IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B
“Il neo tecnico biancorosso sarà supportato dall’allenatore in seconda Alessandro Lazzarini, dal tattico e metodologo Stefano Baldini, dal match analyst Davide Farina, dal preparatore atletico Piero Lietti e dal preparatore atletico-recupero infortunati Ivan Robustelli.” Cinque tecnici: questo lo staff del nuovo allenatore del Vicenza Cristian Brocchi, descritto nel comunicato stampa emesso dalla società biancorossa mercoledì scorso, per annunciare urbi et orbi l’arrivo del nuovo tecnico e compagni, dopo la giubilazione di Mimmo Di Carlo.
Mi pare invece (ma forse sbaglio) che lo staff dell’ex-Mimmonostro (l’allenatore in seconda Claudio Valigi, il preparatore atletico Lorenzo Riela, e il match analyst Martino Sofia) non fosse così ben munito (3 elementi) per cui mi viene da pensare alla tipica espressione che un tempo si usava dire nei giochi tra bambini: “Eh no! Così non vale!” Hai voglia di allenare con un simile supporto, tutto perfettino e scientifico. Si parte meglio, molto meglio (da un 5 a 3). Una task force che a prima vista pare molto più completa rispetto all’era mimmica. Tutto questo sulla carta però, visto che lo scorso anno il Monza dei supercampioni (Boateng, Balotelli, etc,) ha finito per cedere il passo al più modesto (almeno sulla carta) Venezia, facendo incavolare non poco il duo padrone Galliani&Berlusconi. Il tempo dirà e, a questo punto, anch’io che ho sempre difeso Mimmo – nonostante vari errori e balbettamenti – prendo atto che si è voltato pagina, augurando al nuovo tecnico e staff le migliori fortune: riprendano il Lane per i capelli e lo rimettano in salvo. Quantomeno. Questo è naturalmente il vero grande obiettivo da perseguire subito, senza fronzoli o giri di parole. Ho usato volutamente il termine “fortune” non a caso, proprio perché a Di Carlo la fortuna non è stata amica. Anzi. Lui ha commesso degli errori, certo, ma ha anche incocciato un periodo nero, avendo un po’ tutto contro. Pure le ultime due partite, susseguitesi a ritmo incalzante contro Pisa e Spal, non è che siano state poi così “fortunate”. E’ mancato il colpo vincente, il Var benigno, il tiro che cambia la partita, insomma il sorriso favorevole di Eupalla, la dea che presiede al calcio. Che evidentemente ha voluto punire Mimmo Di Carlo, senza se e senza ma.
LA REAZIONE C’E’ STATA, PERO’….
Torniamo a sabato 18 settembre 2021: doveva essere la partita della riscossa e della ripresa (lasciamo perdere qui l’abusato termine “resilienza”). E in effetti è stata la gara dell’orgoglio, della voglia di dimostrare di essere vivi e vegeti, un gruppo coeso agli ordini del comandante Mimmo Di Carlo. Avevo immaginato un Pisa forte e così è stato e, del resto, centrare cinque successi su cinque gare, con relativi quindici punti in tabella, è cosa per pochi e scafati. La reazione dei biancorossi alla situazione d’empasse creatasi nelle ultime settimane – con il mister sulla graticola e ben cotto, per essere poi “mangiato”… in tronco – alla fin fine c’è stata. Il campo ha mostrato un Lane voglioso, deciso, pure tatticamente accorto, nel senso che non ha aggredito subito scriteriatamente il Pisa, col rischio di prestare il fianco alle ficcanti incursioni dei suoi giocatori, tra cui in particolare il quasi imprendibile Tourè. Ha ragionato, ha combattuto bene di fronte ad avversari molto forti e ben organizzati, tanto che a fine partita la sconfitta è risultata amara. Perchè allora il Vicenza non ha portato a casa almeno un punto? Per rispondere utilizzo una parola forbita, anziché l’altra più volgare e in auge: la sfortuna.
E’ ANDATO UN PO’ TUTTO STORTO!
