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Vicenza, specialista in delusioni..

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 

VICENZA, SPECIALISTA IN….  DELUSIONI !

 

Hai voglia di assistere all’inaugurazione del monumento a Paolo Rossi, lo scorso mercoledì, con tanto di tifosi innamorati e grande commozione generale – in particolare quella della moglie Federica Cappelletti e di Alessandro Rossi, figlio di Paolo –, sperando sotto sotto che questo evento potesse anche servire da sprone, da giusta medicina per la squadra attuale. Hai voglia di rivivere nella mente le gesta di Paolino e compagni risentendo il grido di guerra dell’epoca “Rossi gol, Rossi gol” lanciato a squarciagola dai supporter di un tempo, quelli che hanno visto Pablito giocare al Menti e qui diventare icona biancorossa. Hai voglia a riporre fiducia ancora una volta nella squadra di Modesto, confidando che magari la tigna di raggiungere l’obiettivo potesse trasformare questo gruppo di giocatori in una vera squadra coesa e organizzata come si deve. La risposta in termini di delusione piena è arrivata dalle rive del lago di Garda, in quel di Salò, dove si è infranta ogni speranza del Lane che qui avrebbe dovuto dare la svolta al suo campionato, immettendosi finalmente sul sentiero giusto. E invece niente di niente. Feralpi seppellisce il Lane con il classico risultato di 2 a 0. Che disdetta! Quella che si è vista sul Garda è una squadra che ora si può definire senza più dubbio non all’altezza delle attese, una squadra incompleta, una squadra al di sotto delle prime di questo modesto campionato. Al di sotto della Feralpi Salò, del Pordenone e soprattutto della stessa Pro Sesto che, come sappiamo benissimo tutti, ha buscato la bellezza di dieci gol dai biancorossi. Puoi pretendere in qualsiasi torneo di qualunque serie di arrivare primo se vieni sconfitto 11 volte su 31 gare? Puoi pretendere di arrivare primo se segni gol a raffiche quando ne bastano molto meno (vedi appunto le mitragliate contro Pro Sesto, Pro Vercelli, Lecco, etc.) e non segni il gol che conta per vincere o pareggiare con altre squadre alla nostra portata (Sangiuliano, Novara, etc.)  o decisamente inferiori, almeno sulla carta? A questo punto la risposta pare ovvia, tanto più che i giochi, dopo questa ennesima debàcle, sono fatti in testa, dove se la giocano per lo sprint finale i tre maggiori indiziati, ossia Feralpi, Pro Sesto e Pordenone. La Feralpi veleggia ora a quota 57 punti e ha dalla sua anche la possibilità di affrontare in casa la Pro Sesto proprio nell’ultima giornata di campionato. Insomma ha in mano anche la grossa chance del colpo da ko che la rende in questo momento la superfavorita.

 

CAMBIO PANCHINA DOPO LA SCONFITTA COL NOVARA

 

E adesso? Già, adesso cosa facciamo? E’ dura – calcisticamente parlando – fare pronostici e individuare le mosse più azzeccate da ipotizzare dopo il tuffo a testa in giù nelle gelide acque del Garda. A questo punto la promozione diretta è una chimera, un sogno infranto, ed esistono solo cinque possibilità su cento che possa essere conquistata. Solo per un vero e proprio miracolo. Siamo arrivati a questo punto dopo aver sprecato troppe occasioni, dopo aver attraversato troppi momenti di sbandamento, di calo di tensione in campo. Pareva che, nonostante tutto il negativo vissuto nel campionato,  le ultime prestazioni contro la Juve NG, in Coppa, e la trasferta vittoriosa a Novara ci avrebbero consegnato per le ultime gare una formazione quantomeno unita dal desiderio di ripagare la tifoseria del suo affetto, di provare a dare un senso ad una stagione tribolata, visti gli ambiziosi propositi della partenza. Invece niente da fare. La squadra ha continuato nel suo trend di altibassi, confermandosi così del tutto discontinua e poco affidabile. Sarebbe stato necessario – proprio allo scopo di dare uno scossone all’ambiente e a togliere ogni alibi ai giocatori – provvedere un paio di settimane fa al cambio del tecnico in panchina visto che Modesto alla fine ha fatto peggio di Baldini e non è riuscito a trovare la quadra alla formazione. In altre parole il mister calabro, pur avendo individuato le problematiche, non è riuscito purtroppo a risolverle. Avevo scritto in tempi non sospetti che bisognava fare questa scelta coraggiosa, a dieci giornate dalla fine, cercando uno di quei tecnici che riescono a creare il “clima di emergenza” che induce anche i più “riflessivi” tra i calciatori a dare il tutto per tutto nelle ultime gare di campionato. Vada come vada. Certo che adesso, quando mancano solo otto partite al termine, il margine di recupero si è assottigliato, mentre il distacco dalle prime è cresciuto troppo!  Però bisogna non mollare. Seguiamo gli sviluppi…

