IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B
Non facciamoci illudere dalla prima vittoria
Nessuno vuole sminuire l’importanza della prima vittoria, conquistata dal Vicenza a Lignano contro il fanalino di coda Pordenone. Correva il 3 ottobre, e tutta la compagnia biancorossa – intesa come squadra, società, tifosi – era in frenetica attesa del primo squillo che segnalasse l’agognato primo successo dopo una serie di batoste che si fa veramente fatica a ritrovarle negli archivi dei tanti campionati giocati dal Lane. Per carità, di partenze del genere – diciamo alla diesel (intesa come motore, non come azienda…) – il Lane ne ha inanellate una certa dose, ma certamente questa delle sei sconfitte di seguito è da podio delle negatività. Così va il calcio che prende e da. Dopo sei rovesci, e lo risottolineo, accompagnati da una buona dose di jella, ci voleva assolutamente il cambio di passo. Per me non c’erano alternative, l’avevo scritto chiaramente, alla vittoria pena la triste strada del non ritorno.
Il successo è arrivato e a questo punto, complice la sosta – che talora è negativa, soprattutto per le squadre in forma e vincenti, tal’altra balsamica come nel caso nostro -, ecco tornare il sorriso, e un certo ottimismo della ragione. Dico ottimismo della ragione, perchè si tratta appunto di considerare che il disastroso inizio di campionato non è imputabile solo alla conduzione tecnica precedente, quella di Mimmonostro, ma anche alla serie di negatività di cui abbiamo scritto in precedenza. In particolare alcune decisioni del Var, alcuni infortuni, alcuni giocatori rimasti ai bordi perchè non ancora calati perfettamente nel gioco, oppure fisicamente non pronti per scendere in campo. Ora, dopo sette giornate, il clima di campionato c’è tutto, le squadre che vanno per la maggiore si stanno ritagliando i posti in prima fila. In particolare il Pisa dei miracoli e della torre pendente, che ha messo il turbo da subito, grazie anche alla bella novità rappresentata dal talentuoso giovanissino Lorenzo Lucca, che sta facendo sfracelli (a proposito, se penso che anche lui ha vestito la maglia biancorossa…). Le altre, ossia le nostre concorrenti alla salvezza (perchè ora di salvezza e solo di salvezza possiamo e dobbiamo parlare) sono davanti a noi di una manciata di punti, e il Vicenza ora ha un unico obiettivo: riprenderle e riportarsi in zona mediana. Poi si vedrà, ma per ora niente voli pindarici, niente fughe in avanti. Il compito di mister Brocchi è chiaro: ricompattare una squadra sfiduciata e riportarla fuori dalle secche. Un compito che ritengo non così semplice, perchè il torneo di quest’anno mi pare particolarmente competitivo e poi, aspetto proprio da non sottovalutare, la vittoria contro il Pordenone a Lignano – ben definita da “ultima spiaggia” vista anche la località in cui si è raggiunta – è stata conquistata contro una squadra apparsa veramente modesta, allo stato la più debole di tutte. Non illudiamoci quindi che una vittoria, per quanto fondamentale, possa aver risolto i problemi di prima. No! La vera partenza del campionato è quella di sabato pomeriggio contro la Reggina, altra squadra e altra caratura tecnica. Qui vedremo – e lo speriamo di cuore – se il Vicenza è tornato ai suoi livelli, ossia di squadra che può dire la sua come dovrebbe, perchè di gente in gamba ne ha davvero.
La lezione di Lignano, spiaggia dorata
Ribadito che i tre punti conquistati contro i ramarri friulani rappresentano molto più di una semplice normale vittoria, perchè possono ( e devono) diventare il primo gradino per la risalita della squadra, purtuttavia rimane qualche considerazione da fare sulla partita. La prima riguarda il calo di tensione che ha avvolto i biancorossi quando avevano già in mano le chiavi della partita, ossia dopo i gol segnati dal redivivo Longo e dal talentuoso Di Pardo. A una manciata di minuti dalla fine del primo tempo, sei sul 2 a 0, hai la possibilità di chiudere la prima frazione di gioco con un vantaggio significativo, e invece cosa fai?
Ti rilassi nel momento topico…No, non va bene! Per non parlare poi del secondo gol del Pordenone, frutto di una vera e propria disattenzione “suicida” della nostra difesa che ha letteralmente consegnato il pari ai friulani. Cose da non ripetere più, del resto lo stratega Brocchi lo sa bene! Molto positiva, invece, è stata la reazione della squadra tutta a seguito dell’inopinato pareggio. Ecco, qui è venuto fuori quello che dovrà essere il nostro marchio di fabbrica per le prossime partite: il non mollare mai, la voglia di recuperare e di giocare con grinta sino all’ultimo istante. Al di là di tattiche e strategie, che pure sono necessarie, il valore aggiunto del Vicenza dovrà essere lo spirito combattivo dimostrato a Lignano nell’ultimo quarto d’ora di partita. Quanto a mister Brocchi, gli va dato atto di aver disposto i cambi giusti, con gli inserimenti di Dalmonte e Taugourdeau, capaci di dare la vitalità e la spinta che hanno portato al roboante 4 a 2 finale. Bene anche Meggiorini che ha “creato” il rigore e lo ha trasformato. Ma ora, come detto, si apre un nuovo libro che può essere bello purchè ognuno faccia la sua parte sino in fondo.
Arriva la Reggina, squadra quadrata e motivata
La gara di sabato contro i calabri della Reggina assume, a mio avviso, grande importanza perchè si tratta di misurarsi – e al contempo di misurare le proprie forze – contro un’avversaria di primo piano, costruita per stare in alto, e magari per fare il salto di categoria. Partiamo dal suo tecnico, Alfredo Aglietti – i tifosi del Lane lo ricordano bene sia come calciatore, sia come allenatore, avendo egli attraversato più volte da avversario la storia biancorossa e, in particolare, in due partite decisive. La prima è nientemeno che la finale di Coppa Italia, grande storica, indimenticabile partita contro il Napoli che decretò la conquista del titolo da parte nostra: tra i partenopei giocava appunto Aglietti. La seconda è la pure indimenticabile, ma nel senso opposto, Empoli-Vicenza, finale dei playout salvezza dell’8 giugno 2012, terminata per 3 a 2 a favore dei toscani, dopo un finale di partita fantasmagorico. “Aglio” allena in serie B da circa 12 anni, la conosce a fondo avendo guidato tra le altre Empoli, Ascoli, Entella, Verona e Chievo (lo scorso anno). La Reggina lo ha cercato subito dopo la disavventura del Chievo, per impostare un campionato diverso da quello precedente, in cui la squadra calabrese ha già mostrato di voler recitare un ruolo da protagonista, disponendo di una rosa di tutto rispetto con il suo mix di nomi importanti e bravi giocatori di categoria.
Ha sinora conquistato dieci punti in classifica, veleggiando ai margini dei playoff, frutto di 2 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta, peraltro comprensibile visto che l’ha subita fuoricasa per mano dell’attuale supercapolista Pisa (2 a 0). Squadra quadrata e motivata, dicevo, in cui spiccano in attacco Galabinov (acquistato sul mercato estivo dallo Spezia, per cui ha messo a segno diverse reti in serie A nello scorso campionato), Ricci, Montalto e Bellomo. A centrocampo: l’esperto Hatemaj (dieci anni nella massima serie), Crisetig, Rivas, Laribi, l’ex-biancorosso Nicolò Bianchi. In difesa gente come Cionek, Lakicevic, Adjapong, Micai (portiere). Insomma vedremo spettacolo e qualità, ma confidiamo nel Vicenza firmato Brocchi!