Il punto di Luciano Zanini sul campionato di serie B
L’appuntamento con la 33^ giornata
E’ LUI O NON E’ LUI? PERO’ CI ASSOMIGLIA ….
E’ lui o non è lui? Non può essere lui, però un po’ ci assomiglia… Quando riceve il pallone da un suo compagno difensore e poi parte in tromba sulla fascia, facendosi accompagnare dalla sfera come fosse un indivisibile compagno di viaggio, oppure quando decide dopo una volata sul manto verde se proseguire per imbucarsi tra i difensori avversari o invece lanciare qualche suo compagno, magari con un’apertura a tutto campo, di quelle che spiazzano le difese avversarie, beh! ..allora il mio pensiero corre all’indietro nel tempo e scova un certo Angelo Domenghini, fuoriclasse pari-ruolo (ala- punta) che ha spopolato negli ’60 e ’70, conquistando il Campionato d’Europa ’68, il secondo posto ai Mondiali del Messico ‘70, tre scudetti nazionali con l’Inter e uno con il Cagliari di Gigi Riva, una Coppa dei Campioni nel ’65, due Coppe Intercontinentali ’64 ’65, una Coppa Italia. Non sarebbe ancora finito l’elenco-curriculum di Domenghini ma penso sia sufficiente per ricordarlo ai più giovani che non hanno potuto vederlo in azione ai suoi tempi. Una forza della natura, e anche tanta classe e grinta da vendere. Un uomo della bergamasca: poche parole e tanti fatti. Duttile tatticamente, in grado cioè di fare l’ala o la prima punta a seconda delle esigenze della partita, oltre alle superiori doti tecniche possedeva una caratteristica specifica: tiro potentissimo e preciso, da vero cannoniere-principe, autore di poco meno di 120 reti in carriera. Molti sono i suoi gol caratteristici, tanto da chiamarli “alla Domenghini”: fuga sulla fascia, salto del marcatore/i e bomba dal limite con palla imprendibile per il portiere. Ecco, la rete di Andrea Nalini contro il Pescara è una fotocopia dei gol alla Domenghini, in particolare per la forza del tiro che lascia di sasso l’estremo. Già, Andrea Nalini, classe ’90, certo un lontano “parente” di Domenghini dal punto di vista calcistico, eppure le sue caratteristiche, con le dovute ovvie grandi proporzioni, ricalcano per me quelle del grande campione orobico. Anche la rete siglata contro i nostri cugini del Cittadella è una rete alla Domenghini, con quella ciabattata senza pietà in grado di travolgere tutto e tutti: cross di Beruatto verso l’area, inzuccata di Valentini a mò di passaggio e zampata imperiosa di Andrea, che così atterra il Citta e oscura i suoi (sempre del Citta) sogni di gloria, almeno per ora. E bravo dunque il nostro Nalini che merita questa volta la copertina e il voto più alto di tutti (8 pieno). Peccato che quest’anno abbia potuto giocare così poco perché il suo valore aggiunto in campo è notevole. Insieme a Meggiorini e Lanzafame costituisce un trio d’attacco tra i più dotati tecnicamente del campionato cadetto. E se posso dirlo a Mimmonostro: mi piacerebbe poterli rivedere a giocare insieme. Ad Ascoli non è stato possibile per via dell’ammonizione a Meggio e l’infortunio a Lanza, però mancano ancora diverse partite. Chissà! E poi Nalini rende al meglio con gente che parla la sua lingua tecnica, appunto Meggio e Lanza.
