Domani sera affronterà la gara d’andata della finale per andare in Serie A dove potrebbe sbarcare per la prima volta nella sua storia: stiamo parlando del Cittadella che contenderà al Venezia una finale imprevedibile dopo che per strada sono rimaste squadre più ricche o blasonate come Monza, Lecce. Spal, Brescia e Chievo.
Il caso Cittadella è un esempio di come si possa fare calcio in maniera intelligente, senza sprechi e senza sciocche imitazioni dei grandi. Certo ci vuole un direttore sportivo del valore di Stefano Marchetti, che ha creato uno staff di osservatori di primo ordine e una struttura tecnica altrettanto valida.
E non a caso il Cittadella ha avuto tre allenatori in vent’anni, prima Rolando Maran, poi Claudio Foscarini e ora Roberto Venturato, ( e prima per sei anni Ezio Glerean attuale mister della Marosticense) : mai un esonero in due decenni: se non è un record poco ci manca Ma il Cittadella è anche la squadra che spende meno in monte ingaggi. E guarda caso ha affrontato in semifinale proprio la squadra che ha speso di più, il Monza, lasciandola al palo.
Prendiamo il portiere Luca Maniero che quest’anno si è alternato con Kastrati alla difesa della rete granata: cresciuto nel Padova ha giocato in C con Pordenone e Mantova. Il Cittadella ha creduto in lui e ora è un giocatore valorizzato. Ed ha solo 26 anni. Prendiamo Daniele Donnarumma, classe 1992, quindi non più giovanissimo, pescato in C al Monopoli non aveva mai disputato un campionato di B, eppure con 25 presenze ed un gol è stato un titolare quasi inamovibile. O Domenico Frare, 25 anni, pescato al Pontedera in terza serie. O Luca Ghiringhelli (96), al terzo anno a Cittadella che veniva anche lui dalla C (Reggiana, Pavia, ecc.) Oppure meglio ancora Luca Gargiulo (96), 34 partite e 8 gol ma fino a due stagioni fa modesto pedalatore in C con Imolese, Pontedera, Lucchese, passato rapidamente (e poco considerato ) a Bassano. Ma potremmo citare Simone Branca (92), 31 gare e un gol e in precedenza all’Alessandria e al Sud Tirol sempre in terza serie, Marco Rosafio (94) che arriva dalla Cavese, Camillo Tavernelli, attaccante del 1999, ex Gubbio e Sansepolcro e Roberto Ogunseye, 33 partite e 7 reti che veniva da tre stagioni nell’Olbia in Lega pro. Anche se tutti nominano Enrico Baldini, perché ha castigato il Monza con tre reti e gli è stata data fiducia dopo grigie stagioni nel Fano, nell’Ascoli e nella Pro Vercelli.
Sono quasi tutti italiani e quasi tutti illustri sconosciuti, con l’eccezione forse di Manuel Iori che continua ad essere capitano in campo e fuori a trentanove anni e che è passato da Chievo e Torino anche se poi ha giocato 10 campionati con la maglia granata. Tanti illustri sconosciuti pescati nelle serie inferiori, motivati e caricati a molla e pronti a guadagnarsi sul campo la serie A, pronti ad affrontare se Dio vorrà, Ronaldo e Lukaku, Ibrahimovic e Immobile, non quelli dei video giochi o delle figurine ma quelli reali .
Intanto i Gabrielli e Marchetti si sfregano le mani, perché il valore dei loro giocatori è incrementato di due o tre volte in attesa di scoprire il prossimo Diaw o il prossimo Kouame che possa irrobustire una tradizione di intelligenza e lungimiranza tutta da imitare.
A proposito Cittadella è a 19 km da Vicenza….. Anche se sembrano molti, molti di più !