Michele Marchioron non andrà allo Schio perchè la Calidonense non gli ha consentito il trasferimento come era nelle sue facoltà ( e per sue facoltà intendiamo quelle della Calidonense)
Ma il giocatore chiarisce subito un aspetto: “Non intendo fare polemica con nessuno e non ho chiuso la porta in faccia a nessuno. La Calidonense in precedenza mi ha sempre trattato bene e da questo punto di vista non ho niente da dire. Ed in effetti tempo addietro avevo dato la disponibilità a rimanere a Caldogno, ovviamente una volta valutati i programmi della società e la composizione della squadra. Poi è arrivata questa opportunità: il ds dello Schio Dalla Fina che già mi aveva cercato in estate mi ha contattato chiedendomi se ero disponibile a giocare con loro per questi due mesi. Io avevo voglio di andare: ho avuto l’opportunità di giocare in D con la Clodiense (dopo essere uscito dal vivaio del Bassano), ho giocato in Promozione con Summania, Camisano, Longare, Bassano e appunto Calidonense, ma non ho mai giocato in Eccellenza.
La vedevo come un’opportunità di rimanere allenato e di fare esperienza inoltre la richiesta era di andare a Schio per due mesi. Ho parlato con il ds Ebene che subito ha preso un po’ di tempo, ma poi mi ha detto di no, perché mi ha detto che potrei farmi male e che comunque appena possibile la Calidonense riprenderà gli allenamenti. Ho cercato in tutti i modi di trovare una soluzione ma non c’ stata la possibilità di far cambiare idea alla società. E adesso cosa farai? Rimarrò fermo ovviamente, mi allenerò a casa come ho sempre fatto in questi mesi, mi è sembrato una perdita di fiducia da parte della società nei miei confronti visto che avevo dato la mia parola che sarai tornato a Caldogno conclusa l’esperienza di Schio e nel calcio la fiducia reciproca ha il suo valore.
Il giocatore non lo dice ma lascia intuire di avere già molte offerte per la prossima stagione e che militare in una società con cui si è interrotto il rapporto fiduciario potrebbe essere complicato e comunque poco stimolante.
Certo una riflessione sulla peculiarità di questa situazione va fatta: ci sono giocatori che possono ottenere lo svincolo perché la loro società ha deciso di non continuare l’attività, e altri che non possono rientrare in questa fattispecie pur essendo inattivi da sei mesi, perché a dichiarare l’impossibilità di proseguire il campionato non è stata la loro società ma la Federazione.
Secondo il nostro modesto giudizio per i giocatori in regime di svincolo la Figc doveva stabilire comportamenti equanimi per tutti. Chi non gioca per scelta della società o per impossibilità pratica di calcare un campo di calcio, dovrebbe ottenere lo svincolo anticipato. Altrimenti si crea una situazione da figli e figliastri… Diteci se la pensate come noi…