IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B
UNA attro legnate buscate a Monza (che avrebbero dovuto servire da monito), e visto il risultato successivo contro l’Ascoli – tutto sommato ben incoraggiante –, pareva quasi impossibile assistere ad una partita come quella giocata dal Vicenza sul campo delle rondinelle bresciane domenica-pomeriggio scorsa. Eppure è quello che è successo. Dopo la vittoria contro i piceni le quotazioni di mister Brocchi erano magicamente risalite alle stelle (dalle stalle o quasi in cui si trovavano giacenti solo una decina di minuti prima della fine del match contro i marchigiani) e tutto pareva orientato ad un serrato impegno da “vita o morte” dei nostri biancorossi. Al Menti e fuori casa. Mi era parso, tutto sommato, che dopo una vittoria “autostimante” come quella ottenuta ad una manciata di minuti dalla fine contro Sottil e compagni, il Lane avesse ritrovato entusiasmo, autostima appunto, e benzina per proseguire lancia in resta nelle ultime decisive gare di fine torneo. E Invece? Tutto annullato. Tutto rimesso nel cassetto della frase “adesso dobbiamo pensare al Crotone, perché quella sì è decisiva …”. Non è che sia molto stimolante sentire una frase del genere, tanto più che ogni partita ha una sua storia e ognuna va giocata – in particolare per chi deve salvarsi – senza inutili o dannosi calcoli. Serviva invece – soprattutto dopo quindici giorni di sosta, e giustamente pretesa dai tifosi – una fame da lupi, una voglia di spaccare il mondo, ferocia (…calcistica, ovvio) da vendere e non mollare mai.
LA SPEDIZIONE DEI MILLE …. BIANCOROSSI
Si dice che anche dalle sconfitte bisogna ricavare ammaestramento per il futuro. Ecco, da Brescia non riesco a ricavare granchè se non una cosa, peraltro assolutamente importante: il meraviglioso tifo biancorosso. Se in campo i nostri “colori” ancora una volta sono clamorosamente mancati, sugli spalti al contrario c’erano, eccome se c’erano. La vorrei chiamare un po’ retoricamente la “spedizione dei mille”, perché l’entusiasmo e il sostegno che i tifosi del Lane hanno mostrato prima di tutto a giocatori e tecnico, e poi al pubblico lombardo, sono stati addirittura commoventi. D’accordo che la passione e il tifo sono fenomeni difficili da catalogare per chi ne è immune, però a Brescia c’è stata l’ennesima dimostrazione di quanto sia amato dai suoi supporters il Lanerossi Vicenza. Circa mille vicentini, uno più uno meno, si sono installati sugli spalti del Rigamonti e per tutta la durata della gara hanno urlato, tifato, spinto i loro giocatori. Senza riuscire purtroppo a far lievitare la squadra. Peccato, ma sono convinto che ogni nostro giocatore si sarà un po’ vergognato di tanto affetto non ricambiato: chi più chi meno!
ANCORA UNA VOLTA IL VUOTO
Era convinzione generale che fare punti a Brescia sarebbe stato un’impresa. Anche un pareggio sembrava un punto dorato, di platino. Un terreno molto difficile per noi, dove giostra una squadra di alta caratura, ben organizzata e pure ben guidata. Se Pippone Inzaghi è stato estromesso da Cellino pochi giorni fa, questo non significa che le cose andassero così male. Certo è che l’avvento di Corini, bresciano e perfetto conoscitore della piazza – avendo già allenato qui con grande successo – non è stato un salto nel buio. Prima uscita e prima vittoria. Una vittoria addirittura incommentabile – almeno nel primo tempo – visto che al 45’ e rotti, il Brescia aveva tirato verso la porta 17 volte contro il nostro zero. Parliamo insomma di vuoto pneumatico del Vicenza che in campo non si è proprio visto e la volta che l’ha fatto (sempre nella prima frazione di gioco) è stato per mangiarsi l’unica occasione d’oro creata, quando su azione Da Cruz-Dalmonte lo stralunato Diaw ha bucato maldestramente l’occasione della giornata, impappinandosi davanti a Juronen. Prima e dopo solo Brescia. Sul 2 a 0 c’era ormai poco da fare per la rattrappita formazione nostra, e, a parte un paio di occasioni (peccato l’errore di Meggiorini su input di Maggio), il destino pareva segnato con le rondinelle che potevano pure esagerare volendo. Tornati a Vicenza bastonati, ai nostri non è rimasto che incamerare amarezza, sconfitta e biasimo per trasformarlo in carica vitale da utilizzare contro i calabri de Crotone, mercoledì sera al Menti. Non è andata così, purtroppo.
