Il punto di Luciano Zanini sul campionato di serie B
L’appuntamento con la 23^ giornata
I PALETTI DEL VICENZA, DA “BERU” A “JACK”
Ero convinto, e l’ho scritto prima della gara, che il Vicenza avrebbe fatto una partita fruttifera contro il Pordenone, e così è stato. Bene. Del resto, la squadra mi aveva favorevolmente impressionato nella gelida serata del derby contro il Venezia, che avrebbe meritato di vincere proprio per la determinazione mostrata in campo ma, anche e soprattutto, per il gioco espresso. Poi la frittata di Grandi, etc. etc., ma il Lane mi è parso finalmente ritrovato dopo tante giornate, proprio contro i lagunari, facendo riemergere dalle nebbie del viruscinese alcuni “paletti fissi” non di poco conto. Prendiamo il primo, Pietro Beruatto, che in queste ultime partite ha fatto vedere nitidamente di che pasta è fatto, questo ragazzo giovanissimo e talentuoso figlio d’arte. Un bravo difensore con grandi potenzialità di crescita che però ha qualcosa in più dei suoi companeros di reparto: oltre al futuro roseo, un tiro esplosivo e balisticamente brasilero, o carioca che dir si voglia. La palla, quando parte dal suo piede esplosivo, prende una traiettoria leggermente arcuata, in maniera non troppo evidente quasi impercettibile, ma il taglio c’è e se ne accorgono anche i portieri quando ormai è troppo tardi. Contro il Venezia, il nostro Beru, il suo gol l’aveva fatto, e che gol, sebbene poi sia stato annullato per il fuori gioco del bravo Padella, sempre troppo generoso, tanto da trovarsi davanti al portiere nel momento meno indicato (si fa per dire….).
Anche a Lignano, contro il Pordenone, Beruatto ha messo in mostra la sua specialità balistica beccando in pieno la traversa, dopo aver offerto a pochi minuti dal via un gran pallone a Longo, finalmente in gol come si deve, alla maniera dei veri bomber: stacco imperioso, inzuccata perentoria e pallone in fondo al sacco. 1 a 0 e palla al centro. Se il buongiorno si vede dal mattino, anche la rete subitanea di Longo può considerarsi un segnale di cose buone, almeno speriamo. Dicevo però dei paletti: quello di Beruatto, che va messo naturalmente in tutt’uno con la ritrovata solida difesa che abbiamo conosciuto lo scorso anno; poi il secondo paletto importante del Lane, oggi come oggi, ossia il suo robusto centrocampo, quello dei Cinelli, Pontisso, Vandeputte, Rigoni, efficace e combattivo, in grado di consentire alla squadra di ripartire bene non appena se ne presenti l’opportunità.
Terzo paletto: l’attacco che comincia a funzionare, dopo le “purghe” dei pur bravi Guerra e Marotta, che però ho sempre considerato non all’altezza della categoria. Ora, con un ritrovato Longo (poco brillante però contro il Monza), Meggiorini, Lanzafame-gol, e sperando nella rinascita di Jallow, l’attacco può dirsi all’altezza e a mio avviso saprà farsi valere. Ovviamente non ho dimenticato il paletto “Stefano Giacomelli”, anzi.
GIACOMELLI, UN NOME UNA GARANZIA
Lui, Stefano Giacomelli, veste biancorosso dal 2012, e se non è una bandiera alla pari di un Totti, un Buffon o un Pellissier, certamente bandiera lo è, con quasi un decennio di partite sulle spalle: belle, meno belle, tirate, deludenti, entusiasmanti (ricordiamo sempre la stagione di Pasquale Marino, con i vari Di Gennaro e compagnia, caratterizzata dall’approdo ai playoff per il grande salto in serie A). Ha passato di tutto ed ha visto di tutto, in biancorosso, entrando nel cuore profondo dei tifosi che lo amano e gli vogliono bene anche quando, qualche volta, non gli riesce il meglio in campo. Non gli riesce, appunto, ma non certo per mancanza di impegno o malavoglia, semplicemente perché certe giornate nascono male, e così il dribbling o la fuga sulla corsia naufragano impietosamente. Insomma Giacomelli si impegna sempre, si sbatte da cima a fondo, e spesso e volentieri fa letteralmente schizzare in aria i tifosi di ogni ordine e grado per le sue serpentine brucianti, allunghi, dribblings, i suoi tiri ad effetto.
