Il punto di Luciano Zanini sul campionato di serie B
L’appuntamento con la 24^ giornata
“JACK LO SQUARTATORE”: NON C’E’ DUE SENZA TRE …
Se ai campionati mondiali di sci di Cortina – partiti purtroppo col piede sbagliato, vedi anche quello meteorologico avverso – noi italiani non abbiamo brillato, nel meno rutilante mondo del calcio di casa nostra, viceversa, è tornata a brillare una “stellina” da tempo incapsulata nel firmamento biancorosso. Il suo nome è Stefano Giacomelli da Spoleto, ormai vicentino d’adozione, il quale con il suo importante e ampio numero 10 stampato sulla maglietta, è tornato ancora una volta protagonista di primo piano delle vicende del Lane.
Immagino i commenti, gli sguardi compiaciuti, gli ampi sorrisi e gli evviva dei tanti tifosi biancorossi che vedono, purtroppo solo ancora in tv, e assaporano le delizie calcistiche offerte dal proprio beniamino. Ho già ricordato la volta scorsa, in estrema sintesi, la vicenda biancorossa di “Jack” Giacomelli che origina nell’ormai lontano (calcisticamente parlando) 2012. Ora, dopo il gol partita segnato al Pordenone e quello altrettanto importante messo in carniere (il 51.mo) all’Arechi di Salerno, mi viene da sottolineare che, proprio nelle ultimissime gare nel ruolo di trequartista, il nostro ha potuto più volte dare fuoco alle polveri con vere e proprie cannonate dalla distanza, tutt’altro che episodiche, frutto maturo del suo repertorio. Un repertorio ampio e ricco che abbina insieme: dribbling, scatto fulmineo, visione di gioco, velocità, e appunto un tiro potente e preciso. Gran gol a Pordenone, gran gol a Salerno, e come la mettiamo con gli altri due gol sfiorati contro il Monza, su tiri dalla distanza, uno dei quali semplicemente perfetto dal punto di vista balistico, tanto da sembrare andato a bersaglio e invece uscito per pochi centimetri? Complimenti a Jack nella sua attuale veste di “squartatore” delle difese altrui, con delle cannonate che paiono veri e propri missili terra-aria.
Tanta gioia per lui – se la merita tutta – per questa sua rinnovata dimostrazione di fertilità, di leadership che gli spetta di diritto, soprattutto dopo perfomances del genere. A questo punto però la domanda sorge spontanea, lungi dal voler fare polemica: perché MN ha aspettato tanto prima di utilizzarlo da trequartista? Sia come sia, ora però è chiaro che al bello e al buono ci si abitua subito, eccome, per cui vorremmo vedere all’opera “Jack lo squartatore” anche sabato prossimo contro gli antichi tradizionali “nemici” della gloriosa Spal. Che si era persa un po’ per strada in queste ultime settimane, ritrovandosi però proprio nell’ultima partita contro la capolista Empoli, costretta al pari e patta sul campo di Ferrara. A questo punto proprio Giacomelli è chiamato a gran voce dalla folla (ideale) a fare il tris contro Paloschi, Floccari e compagnia bella, e lui lo sa bene!. L’entusiasmo e la voglia non gli difettano, per cui ci speriamo, anche senza essere eccessivamente esigenti. Il “non c’è due senza tre” è un bel proverbio…
A SALERNO UN VICENZA SEMPRE BUONO…. AVANTI COSI’
Quando un cronista campano scrive che la partita Salernitana-Vicenza l’ha giocata meglio il Lane, qualcosa vorrà pur dire. In effetti, i biancorossi hanno giocato anche questa volta una partita all’altezza dell’ultimo “corso”, quello della serie Venezia-Pordenone-Monza e, appunto, Salerno. Avevo percepito i primi vagiti della nuova “creatura”, puntualmente riportati qui, proprio nella partita pareggiata con il Venezia, seppure con un uomo in meno per metà gara e con un paio di occasioni d’oro fallite. Sarà appunto che la rosa si è ritrovata ben bene dopo la batosta subita dal coronavirus, sarà che l’assetto complessivo degli uomini messi in campo ha trovato la giusta quadra grazie alla sagacia di Mimmonostro, sarà pure che qualche giocatore è prepotentemente salito agli onori della cronaca per un netto miglioramento delle proprie prestazioni (il pluricitato Giacomelli, il baby Beruatto, il tenace e battagliero Cappelletti, il generoso Zonta … etc, etc.), certo è che appunto tutta l’orchestra biancorossa suona meglio, e in buona sintonia tra i reparti.
