EVIDENZA Serie B

Primo pareggio, ma possiamo sperare?

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B

 

Dal Disastro umbro alla speranza brianzola

Partiamo dal funereo pomeriggio di sabato 23 ottobre per mettere insieme il puzzle intitolato “Lanerossi Vicenza – inizio stagione 2021/’22”, riferito alle prime dieci giornate. Si dice spesso e volentieri che una volta toccato il fondo non si può che risalire. I proverbi sono saggezza popolare e, anche in questo caso, il detto dovrebbe farci da guida. Avevamo lasciato il Vicenza, dopo la sconfitta subita per mano della Reggina, con una certa speranza di poter registrare dei cambiamenti nella squadra e soprattutto nelle teste dei giocatori. E, anche in ossequio alla famosa legge dei grandi numeri, confidavo che a Terni si sarebbe potuto finalmente trascorrere una giornata almeno immunizzata da ogni sf..ortuna, quella stessa sfortuna che – non nascondiamocelo – più volte ha tartassato il Lane, sotto forma di pali, traverse e Var. Però si può tirare in ballo la malasorte solo fino ad un certo punto, perché poi diventa una giustificazione quasi patetica. Come è successo a Terni. Qui il Vicenza si muove in avvio con il piglio giusto, imposta un gioco sensato e adatto a questo tipo di trasferte, tanto che dopo una ventina di minuti proprio i biancorossi costruiscono la pregevole azione che porta Dalmonte a toccare la sfera per Filippo Ranocchia, appostato al limite sinistro dell’area: gran botta in diagonale, ma il palo dice no. Non si segna neanche  stavolta, ma che sfortuna!  Poco dopo, da calcio d’angolo, Pasini in elevazione riesce a colpire bene ma indirizza male e così sfuma la possibilità di fare gol.

Arriviamo ancora  fiduciosi  al 30’, con una Ternana sino a quel momento pressoché non pervenuta, ma ecco arrivare la solita doccia fredda. Quando Cappelletti, invece di ostacolare come dovrebbe il suo uomo, gli fa “carezze” e così Partipilo (diventato da qui in poi una specie di rambo, migliore in campo) lo salta, appoggia al centro, velo di Donnarumma per Palumbo tutto solo, e rete. Dieci minuti dopo i rossoverdi raddoppiano con il suddetto Partipilo e per il Lane è notte fonda. Fonda e oscura perché il secondo tempo tocca livelli inediti, con la nostra squadra in balìa di Donnarumma e compagni, che infieriscono sino a confezionare quasi un cappotto, in stile umbro. Segna due volte il bomber ex-Empoli e anche Partipilo fa il bis. 5 a 0 è un risultato che, da qualunque lato lo si voglia prendere, non ammette discussioni o giustificazioni di sorta. E’ debàcle, è disastro. La sfortuna iniziale svanisce come fumo al vento. Ogni commento diventa superfluo, tanto che a fine partita giungono camionate di scuse da parte del tecnico, dei giocatori e della società. Evidente peraltro che dopo una batosta del genere non sia facile connettere e riprendersi. Si può capire lo stato d’animo vissuto dall’intera compagnia biancorossa dal post-partita sino allo scorso mercoledì sera. Sino alla partita più decisiva di questa prima parte del campionato. La decima. Vicenza contro Monza per tornare a sperare. Brocchi contro i suoi fantasmi per evitare la quarta stecca fatale.

Evitata la quarta stecca, si può continuare a sperare

 

Proprio  mercoledì sera – neanche fosse una tragedia greca – si assiste alla rappresentazione di uno spettacolo calcistico che potremo chiamare di “ morte e risurrezione”, con i biancorossi di casa nostra che alla fine del primo tempo paiono destinati all’ennesimo passo falso, questa volta veramente decisivo sia per il morale che per la classifica. Personalmente – lo ammetto ora a mente fredda – ero convinto che il Lane non avrebbe potuto cambiare l’inerzia della partita, dopo aver visto nell’ultimo quarto d’ora un Monza tipo (in micro naturalmente) Barcellona, che palleggia su e giù per il campo rendendo impotenti i nostri giocatori. Evidentemente  piegato dal gol di Mazzitelli, segnato al 35’ su perfetto assist di testa di un Bruscagin andato in bambola, il Lane è caduto in black-out e il Monza ha fatto quello che ha voluto. Per nostra fortuna con un limite determinante: non ha saputo o potuto affondare il colpo del ko e questo ha sicuramente pesato sul corso dell’incontro.