Fa insomma entusiasmare il pubblico sugli spalti, ora solo in tv purtroppo, come è successo sabato scorso a Lignano a pochissimi minuti dalla fine, e proprio quando il pareggio appena raggiunto dai friulani, grazie al bel gol di Mora, pareva il risultato più scontato. Proprio qui è entrato in azione il “paletto Giacomelli” che ha, a mio avviso, realizzato un gol favoloso. L’avesse fatto Dybala o Ibra, avremmo avuto l’inflazione di visti e rivisti. La bellezza del gol di Jack non va ricercata solo nell’esecuzione del tiro, peraltro ottima, ma proprio in quell’attimo che lo ha preceduto, ossia quando il nostro 10 ha stoppato il pallone per aggiustarselo in una frazione di secondo: molti al suo posto avrebbero tirato subito al volo, lui invece ha fermato il tempo per un istante mettendo in ambasce gli avversari, prendendo la mira per poi freddarli a ragion veduta. Gol pensato, voluto e concluso nel giro di pochi secondi. Per questo il “paletto Giacomelli” resta di diritto parte integrante di questa squadra ritrovata.
MONZA CORAZZATA MA ANCHE FORTUNATA
Dopo la gran bella prestazione in terra friulana il Vicenza, martedì sera, ha mantenuto in alto il suo attuale profilo tecnico e tattico, confermando – nonostante l’inopinata sconfitta – di esserci, eccome, e di poter competere senza alcun complesso di inferiorità nei confronti delle grandi del campionato cadetto. Monza, tra queste, quasi sicuramente la vera numero uno del torneo. Bastava leggere i nomi della formazione per rendersi conto immediatamente della statura degli avversari. Formazione & panchina, ovviamente, visto che proprio in panchina era stipato, per così dire, il meglio del cucuzzaro. Se in campo sono scesi i vari Mota Carvalho, Diaw, Carlos Augusto, Frattesi, Barberis e via cantando, a bordo campo stava riunito, in assetto di guerriglia pronto ad entrare, un gruppetto di giocatori molto forti con in più lo “straordinario”, per la serie B, Mario Balotelli: D’Alessandro (neanche a farlo apposta subentrato nella ripresa, e autore dell’assist e del gol decisivi) e pure Ricci, Sampirisi e Scozzarella etc. etc..
Ci si sarebbe aspettato, insomma, una gara a senso unico con il Monza dominatore incontrastato e il Vicenza succube di fronte a tanta nomea. Invece no! Per niente. Avevo scritto nel numero precedente che di fronte ad una squadra siffatta, la carica agonistica per i berici nasce spontanea, e così è stato, ma non solo. Il buon Vicenza che gioca di questi ultimi tempi ha raggiunto ormai una sua bella fisionomia: è squadra compatta e aggressiva, determinata, ben caricata: e gioca! Dunque, mi aspettavo una partita del genere. Direi anzi che il Lane ha superato le mie previsioni giocando la partita che ha giocato, alla pari con i brianzoli, e udite udite, a mio parere non meritava di perdere. Peccato per quel doppio ko, maturato verso la fine quando pareva che il Vicenza potesse farcela, dopo aver sprecato, peraltro, un paio di occasioni da gol che non si devono sbagliare. Peccato quell’amnesia di Agazzi che non doveva mangiarsi il gol con la porta davanti, peccato per il colpo di testa floscio di Longo (non come quello di Pordenone). Avessimo segnato una rete saremo qui a raccontare un’altra storia. Insomma, martedi scorso, a fare la differenza tra le due squadre viste in campo – pur tenuto conto della superiorità tecnica dei brianzoli – è stato proprio il maggiore cinismo impiegato dagli uomini di Brocchi che non hanno fallito le due occasioni finali. Bravo il Lane a non mollare e segnare il suo meritatissimo gol che porta la firma beneaugurante di Davide Lanzafame. Entrato nella ripresa, fresco fresco di acquisto, il nostro ex-magiaro ha fatto subito centro, forse pensando di essere ancora in Ungheria, dove di gol ne aveva segnati a caterve ( 56 in due campionati). Chiaro che qui non siamo nel paese di Orbàn, però sognare non costa nulla. O quasi.
