cinquina di partite da disputare, oltre alla finale di Coppa Italia. Che il Lane si sarebbe trovato in queste condizioni a fine marzo 2023 pochi potevano prevederlo al via del torneo. Invece il calcio insegna che niente è scontato e che le vittorie si ottengono quando ci sono gli ingredienti giusti. Basta vedere il cammino della nostra prossima avversaria al Menti. L’Arzignano del presidente Chilese e del tecnico Bianchini. Si trova in zona playoff a 46 punti, in compagnia del Renate e prima della Juventus NG. Abbiamo già celebrato il sorprendente cammino degli arzignanesi per cui possiamo dire che ormai l’Arzignano è una realtà consolidata della serie C. La differenza con noi sta soprattutto nel fatto che i giallocelesti possono giocare nella massima serenità, perchè il loro campionato lo hanno già vinto. Non così noi che dobbiamo ancora conquistarci un posto al sole degno del nome del Lane. Non so come andrà a finire domenica prossima al Menti, sperando vinca il Vicenza, però sono sicuro che sarà un’altra battaglia combattuta fino all’ultimo minuto. Il motivo è semplicissimo, direi ovvio. L’Arzignano è sereno, tranquillo, non ha nulla da perdere e tutto (tanto) da guadagnare. Noi invece non abbiamo scelta. Chi sta meglio psicologicamente ? Tocca a Dan Thomassen, il vichingo, impostare il giusto approccio e intervenire nel corso della gara per portare a casa i tre punti.
Luciano Zanini