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Ripartire dalle macerie… se poe fare

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 

 

 

RIPARTIRE DALLE MACERIE? SE POE FARE….

 

L’ultima volta avevo parlato di un vero e proprio massacro, al termine della partita contro la Pro Vercelli, con un Vicenza letteralmente fatto a pezzi dai molto più dinamici risaioli della Pro Vercelli. Pareva un termine azzardato e invece purtroppo si è rivelato azzeccato. La conferma l’abbiamo avuta sette giorni dopo, la classica prova del nove, domenica scorsa di nuovo al Menti contro la Feralpi, e tutto ciò si può dunque sintetizzare con la parolina “crisi”.  Una crisi a tutti i livelli – societario e tecnico – che fotografa con spietatezza il momento negativo vissuto dai biancorossi in questi ultimi tempi. E Domenica – nonostante la città stesse vivendo momenti euforici per via del centenario degli alpini con fanfare e marcette – nel pre-partita si respirava un clima pesante anche a seguito delle prime mosse societarie di “salvaguardia” (fuoriuscita di Paolo Bedin e subentro di Rinaldo Sagramola, con incarichi societari più ampi), per cui era palpabile una sorta di generale timore, direi di rassegnazione.

Sagramola con il presidente Rosso

Succede spesso nel calcio che a fronte di vicende societarie movimentate, la squadra sì impegni per conto proprio in campo, dando del suo meglio, estraendo dal cilindro energie inaspettate. Certo, succede nel calcio ma stavolta non è successo a Vicenza. La squadra ha mostrato ancora i propri limiti, già segnalati più volte, e non ha saputo mettere insieme un’idea di gioco decente. E’ stata fin dall’inizio soverchiata dai bresciani di mister Vecchi. D’altra parte va detto che, nonostante qualche passo falso recente, la Feralpi Salò rimane una delle candidate di prima linea per la vittoria finale. Per batterla bisognava tirare fuori i famosi attributi tanto invocati dai tifosi. Era l’ultima chance per dare un segno e riprendere il camino. Cosa puntualmente non avvenuta in ragione di un Vicenza incapace di farsi valere, giustamente sconfitto senza attenuanti.

 

NON SI SALVA NESSUNO

 

E l’avvio di partita, ma non ci vuole Mario Sconcerti o qualche professore di calcio per capirlo, è proprio di quelli deludenti, che fanno cadere le braccia, con la Feralpi che sembra dire: oggi ci siamo noi a farvi la festa! Sin dall’inizio si muove meglio, ha geometrie, tira pure in porta (merce rara tra i nostri avanti, visto che l’unico tiro biancorosso degno di questo nome lo scaglierà al 47′ il bendato loco Ferrari, infortunatosi al 33′ nello scontro con Bacchetti) e va più volte vicino al bersaglio, in particolare con Siligardi e Pittarello al 44′. Il pubblico rumoreggia, si lamenta, chiede la testa di Baldini, il quale non si raccappezza più e si limita a muovere i giocatori come sulla scacchiera, ma non sortisce effetti. Nella ripresa sostituisce uno spento Scarsella con Rolfini, ma sarà un’operazione poco redditizia visto che il neo entrato non incide, anzi. La Feralpi invece macina e l’ex Guerra si mangia un gol fatto che grida vendetta sul lago di Garda, meno male per noi.

C’è un bel tiro di Dalmonte (forse il meno peggio) che però Pizzignacco riesce a neutralizzare con una sicurezza, ma è sempre la Feralpi a dominare, a mostrare idee sul campo e a creare occasioni da rete.  Idee che si concretizzano, come fosse un atto dovuto, al 20′ quando – ironia della sorte – l’ex- Arzignano Balestrero, dopo averci provato poco prima, realizza un gran gol, in cui si assommano classe e fisicità. Servito in area da Icardi, mantiene il controllo del pallone ed effettua una girata perfetta rasoterra che va ad infilarsi, sulla sinistra di Confente, il quale nell’occasione non poteva farci granchè. Con un gol del genere sul groppone, l’entusiasmo dei bresciani vola a mille, e per il Lane, contestato e fischiato, è davvero notte fonda. Non è che il biancorossi non ci provino a fare qualcosa, a cercare di raggiungere almeno il pari, tant’è che prima del termine della gara ci arrivano pure in rete (autorete di Legati), poi annullata per un fallo su di lui di Ferrari, ma si tratta di una reazione scomposta, lasciata alla libera interpretazione dei singoli anzichè essere frutto di gioco organizzato. Si arriva così alla fine con la mazzata in capo e lasciamo perdere fischi, contestazioni e altro. Siamo giunti alle macerie. Bisogna ripartire.