Il SOGNO DI MEZZA PRIMAVERA RIMANE ANCORA VIVO…
Prima del brutto scivolone marchigiano (prevedibile, perchè privi del duo M&L, oltre a Luca Rigoni e Nalini part time) si è giocata la determinante partita contro il Cittadella. Avevo azzardato la volta scorsa, prima della gara, che i biancorossi avrebbero fatto il colpo realizzando il sogno di mezza… primavera, ossia l’avvistamento dei playoff. Così è stato e con questa vittoria il Vicenza può ben dirsi legittimato a correre per il rush finale – nonostante Ascoli ultimo scorso – con qualche probabilità di fare l’entrata dell’ultim’ora nel salone dei playoff. Del resto, come più volte ricordato, se il Lane riesce a impattare oppure a vincere contro le bigs (Empoli in trasferta, Monza, Chievo, Salernitana, Spal, Citta ..) perché mai non può concorrere alla pari con loro, a meno che – come purtroppo è capitato nei mesi scorsi – non venga mutilato da fattori esterni, vedi Covid 19?
Il tempo che di solito è galantuomo sta mettendo a posto le cose. Contro il Cittadella, per dire, il Vicenza ha giocato meglio dei padovani, perché ha saputo imbrigliarne le punte che sono oggettivamente di alta levatura (scuola Milan il bomber Ogunseye), ma hanno peccato troppo di imprecisione e frenesia, in ciò indotti dalla grande prova della nostra difesa che ha fatto per intero il suo dovere. In particolare Padella (7,5) e Valentini (7) che sempre più frequentemente si sposta in avanti per colpire la porta avversaria direttamente o con assist chirurgici. Stavolta però assegno, sebbene a malincuore, un semplice 6 a Meggiorini, non tanto per come ha giocato (bene) ma per il fallo incomprensibile commesso a metà campo. Ma come? Sei bomber, sei ammirato dai tifosi, sei pressoché indispensabile (sento già MN dire che nessuno è indispensabile, però… ), hai appena sottoscritto il rinnovo del contratto, sei già in diffida, stai battendo il Cittadella (o forse proprio per questo, nel senso che qualcuno può averlo provocato)… e vai a fare un fallo inutile che ti fa saltare Ascoli? Peccato, non si può tornare indietro, tanto più che Lanzafame introdotto nel secondo tempo un po’ tardivamente ( Vandeputte poteva uscire prima visto che non era proprio al top) si è fatto male, per cui stop ad entrambi. Infine, bella gara del centrocampo, in cui ha brillato un sempredicorsa Davide Agazzi (7,5) che sa contrastare e ripartire, senza disdegnare il tiro in porta quando ne vede l’opportunità. Poi il solito solido Rigoni (7) e il determinato Pontisso (7). Male invece per Longo che ahi!lui si prende l’insufficienza piena, anche se le occasioni se le crea di riffe o di raffa. Peccato mortale bruciarle così: penso che con maggiore fortuna o attenzione avrebbe segnato 5/6 gol in più. Mica poco!
AD ASCOLI UN VICENZA SGONFIATO MA SENZA I “FUORICLASSE”
Poteva senz’altro pareggiare il Lane ad Ascoli – pur privo dei suoi migliori – se solo avesse messo in campo qualche voglia, qualche grinta in più. Invece il combinato-disposto tra approccio primaverile e assenza dei più dotati tecnicamente ha fatto il suo. Ha cioè fatto perdere quel fil rouge di partite utili che fanno autostima e carica. Un pareggino qualsiasi avrebbe giustificato la comprensibile rilassatezza riveniente dalle partite decisive giocate bene nelle ultime settimane. E pensare che se l’inzuccata (bella) di Padella in avvio avesse centrato la porta invece di uscire alta di poco a portiere battuto, oppure se il biondo-tinto Jallow avesse fatto il suo dovere di bomber poco dopo, probabilmente faremo altri discorsi. E’ andata diversamente e ne va preso atto, ma non ci vedo nulla di tragico.