Come, del resto, confermato dal suddetto cronista campano che ha, appunto, messo in luce la valida organizzazione di gioco, l’efficace possesso di palla, e dulcis in fundo, la grande capacità di reazione del Lane dopo il gol preso, riuscendo a recuperare la partita a pochi minuti dalla fine, in virtù della prodezza balistica di Giacomelli che ha freddato un Belec sorpreso da tanta potenza di tiro. Certamente la partita è risultata sostanzialmente equilibrata: due grosse occasioni mancate a testa, la prima con la traversa presa da Gori in avvio ( peccato perché un gol nei primi minuti voleva dire molto), e la seconda con il bomber Tutino che ha però clamorosamente fallito il rigore. Per cui, se parliamo di sostanziale equilibrio, per una partita che ha visto in campo due squadre tra loro molto distanti in classifica, ben 12 punti, possiamo ben dire che il Lane c’è, ed è da classifica medioalta. A questo punto, a meno di sorprese negative che possono sempre presentarsi dietro l’angolo, mi sbilancio e dico proprio così: ”Il Vicenza mi pare ora competitivo e può puntare a qualcosa di più della salvezza.” Sono un illuso? Boh! Lo vedremo sabato pomeriggio contro la Spal di Pasquale Marino. Se avrò sbagliato, mi corigerete….
CONTRO LA SPAL SERVE UN LANE DA COMBATTIMENTO
Ah, la Spal di Ferrara! Pure se non vuoi, il passato riaffiora sempre alla mente. Basta sfogliare il libro dei ricordi del tempo che fu, ed ecco le grandi partite tra le due provinciali che hanno fatto, anch’esse, la storia del calcio italiano. Biancorossi e biancazzurri, simboli calcistici, e non solo, di due città bellissime e ricche di storia, tradizioni, cultura e meraviglie architettoniche straordinarie. Quante sfide per la salvezza, quante battaglie contro gli squadroni di sempre – Juve, Inter, Milan, Torino – spesso costretti a lasciare le penne al Menti o al Comunale di Ferrara (un tempo si chiamava così lo stadio ferrarese, poi dal 1982 è stato intitolato al famoso presidente Mazza, sua attuale denominazione).
Ma dobbiamo tornare al presente, con la squadra di oggi che, a differenza nostra, in serie A c’era lo scorso anno, eppure si è mangiata la salvezza nelle ultime partite. Dopo la delusione patita, la società non si è certo fermata e ha costruito una squadra per tornare immediatamente nella massima serie. Con esito incerto, però, almeno sinora. Inserita a ragione tra le corazzate del torneo, la Spal dopo un avvio in linea con le attese ha frenato – talora clamorosamente – tanto da ritrovarsi ora a quota 36, sempre comunque in zona play off. Bilancio attuale: nove vittorie, nove pareggi, cinque sconfitte. L’ultima partita ha visto – come detto – gli emiliani messi sotto dalla capolista Empoli che ha giocato meglio e forse meritava di vincere: poi però il rigore (dubbio) concesso alla Spal, con relativo gol di Esposito, ha permesso di pareggiare quello di Mancuso. Così però è il calcio, dove regna incontrastata la dea Eupalla, che toglie e dà a seconda dell’uzzolo suo. Tornando alla Spal, basta citare alcuni nomi di giocatori per far capire tutto: Alberto Paloschi ( a suo tempo indicato come l’erede di Inzaghi, e anche oggi i suoi gol li fa sempre), Di Francesco, figlio d’arte, Berisha, Dickmann, Missiroli, Floccari, Mora, lo stesso Esposito (fratello di quello ex Inter che ha lasciato a gennaio per accasarsi al Venezia), Sala, Tomovic… Mi fermo qui perché l’elenco sarebbe da completare, ma tanto basta per capire che la Spal ha tanti giocatori di serie A che quindi al calcio sanno giocare. Per batterli bisogna correre, correre e combattere senza lasciarli giocare. Facile a dirsi, ma è l’unica ricetta per fare punti. Mimmonostro, peraltro, la conosce meglio di me …
IL CHIEVO SI BRUCIA IL SORPASSO A BRESCIA ….