UN SALUTO A BALDINI

 

Se guardiamo al passato, a quello che è stato e non è stato, a ciò che si doveva fare etc. etc. verosimilmente non si va da nessuna parte. La frittata è fatta e ora bisogna ripartire dalle macerie  create da chi ha condotto la squadra sin qui. Dal punto di vista umano spiace quando avvengono rotture traumatiche, quando si interrompono legami sorti tra tecnico e tifosi. Tanto più che Francesco Baldini qualche merito non da poco l’aveva conquistato sul campo – come noto – sfiorando la salvezza in quel di Cosenza, dove siamo caduti però in maniera molto deludente, senza mostrare capacità di reazione, voglia di combattere sino all’ultimo secondo, grinta feroce. Ebbene, pare strano ma proprio adesso ricordando quell’episodio spiacevole mi si apre una nuova luce, ossia penso che la caduta del Vicenza di allora e il comportamento della squadra edizione 2022/’23 siano in sostanza “figli” del tecnico Baldini. Capace di entusiasmare per quattro giornate cogliendo altrettante vittorie di seguito nel campionato scorso, ma poi di fallire l’impresa della salvezza. Capace di accendere i tifosi (me compreso) ad inizio torneo con vittorie eclatanti, raffiche di gol che hanno probabilmente illuso l’ambiente, ma incapace alla fin fine di allestire una squadra organizzata nei tre reparti e in grado di fare gioco come ci si aspetta da una pretendente alla vittoria finale. Ecco spiegate le prime delusioni, le prime sconfitte aventi come denominatore comune la mancanza di autorevolezza e appunto di gioco all’altezza. Fine della trasmissione. Un in bocca al lupo a Baldini, uomo onesto e sincero. Da subito il nuovo tecnico dovrà – mi auguro – conoscere in fretta l’ambiente, i giocatori, e la tifoseria. Dovrà mettere assieme una formazione che corrisponda alle attese, che sappia giocare con ordine e determinazione, difendersi bene in primis e poi fare gioco partendo da una retroguardia sicura. Nelle ultime partite proprio la difesa ha fatto letteralmente acqua e contro la Feralpi si è mostrata del tutto inadeguata.

Baldini

Dopo l’esonero ecco l’arrivo del nuovo mister con Francesco Modesto che subentra con l’entusiasmo di un giovane  e che dichiara: Per me questa è  un’opportunità molto bella da intraprendere, in una città stupenda, dove il calcio si respira appena arrivi. Io ci ho giocato in questo stadio e poi sono venuto qui anche come allenatore quando ho affrontato il Vicenza, è qualcosa di bello entrare qui, quindi grazie di avermi dato questa opportunità, adesso tocca me tirar fuori il meglio da questa squadra per raggiungere gli obiettivi che mi sono stati dati”.

Modesto

XIII GIORNATA, LA STRADA E’ APERTA

 

Fissiamo le basi su cui costruire il rilancio in questo campionato di Lega Pro obiettivamente pazzo, interessante, se lo si guarda con occhio libero dal tifo. Dopo dodici turni in vetta c’è la nuova coppia Pordenone-Renate appaiata a 23 punti, ossia 6 punti sopra i biancorossi che ne hanno buttato nel cestino almeno una decina. Avesse giocato secondo premesse il Lane sarebbe quantomeno a 27 punti. Poi, sempre in alto, ci sono la Feralpi grazie ai tre punti presi meritatamente a noi (22), Novara e Lecco (20), Padova a 19, Arzignano a 18 (questa la vera sorpresona) e quindi il Lane. Con tutto quello che è successo, mi pare ragionevole pensare che se il Vicenza ritrovasse la sua identità e la forza intrinseca da mettere in campo, beh non riesco a nascondere un certo ottimismo. Che deriva dalla consapevolezza dei mezzi in capo al Lane, uniti al gioco e alla bravura del nuovo allenatore.

Tutto risolto? No, di certo, ma la ricetta giusta potrebbe essere proprio questa. Il nuovo AD Rinaldo Sagramola conosce bene la piazza avendo già svolto funzioni di dirigente in passato, ma soprattutto è persona che ha vissuto poi situazioni emergenziali, peggiori della nostra, riuscendo a cogliere traguardi eccellenti. Ricordo qui la cavalcata del Palermo che in pochi anni è passato dalla serie D alla serie B, dove attualmente milita. Ovviamente sono due situazioni diverse ma il tema è lo stesso: ricreare le condizioni tecniche e ambientali giuste per il recupero della fiducia e della determinazione a risalire la china. La scelta del nuovo allenatore è fondamentale e qui si gioca il futuro prossimo del Vicenza. A favore di Sagramola, però, gioca un elemento che a mio avviso è essenziale e decisivo: la spinta dei tifosi biancorossi al Menti e fuori le mura. Un elemento che mostrerà i suoi effetti benefici non appena le cose cominceranno ad ingranare. Ma bisogna fare presto, perché i punti da fare sono tanti e nessuno è disposto a fare regali. Forza Vicenza.

 

Luciano Zanini

 

 

 

Sull'Autore

Federico Formisano