IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B
Parliamo spesso della “prova del 9” per dire di una cosa accertata, o che un ragionamento fila per il verso giusto. Nel nostro caso di tifosi del Vicenza, ci troviamo invece – volenti o nolenti – di fronte alla “prova del 13” da superare: la partita di sabato contro il blasonato Brescia di Pippo Inzaghi. Dal cui esito può dipendere (senza retorica) il futuro dei biancorossi in questo amaro campionato cadetto 2021/’22. Nel calcio si parla anche troppo di gare decisive, determinanti, magari solo per caricare un ambiente sportivo o la tifoseria con le gomme a terra. Contro il Brescia, appunto nella 13.ma giornata, è tutta un’altra storia. Contro il Brescia, il Lane si gioca concretamente buona parte del proprio futuro senza tanti giri di parole. Ho provato a cercare nella memoria un inizio di campionato così brutto e soprattutto così devastante dal punto di vista del punteggio.
UN GIRONE D’ANDATA CHIUSO A 13 PUNTI …
Ricordo il girone d’andata di un campionato di tanti anni fa, sempre in serie B, terminato con 13 punti in classifica. Con un tale punteggio le speranze di salvezza potevano vivere solo nella testa di pochi eroici tifosi ciechi d’amore per la maglia del Lane. Eppure, nonostante il fallimentare avvio, grazie agli azzeccati innesti del mercato invernale la nostra squadra riuscì a capovolgere la situazione disperata, e salvarsi con una giornata d’anticipo. Ce la faremo anche stavolta? Difficile a dirsi anche se la speranza è l’ultima a morire. Oggi, a metà novembre 2021, contiamo sulla “miseria” di 4 punti. Un bottino miserrimo frutto dell’unica vittoria contro la peggior formazione cadetta, il Pordenone, che non ha mai vinto, e del pareggio col Monza. Se guardiamo alla situazione con occhio disincantato, viene da sudare perché ormai mancano solo 7 partite alla fine del girone d’andata e il calendario è semplicemente impietoso. Per arrivare, ad esempio, ai 13 punti di quel lontano campionato, da prendere come emblema di rinascita, bisogna farne 9 da qui alla fine del girone. Visto il ruolino di marcia del Vicenza non sarà certo un’impresa facile, anche perché dovremo affrontare le tre squadre più forti del torneo. Ora come ora mi viene difficile parlare di rinascita, e proprio contro la capolista Brescia, che sabato sera scenderà al Menti con la chiara intenzione di portarsi a casa quantomeno un pareggio, se non l’ intera posta.
LANCIARE IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO
Il percorso dei biancorossi sino ad oggi è ben conosciuto dagli addetti ai lavori e soprattutto dai tifosi che sperano però, sempre e comunque, nella vittoria ogni volta che la squadra scende sul terreno di gioco. Troppe sono state le delusioni, un po’ troppa anche la sfortuna, ma alla fine il campo dice la verità: se la squadra è forte, se può salire in alto, se può salvarsi. Noi siamo in piena zona retrocessione, e per sperare di uscirne è necessario lasciare da parte calcoli più o meno approfonditi e lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Ogni partita d’ora in poi va affrontata come fosse una finale, senza guardare alla classifica dell’avversario, senza timore reverenziale, altrimenti diventa pressoché impossibile riemergere dalla palude in cui ci siamo cacciati. In attesa del mercato di gennaio, da cui peraltro diventa obbligatorio attingere i giusti rinforzi (ne parleremo più avanti), l’unico obiettivo del Lanerossi Vicenza è quello di fare più punti possibile. Poco importa come: senza una manciata di punti consistente, conquistati sul campo da qui a fine girone, ogni prospettiva di salvezza viene a cadere. Rovinosamente. Dunque, non importa chi hai di fronte, perché se guardi ai nomi ti deconcentri. E i nomi sulla carta ci sono, eccome.
UN CAMMINO IRTO DI DIFFICOLTA’
Il primo di turno, come detto, è il Brescia. Subito dopo è la volta del Crotone (fuori casa) che veleggia nei bassifondi della classifica – direi sorprendentemente visto che la formazione calabra poggia su una rosa di tutto rispetto -, ma all’inizio del campionato puntava quantomeno ai playoff. Il terzo step è rappresentato dal Benevento, una delle aspiranti più titolate alla promozione in serie A, dove era arrivata di recente proprio sotto la guida di Pippo Inzaghi.
Ci sono poi le gare contro il Perugia (in trasferta), una neo promossa che si muove un po’ a corrente alternata, ma si trova in buona posizione di classifica; al Menti contro il Como, rivelazione del torneo, posizionato in zona playoff; contro il Lecce che non ha certo bisogno di presentazioni essendo la più accreditata dagli addetti ai lavori per il ritorno in serie A, dopo la delusione patita lo scorso anno. Infine, dulcis in fundo, contro l’Alessandria, pure lei neopromossa (aveva battuto in finale il Padova, che meritava di vincere), posizionata al quart’ultimo posto a quota 8 punti. In sostanza, come si vede, parliamo di un cammino irto di difficoltà, ma da affrontare con la massima decisione e senza tentennamenti di sorta. Sette partite decisive per riprendere un discorso di salvezza che, nonostante tutto, rimane ancora alla nostra portata se sapremo combattere.
ARRIVA IL PIPPO NAZIONALE COL VENTO IN POPPA
Diamo un occhio al Brescia, che scende al Menti con l’intenzione di fare bottino pieno. E’ inutile illudersi che le rondinelle, proprio adesso che hanno ripreso a volare, sostino al Menti per il risultato minimo. No, per Pippone e compagni l’obiettivo è uno solo: tre punti. Lo dico per quel poco che conosco Inzaghi – a proposito, di recente è diventato padre, congratulazioni! – il quale da allenatore è caratterialmente identico all’Inzaghi giocatore: uno che vuole sempre vincere, magari con il gol all’ultimo minuto bruciando il difensore sul filo del fuorigioco. Quanto alla squadra in sé, la carta d’identità del Brescia parla chiaro. Dodici partite disputate, 24 punti in saccoccia, frutto di 7 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Un andamento da prima della classe, la formazione che ha tenuto il passo meglio di tutte le altre. E’ partita subito col piede giusto, infilando tre vittorie consecutive, come del resto il Pisa e l’Ascoli. Poi man mano c’è stato qualche passaggio a vuoto (le due sconfitte) ma con le ultime gare il Brescia pare tornato ai livelli di inizio torneo. Dispone di una struttura nel complesso molto ben organizzata e ben distribuita nei vari reparti, con alcuni nomi di eccellenza per la serie B come Rodrigo Palacio (vecchietto sì, ma uno come lui può sempre inventare il colpo del ko), Bajic, Jagiello, Moreo, Bisoli, Van de Looi e Matheiu. Senza dimenticare i vari Cavion, Bertagnoli, Cistana, Pajac… Insomma una formazione forte da ogni punto di vista e che, quanto a prolificità, si caratterizza per 23 gol fatti (14 subiti). Quasi l’esatto contrario del nostro Lane che ne ha messi a segno 10, subendone ben 24. Naturalmente se guardando a questi numeri diventa difficile essere ottimisti, certo. Però sono pur sempre numeri sulla carta che, ad un Vicenza forte del suo blasone, del suo passato, della spinta dei tifosi e della voglia di voltare pagina, possono contare fino ad un certo punto.
Luciano Zanini