Martin Boakye, 26enne nato a Valdagno da genitori ghanesi è pronto ad una nuova sfida del gol non solo in un altro paese d’Europa (è già stato in Austria, Lussemburgo e Croazia) ma addirittura in un altro continente, l’Asia. A metà Marzo lo aspetta il debutto nel massimo campionato dell’Uzbekistan e sarà il primo italiano a giocare lì. Tra l’altro, vista la favorevole situazione Covid del paese, si prevedono stadi aperti pur con distanziamenti.
Ecco l’intervista curata dal giornalista Andrea Giuseppe Tomasi, grande appassionato di calcio internazionale ed in particolare di quello della Russia.
26 anni, veneto di Valdagno, una carriera internazionale ed il sogno di approdare un giorno in B: ma il presente per Martin Boakye si chiama FK Andijon, squadra militante in O’zbekiston Superligasi, la massima serie uzbeka. Non potevamo perdere l’occasione di intervistare il primo italiano nella storia dell’Asia Centrale!
Buongiorno Martin! La nuova avventura sta iniziando: hai appena firmato con il FK Andijon che cercherai di aiutare a salvarsi.
Nel giro di una settimana mi trasferirò in Uzbekistan. Avrei dovuto essere lì la settimana scorsa ma sono stato fermato in Turchia per problemi relativi alla situazione sanitaria in Italia.
Facciamo un passo indietro però: non in molti ti conoscono, raccontaci un po’ di te!
Sono un attaccante centrale e sono cresciuto nel Ponte dei Nori, squadra di Valdagno. Ho esordito tra i grandi a 15 anni, poi ho passato un paio di stagioni alla Solesinese in Promozione e a 18 anni ho avuto l’opportunità di trasferirmi in terza serie austriaca grazie ad un procuratore amico di mio papà. Ci sono rimasto ben quattro anni e mezzo e ho segnato molti gol tra Kitzbühel ed Hohenhems. Grazie alle mie buone prestazioni ho potuto fare un salto di qualità ed andare nella Jeunesse Esch, squadra tra le più forti del Lussemburgo. Anche lì mi sono trovato benissimo: ho siglato due assist nella mia prima partita e la buona annata mi è valsa il passaggio allo Slaven Belupo Koprivnica in massima serie croata.
L’esperienza in Croazia però non è stata altrettanto buona…
No: giocavo poco e come tanti altri compagni ho avuto problemi con l’allenatore. Così ho deciso di svincolarmi e tornare a casa. In questi mesi sono stato vicino a trasferirmi in seconda serie turca e in una squadra di C che lotta per salvarsi. Quest’ultima però ha preferito puntare su qualcuno più pronto fisicamente visto che ero fermo da qualche mese e che manca poco alla fine del campionato. Ci sono rimasto male: conosco il mio corpo e so che con due partite entro subito in forma ma ho accettato la decisione senza dire nulla: sapranno loro…anche se a mio avviso in Italia non si avanza sempre per meritocrazia ma anche per agganci.
Che tipo di giocatore sei?
Sono un centravanti di peso, attacco spesso il primo palo e sono bravo di testa. Corro molto e mi piace aiutare la squadra coprendo e fornendo tante sponde. Non sono il tipo di giocatore che si limita al “compitino” e non gioco solo per me stesso
Hai un giocatore al quale ti ispiri?
Ne ho tre: Balotelli, Lukaku e Drogba. Di Lukaku ammiro molto la forza e di Drogba il carattere e il modo di giocare.
Passiamo ora all’Uzbekistan: come è avvenuto il trasferimento?
Il mio procuratore mi ha comunicato che c’era una squadra in Uzbekistan che era interessata a me e ho pensato che sarebbe stata una buona opportunità. Ho firmato un contratto di un anno con opzione di rinnovo.
Il campionato uzbeko è di buon livello per l’Asia. Conoscevi il torneo ed in generale il paese quando hai ricevuto la proposta? Sei già in contatto con i futuri compagni di squadra?
Non ne sapevo nulla. Ho fatto un po’ di ricerche e ho guardato alcuni spezzoni di partita su Youtube per capire come giocano le squadre, in particolare l’Andijon. È un buon campionato e posso giocare titolare: mi hanno detto che se faccio bene potrò essere notato da squadre più importanti anche all’estero come in Russia. In Croazia non ho avuto il tempo di farlo. Quanto ai compagni, non li conosco ancora.
L’Andijon lo scorso anno si è salvato ai playout. Immagino l’obiettivo sia la salvezza.
Si, voglio giocare bene, fare tanti gol e aiutare la squadra ad ottenere un piazzamento migliore rispetto allo scorso anno.
Hai giocato in Austria, Lussemburgo e Croazia: quale tipo di calcio ti piace di più?
La mia esperienza migliore come giocatore è stata in Lussemburgo ma mi piace molto anche il campionato croato, anche se mi ci sono trovato male. Si punta sulla qualità e sul gioco con la palla.
Sogni un giorno di tornare in Italia?
Si, giocare in C sarebbe stato bello ma può darsi che un giorno ci sia un’altra occasione. Magari anche di giocare in B. Sarebbe magnifico!