Succedeva, anche quando giocava in serie A, che il Chievo Verona, dopo aver infilato una serie di partite buone e dal risultato favorevole, proprio in quella che gli avrebbe permesso il salto di qualità, e di classifica a livelli medioalti, si fermasse inopinatamente. Antico vizietto che si è riproposto paro paro nel posticipo di domenica pomeriggio contro il Brescia. Un successo esterno contro le rondinelle avrebbe infatti portato i gialloblù a sole due lunghezze dalla capolista Empoli e a tre in più sulle altre concorrenti inseguitrici. Invece nisba. Cosa è mai successo? Una serata no, perchè tra decisioni arbitrali discutibili e occasioni sprecate, il Chievo è rimasto fregato dal gollonzo del francese Ayè, gol che ha mostrato l’evidente imbambolamento della difesa di Semper e compagni.
E il Brescia ha saputo cinicamente cogliere il risultato pieno, proprio grazie agli errori di tiro degli attaccanti avversari. Insomma, un Chievo sprecone che paga i suoi errori. Ora la classifica è cristalizzata su un Empoli a quota 44, inseguito dal terzetto Monza-Chievo-Cittadella a 39. A ruota la Salernitana (38) insieme con il sempre più sorprendente Venezia, che ha impallinato il Pescara in trasferta segnando anche la “fine” del suo tecnico Roberto Breda, sostituito da Grassadonia. Di rilievo è stata pure la sorpresa confezionata dal Cittadella che, cacchio cacchio tomo tomo, ha colpito duro i ramarri del Pordenone, portandosi a casa dal Friulveneto tre bei punti sonanti. Tre punticini che l’hanno nuovamente riportata a riddosso della capolista, seppur in buona compagnia. Un po’ schizofrenica, peraltro, appare poi la “morte-resurrezione-morte” del Pordenone, prima battuto a casaLignano dal Vicenza, poi autore dell’impresa di battere la Spal a Ferrara e, infine, cuccato dai nostri cugini padovani, spesso lesti in trasferta e soprattutto capaci di riprendersi anche dopo cadute più o meno clamorose. Questo in alto. In basso soffrono molto due derelitte, a quota 17 (numero poco promettente), ossia Pescara e Virtus Entella che avranno da fare salti mortali per salvarsi. Le altre più vicine ad esse, ossia Ascoli, Cremonese, Cosenza e Reggiana stanno un pò meglio ma non troppo, nel range tra i 21 e i 24 punti. Noi, che siamo a quota 26, dobbiamo però remare di più e meglio a cominciare proprio dalla Spal. Due punti di vantaggio sono troppo pochi per dormirci sopra!
ALTRA GRANDE GIORNATA, TUTTA DA SEGUIRE ….
Come finirà la 24.ma giornata? Boh! Ci vorrebbe la classica sfera di cristallo, perché azzardare pronostici sulla carta è materia da paragnosta. Se scorri il programma ti imbatti su tre partite clou, dal cui esito dipendono assetti molto diversi tra loro. La prima: supermatch tra Monza e Chievo, all’U Power Stadium, con tre risultati a disposizione. Per me non ci sono favorite, e solo al 95.mo sapremo se sarà 1, X, 2. Entrambe hanno qualità, organizzazione, ambizione, ed entrambe vengono da due inopinate batoste, come detto, per mano rispettivamente di Pisa e Brescia. Poi c’è, a proposito, il derby di fuoco tra Pisa ed Empoli. E se, come noto, il derby rimane una partita a sé, anche qui va detto che le due squadre sono in grado di fare il colpo. Del resto, abbiamo visto come i pisani hanno schiantato in casa proprio il Monza, per cui… Infine il terzo match-clou, che per me è quello in programma al Tombolato tra Cittadella e Reggiana. Non tanto perché si tratti di una partita di cartello in sé, ma proprio perché in ogni caso il Citta può realizzare un decisivo passo in avanti in caso di vittoria, se guardiamo con occhio attento ai risultati di Monza e Pisa. In caso di vittoria può distanziare una tra Monza e Chievo, oppure entrambe in caso di pareggio. Idem per Pisa-Empoli, nel caso di pareggio o sconfitta degli uomini di Dionisi. Non ci resta che attendere, al grido ideale di Forza Lane!
Luciano Zanini