Sì, sabato scorso siamo stati sfortunati, e possiamo ben dirlo pur consapevoli che non tutto è stato perfetto, che sono stati commessi alcuni errori. La squadra costruita da Mimmo per l’occasione è risultata diversa dalle precedenti, quasi a voler dare un segnale. Cambio del portiere col ritorno di Grandi (tutto sommato buona la sua gara), cambio in difesa con Pasini dentro e fuori Padella, il sin qui deludente Proia (bella prova la sua, finalmente) messo a fare il trequartista, e là davanti senza punta centrale il duo Dalmonte-Meggiorini (quest’ultimo sempre un elemento che fa la differenza). Il Vicenza ha fatto in buona sostanza il suo dovere per lunga pezza, ma ha incocciato appunto la malasorte. Eccola: partiamo dal meraviglioso gol di Ranocchia, che ha mostrato in quest’occasione la sua classe superiore, annullato per l’intervento del VAR per via di un millimetrico fuorigioco precedente di Meggiorini. Eravamo ancora sull’1a 1, e si può ben capire cosa potrebbe aver significato quel gol (annullato) che ha fatto venire giù il Menti. Una vera e propria carica energetica per i biancorossi. Invece niente: come a Cittadella, il VAR ci ha condannati senza pietà. Poi, come se non bastasse, il più bravo dei difensori biancorossi, Bruscagin, si infortuna e abbandona la partita, seguito di lì a poco da Lanzafame, vittima di uno stiramento pochi minuti dopo essere entrato in campo. Da grande squadra, quale è apparsa, il Pisa ha saputo così approfittare di tutte queste circostanze per colpire in maniera letale verso il fine gara, con Birindelli e Mastinu. Quest’ultimo, autore di una rete di tacco che ha mortificato gli spalti del Menti biancorosso e soprattutto il suo marcatore, il peraltro esperto Calderoni. Ciò detto, il Vicenza ha fatto il suo e la sconfitta non è meritata, pur riconoscendo la superiorità complessiva del Pisa. Un pari ci stava.
IL COLPO DI GRAZIA DELLA “BESTIA NERA”…
I tifosi biancorossi sanno bene che Ferrara costituisce da sempre una tappa indigesta per il Vicenza, tanto è vero che in decenni e decenni i numeri sono tutti a favore della Spal, evidentemente un pò la bestia nera dei biancorossi. Anche per questo c’era forte preoccupazione in vista della partita di martedì sera, non solo per la gara in sé ma, appunto, anche per il fatto di giocarla allo stadio Mazza. Il clima attorno alla squadra non era certo dei migliori, e oltre alla palpabile preoccupazione generale, covava anche qualche “stato d’animo” particolarmente represso (vedi la reazione di Padella dopo essere stato richiamato in panchina dal tecnico): insomma si è giocato sul filo del rasoio. Dopo poco più di un quarto d’ora dall’avvio, ecco immancabile l’ennesimo colpo di sfortuna: l’infortunio di Pontisso che proprio non ci voleva. La ciliegina sulla torta. Ciò nonostante il Vicenza, pur se rimaneggiato quanto alla formazione scesa in campo, ha tenuto bene, reagendo con il bravo Zonta al gol iniziale di Seck. Pari e patta alla fine del primo tempo, con la prospettiva di portarsi a casa un pareggio che avrebbe potuto salvare Di Carlo. Invece è arrivata la beffa di Viviani su punizione, il classico colpo da ko e la partita ha preso una piega diversa. Con il tris di Colombo, che ubriaca mezza squadra, è calato il sipario. Mimmo Di Carlo a Ferrara ha chiuso così la sua avventura di allenatore biancorosso. Voglio rendergli l’onore delle armi perché ha sempre cercato di fare del suo meglio, di lottare, di spronare i suoi. Con lo spirito che lo caratterizzava da giocatore. Avesse fatto almeno due punti in cinque gare saremo qui a scrivere altre cose. Era insomma proprio destino che finisse così, e del resto zero punti in cinque partite sono un atto d’accusa da cui non ci si può difendere. Ora occhi e cuore puntati alla partita di domenica sera contro la Cremonese.
Forza vecchio Lanerossi Vicenza, finisce l’era dei “brocchi” e inizia quella di Brocchi. Lo spero di cuore.
Luciano Zanini