CHE DELUSIONE IL PARI CON IL CROTONE
Se a Brescia siamo rimasti delusi per il non gioco e l’inadeguata tigna espressa sull’erba del Rigamonti, pur tuttavia una sorta di consolazione ci ha tenuto sù: la consapevolezza della partita molto difficile e della qualità superiore degli avversari. Di natura diversa invece è stata, ed è, quella provata al termine della gara – per certi versi decisiva – contro il Crotone. Una delusione che nasce dal non aver saputo giocarsi le proprie carte contro una formazione sotto di noi in classifica, anche se in campo ha mostrato buona organizzazione di gioco, grinta e capacità di tenere sotto controllo la gara. Doveva essere vittoria e invece per poco abbiamo pure rischiato il naufragio quando il rumeno Nedelcearu ha preso la traversa al 40’ del secondo tempo.
Come detto a più riprese in serie B non ci sono partite facili, ma al Lane è mancato il gioco adeguato, la capacità di imporsi sugli avversari che, come detto, hanno dato prova di saperci fare, oltrettutto avendo giocato per oltre metà gara in dieci. Cosa è successo? Lo ammette a fine gara lo stesso Brocchi:” Abbiamo giocato male, c’è poco da dire, abbiamo delle lacune. Se avessimo la forza di vincere spesso, non saremmo in questa posizione. Seppur con una prestazione poco entusiasmante abbiamo avuto però quattro occasioni da goal. Per vincere la partita dovevamo buttare dentro il pallone, e saremmo qui a parlare di altro.” Alla mia domanda se avesse da farsi una qualche autocritica personale, il mister ha ribadito che i ragazzi scesi in campo sono quelli più in forma e adatti al tipo di partita:” Forse poteva darmi qualcosa in più Diaw sul lato destro, come avvenuto in altre occasioni: invece oggi ha avuto più difficoltà a trovare la posizione con le conseguenze del caso.” Insomma, nonostante la grande delusione, testimoniata dai fischi e sfottò finali della curva sud e dei tifosi, Cristian Brocchi si dice pienamente fiducioso nella sua squadra. Di questo gli va dato atto: il Lane, nonostante tutto, rimane ancora in corsa pur avendo buttato alle ortiche un’occasione d’oro. A proposito: Meggiorini, dopo i gol mangiati, devi rifarti a Benevento!
MASTELLA & C. ASPETTANO IL VICENZA PER FARE PUNTI
Dobbiamo presentare la squadra del Benevento? Si, però serve poco spazio perché la carta d’identità è semplice da raccontare. Si trova a 57 punti in classifica, ma potenzialmente può dirsi a quota 60, ossia a tre punti dalla Cremonese che mira alla promozione diretta. Diciamo “potenzialmente” – e pure lo auspichiamo di cuore – dato che ha una partita da recuperare. Contro la nostra concorrente diretta, alias Cosenza. Ovvio quindi il nostro tifo per la squadra campana in questo caso, e ci mancherebbe. Frattanto, però, siamo noi a dover scendere allo “stadio di Clemente Mastella”, politico nazionale di lungo corso, sindaco della città, ma soprattutto tifoso sfegatato dei giallorossi. Contro una formazione di alto livello che ha vinto 16 partite, pareggiate 9 e perse 7. Ha segnato 55 gol subendone 30. Una carta d’identità già eloquente di per sé, arricchita dai nomi dei suoi giocatori di maggior qualità. Alcuni: Insigne, Improta, Glik, Sau, un certo Lapadula etc. etc. Basta così: stavolta dobbiamo finalmente voltare pagina dal primo minuto.