LA SOLITA PARTITA SBAGLIATA…

 Passa anche la voglia di raccontare, seppur in sintesi, l’ennesima partita deludente, stavolta però decisiva perché taglia di netto ogni aspirazione alla vetta. I punti di distacco dalla capolista Feralpi Salò sono apparentemente 7, ma in realtà 8 perché alla fine delle ostilità conta anche il dato sugli scontri diretti che ci vede sotto sia in casa che fuori con i bresciani. Recuperare otto punti in otto partite pare utopia. Tanto più che il Lane visto domenica è apparso il Lane non affidabile, vittima di sé stesso, del suo approccio sbagliato alla gara, della sua mancanza di voglia di vincere costi quel che costi. E’ in sostanza una squadra composta da singoli, alcuni dei quali decisamente molto validi dal punto di vista tecnico, ma che paiono giocare più da singoli che da componenti di un collettivo. L’esatto contrario dei più modesti (se presi singolarmente) giocatori della Feralpi che però in campo mostrano coesione e decisione, a noi talora estranee. Il Vicenza scende in campo con una formazione che schiera il meglio del cucuzzaro biancorosso – a parte l’infortunato Ierardi, e forse Begic, Zonta e Cavion che poi però subentrano in corso d’opera – e  apre le danze facendo intendere di voler imporre il gioco. In effetti le occasioni da gol sono nostre, prima con il tiro di Ronaldo, poi con Stoppa che viene chiuso in extremis dalla difesa avversaria, quindi con Ferrari che non ci arriva per un niente su un bellissimo appoggio di Dalmonte. Va registrata peraltro l’unica occasione della Feralpi con l’ex-Guerra che viene bellamente stoppato da Pasini ad un passo dalla rete. Poi torna il Lane con il solito Ronaldo che tira la sua punizione ma Pizzignacco devia sopra la traversa. Segue una gran bella azione del “piccolo Sivori” Della Morte che si fa mezzo campo palla al piede e, arrivato al limite dell’area, lascia partire un tiro forte e preciso su cui però l’estremo bresciano interviene alla grande deviando in corner. Diciamo che ai punti il Lane è superiore, meriterebbe il vantaggio… Meriterebbe, forse, perché sbagliare tante occasioni è un segno di debolezza. In effetti, memori delle gare precedenti, affiora il triste retropensiero del castigo per chi butta via le occasioni da gol per eccesso di prodigalità o forse meglio di sana cattiveria.

 

LA DELUSIONE DEI SEICENTO TIFOSI BIANCOROSSI

 

Cattiveria che invece non manca alla Feralpi. Dopo soli 3’della ripresa, infatti, si materializza il disastro. Il conto da pagare per tante occasioni sprecate. Da un contrasto piuttosto timoroso di Ndiaye sulla trequarti esce, come dal cilindro, un pallone maligno che arriva docile docile a Balestrero (nomen omen) che se lo aggiusta, fa pochi passi e infilza Iacobucci con un colpo di balestra.

L’ex arzignanese Balestrero porta in vantaggio il Feralpi

Un gol di quelli che sanno di sentenza di morte e galvanizzano i padroni di casa, consci della propria forza difensiva e della coesione proprie. Il Vicenza è segnato, prova anche a reagire in un paio di occasioni, con Stoppa e Ferrari, ma non è giornata. I cambi voluti da Modesto non aggiungono nulla al copione della gara che scivola via senza brividi, con la Feralpi ormai consapevole di essere riuscita ad imbrigliare la concorrente più famosa. Al 39’ Cavion, subentrato al posto di Ronaldo, tenta ancora il tiro della domenica ma non riesce a centrare lo specchio della porta. Finito qui? Macchè! La Feralpi non si fa distrarre neanche per un minuto e, anzi, raddoppia iscrivendo il più classico dei risultati sul match dell’anno. Il 19.nne Musatti, entrato al 41’, vuole lasciare il segno sulla gara: la nostra difesa va in bambola, con Ndiaye e Pasini che permettono al liberissimo ragazzino dalle belle speranze di fare un gol per lui importantissimo e per noi ferale. Cala così il sipario sul Vicenza, tra i fischi e le urla delle centinaia di tifosi biancorossi giunti qui con legittime speranze di vedere un’altra partita, e un’altra squadra. Anche per loro (oltre seicento) la delusione è cocente e la manifestano chiaramente.

La squadra più difensiva del girone, appunto la Feralpi Salò, ha vinto la grande sfida, quasi a dimostrare come sostengono molti tecnici e addetti ai lavori che il campionato si vince se hai la difesa più forte. Non  è certo un dogma ma anche stavolta ha funzionato contro di noi, che di reti ne abbiamo segnate a caterve (54) contro le 32 dei bresciani.

 

VEDIAMO COSA FA IL LECCO…

 

Il tifo, si sa, è una gran brutta bestia perché illude spesso e volentieri, portandoti fuori pista. Ma è anche il sale del calcio. Per questo, e pur confermando quanto scritto sopra, rimane aperta pur sempre una flebile assurda speranziella. Per dire: mercoledì pomeriggio la capolista passa dal lago di casa a quello di Lecco, dove l’aspetta la squadra locale con i suoi 52 punti. Chiaro come il sole che i lecchesi hanno in testa una cosa sola. Battendo la Feralpi tornerebbero in corsa alla grande, a soli due punti dalla capolista e con vista sulla promozione diretta. Noi ovviamente tifiamo Lecco per stavolta e zitti zitti scendiamo in campo contro la Virtus Verona, provando a batterla. Dico provando perché con il Lane ormai c’è ben poco di sicuro. E poi, ma è ultraimportante, la Virtus è tutt’altro che una squadra alla portata. Altrochè! I veronesi, dopo aver lottato per salvarsi, nelle ultime gara hanno preso il treno rapido e grazie ad una serie di grandi partite, hanno scavalcato le concorrenti issandosi a quota 42 della classifica. Un bel posto di centroclassifica, fuori dalle sabbie mobili, che consente ai virtussini di Gigi Fresco (l’immortale allenatore- manager- proprietario) di giocare in tutta tranquillità, con la voglia matta di far vedere i sorci verdi al Lanerossi Vicenza. Servono altre parole? Non credo proprio…

Casarotto avrà i suoi tifosi pronti a sostenerlo

Luciano Zanini

 

 

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