Al rientro, infatti, come per incanto (il calcio regala spesso colpi di scena del genere) il Vicenza dimostra subito di essere un’altra squadra. Completamente diversa da quella rassegnata e abulica del primo tempo. E pure la musica in campo cambia. La suonano i biancorossi berici che diventano aggressivi e decisi, corrono e impostano, appaiono rinfrancati e sicuri di sé. Il Monza, dapprima incredulo, è costretto poi a fare i conti con la nuova realtà e ne esce una bella partita frizzante e ricca di capovolgimenti di fronte, anche perché la pressione del Lane lascia spazi ai brianzoli, tra cui spicca per classe superiore evidente un piccoletto che farà parlare di sé, Samuele Vignato, classe 2004 e  scuola Chievo (purtroppo sparito dal calcio). Un trequartista rapido, capace di saltare l’uomo e di impostare il gioco: un predestinato che fa spettacolo da solo. Vignato a parte, quello che conta è però che il Lane si applica e finalmente gioca come dovrebbe, sostenuto dalla solita calorosissima curva che spinge e sostiene come nessuno i nostri biancorossi. E alla fine arriva il gol, quello che ci voleva, da calcio d’angolo su colpo di testa del gigante Ierardi che finalmente festeggia come si deve il suo ingresso in squadra da titolare. Siamo ad un quarto d’ora dalla fine e ora si può tentare di mettere a segno la seconda rete e vincere. Ci provano Di Pardo e Ranocchia, poi Brocchi inserisce Meggiorini e Crecco sperando in qualche invenzione dell’ex-Chievo. Ma siamo alle battute finali e in casa Vicenza si capisce che tutto sommato questo pareggio è buono, non tanto e non solo per il punto conquistato contro una delle squadre più forti, quanto perché si sono ritrovati lo spirito e il gioco giusti, con cui proseguire il torneo.

 

Brocchi e Stroppa la vedono uguale. Ma ora il Lane deve confermarsi

 Avevo scritto nei miei servizi precedenti che avrei fatto un primo bilancio sul campionato del Lane almeno dopo la decima giornata. Ma ora  sono costretto ad attendere ancora un pò, il tempo di giocare le prossime due partite. Partite-verità, perché si va in trasferta per due volte, contro formazioni (tanto per cambiare) forti. La prima è il Parma che non ha bisogno di presentazioni vista la rosa di cui dispone, capeggiata dalla vecchia gloria Gigi Buffon, la seconda quell’Ascoli che aveva iniziato a mille il suo campionato. Basti dire che saranno due gare da affrontare quantomeno con lo spirito e la determinazione mostrate nel secondo tempo della partita contro il Monza. E’ un banco di prova decisamente crudele che dirà, questa volta senza più ulteriori rinvii, cosa vale il nostro Vicenza e quali prospettive reali ha in questo torneo. Se crediamo alle parole del tecnico brianzolo Giovanni Stroppa, solitamente uno che dice quello che pensa, il Vicenza è squadra quadrata, dotata di buoni giocatori, che vive solo un momento particolare come può capitare a tutti. Del resto, riuscire a giocare come ha fatto il Vicenza nel secondo tempo, dopo aver subito cinque scoppole a Terni, dimostra che la squadra ha i suoi valori e sa giocare al calcio. Noi abbiamo il torto di non aver colpito per la seconda volta nel primo tempo, poi è uscito un bel Vicenza che ci ha costretto al pari.

Stroppa in conferenza stampa (foto Zanini)

L’analisi di Stroppa coincide con quella di Cristian Brocchi che, in conferenza stampa pareva ancora sotto stress partita:” Avevamo di fronte una delle squadre più attrezzate della serie B, giocatori che hanno militato per anni in serie A, un mix di esperienza e di talenti, come il giovanissimo Vignato. Non era facile giocare dopo la botta di Terni e il primo tempo è stato di marca monzese. Nel secondo invece le cose sono radicalmente cambiate: ai ragazzi avevo detto di dare tutto, ma proprio tutto. E così è stato. Il Vicenza che voglio vedere è quello del secondo tempo e in questo senso sono fiducioso per il futuro.”  Tutto giusto, tutto regolare, ma ora la spietata legge del calcio ci porta a lunedì sera, al Tardini di Parma. Dove ci auguriamo di vedere il vero Vicenza, quello del secondo tempo.

 

Luciano Zanini

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