L’importante che questa battuta d’arresto serva a risvegliare gli istinti primari dei biancorossi, ossia voglia di tornare a vincere e di giocare per vincere. Sarebbe facile appioppare voti negativi dopo l’ascolana, ma non lo faccio perché può capitare la giornata storta. E poi sarebbero diversi i bocciati, anche Mimmonostro, che ha messo in campo una formazione così, un pò troppo velleitaria, inflazionata poi da errori dei singoli da matita rossa (Grandi, Beruatto, Pontisso, Longo). Bel voto invece al fanciullo Tommaso Mancini, sceso in campo per la seconda volta, facendo vedere che anche a 16 anni si può avere grinta e voglia da vendere: ma lui ha sempre il nonno che da lassù lo guida. Infine una parola sull’Ascoli: grazie al Lane si è preso tre punti più necessari dell’ossigeno, e può guardare con speranza le prossime gare. Merito di Sottil, certo, un tecnico bravo, ma forse il merito maggiore va dato a quel tale Federico Dionisi che per l’Ascoli vuol dire classe, esperienza, capacità di coinvolgere i compagni. Del resto non per nulla ha giocato diverse stagioni in serie A. Acquistato dal Frosinone nel mercato invernale ha già messo a segno cinque gol pesanti che ad Ascoli quantificano in undici punti. Non vi ricorda qualcuno dei biancorossi assenti lunedì scorso? 34 anni, svariati campionati nella massima serie con Frosinone e Livorno, Federico Dionisi ha immesso quel valore aggiunto che mancava alla squadra. E che si è visto a tutto tondo quando ha fatto ballare il minuetto al giovane Beruatto, spaesato nella circostanza, prima di sparare in porta la sassata dell’ 1 a 0, quella che ha tagliato le gambe ai nostri e rilanciato l’Ascoli.
NE VEDREMO DELLE BELLE ANCHE NELLA LOTTA PER LA SALVEZZA
Ascoli rilanciato dicevo, grazie alla vittoria sul Vicenza, e ora a quota 31. In alto le posizioni si stanno consolidando, nel senso che a questo punto la promozione diretta non dovrebbe sfuggire ad Empoli, a quota 59 ma con due partite da recuperare, e al Lecce con 58 punti (oltrettutto dimostrano in campo di voler arrivare al traguardo fornendo prestazioni in linea con il loro obiettivo). Poi ci sono tutte le altre sei in lizza nei playoff e di questo ne abbiamo parlato la volta scorsa, fermo restando che qui è veramente tutto da decifrare e solo al termine dei playoff sapremo che sarà la terza prescelta.
Ma adesso guardiamo in basso, dove le cose sono pure complicate e la lotta per la salvezza rimane di grande interesse fino all’ultimo. A sei giornate dalla fine l’unica squadra che appare spacciata senza remissione è la Virtus Entella che ha raccolto sinora solo 22 punti, troppo pochi anche solo per sperare. Diversa è invece la situazione del Pescara che con la cura Grassadonia ha ripreso fiato, e dopo la sconfitta al Menti è riuscito a battere il Pisa e a fermare nientemeno che il super strombazzato Monza fuori casa.
Adesso si trova a quattro lunghezze dalla coppia Reggiana-Ascoli e a cinque dal Cosenza. Nelle prossime gare può veramente succedere di tutto. A me è parso che il Pescara sia una buona squadra (e l’ho scritto), a cui però contro di noi era mancata la grinta di chi vuol salvarsi (in molti l’avevano già data per morta…), ma saranno proprio le prossime sei partite a verificarne la sostanza in maniera indiscutibile. Pronostici non ne faccio assolutamente: siamo in B, il campionato meno pronosticabile di tutti, per cui seguiamo le vicende. A cominciare da quelle della prossima giornata, la 33.ma, che vede il Pescara impegnato a Brescia, ossia un campo decisamente ostico. Però, però… non è che le concorrenti nuoteranno nel lago blu: la Reggiana se la vedrà con l’Empoli nell’anticipo, l’Ascoli con il Monza e il Cosenza col Venezia. Mi piacerebbe consultare qualche illuminato astrologo, ma dubito che indovinerebbe. Chiudiamo con il Lane su cui ho poco da dire rispetto alla trasferta in Calabria contro la Reggina: dopo lo schiaffo di Ascoli, sono convinto che partirà “rinsavito”, deciso a far dimenticare ai tifosi il passo falso delle Marche.
Luciano Zanini