OGNI GIORNATA REGALA SORPRESE IN QUANTITA’
Prima di passare al match dell’Arechi di Salerno, dove sabato il Vicenza incontra un’altra big del campionato, spendiamo qualche riga per mettere a fuoco l’attuale classifica. Se in alto ci stanno le favorite alla vittoria finale, come Empoli e Monza, purtuttavia le sorprese non mancano mai. Empoli a 43 punti, solitario in testa dunque, eppure è successo – potenza intrinseca del campionato cadetto – che l’ultima della classe si regali (anche a noi, però!) la sorpresona della giornata. Succede insomma che il fanalino di coda Pescara, guidato dall’ex-Roberto Breda, già vittima designata, combini un bello scherzetto ai toscani riuscendo ad imporre il pari pochi istanti prima del fine partita: 2 a 2. Ciò che in termini pratici vuol dire un buon carico di autostima per gli abruzzesi e tanta amarezza per l’Empoli che avrebbe potuto iniziare la grande fuga solitaria, staccando di almeno sei punti le seconde in classifica e di otto le terze. Tutto da rifare insomma per l’Empoli, mentre il Monza è riuscito a portarsi a quattro lunghezze dalla capolista proprio in virtù del successo al Menti.
Se la Salernitana ha segnato il passo contro il Pisa, il Chievo seppur con grande fatica ha invece prevalso sulla Reggiana grazie al gol di Obi al 92’. L’ altra grande sorpresa della 22. giornata è stata la sonora inaspettata vittoria del Pordenone a Ferrara contro la Spal, per 3 a 1. Qui va detto che gli emiliani di Pasquale Marino hanno veramente deluso i propri tifosi, che hanno cominciato a protestare per l’andamento del campionato degli spallini ben al di sotto delle attese.
Pure la corazzata Lecce sta navigando con difficoltà e, ancora una volta, ha dovuto subire lo stop interno ad opera di un Brescia mai domo, capace di trovare il pari, anch’esso, negli ultimissimi minuti della partita, mettendo seriamente in difficoltà lo stesso Eugenio Corini, che dovrà inventarsi qualcosa per rimanere sulla panchina, visti gli obiettivi di promozione diretta della sua squadra sin dall’inzio del torneo. Fermato in casa anche il Cittadella – che da qualche turno non sembra più “mordere” gli avversari come in avvio di campionato – da un diligente Cosenza che si applica con grande attenzione sugli schemi del suo bravo mister Occhiuzzi. Mi fermo qui con l’occhio rivolto alla 23. giornata, che promette bene !
A SALERNO PER RECUPERARE I PUNTI DELL’ANDATA
Ogni buon tifoso del Lane ricorderà certamente il pari dell’andata con la Salernitana al Menti. Personalmente ricordo una squadra campana ancora in fase di assestamento, ma che già allora esprimeva alcuni profili poi diventati man mano certezze: gioco duro, pochi fronzoli, determinazione, prevalenza di agonismo rispetto a qualità tecnica pura che, comunque, non fa difetto ai campani. Insomma, proprio da quel giorno la Salernitana si è avviata a recitare un ruolo di primo piano nel campionato, rimanendo in vetta da sola per diverse giornate. Adesso si trova a quota 37, a due dal Monza e Chievo, sempre in piena lotta per le prime piazze, dopo aver però impattato nelle ultime due gare.
Rispettivamente: in casa col Chievo, un’altra big che esprime pure un gioco bello a vedersi, e fuori casa col Pisa, andato in vantaggio per 2 a 0 ( da rivedere per gli amanti del calcio, il magnifico gol segnato dal bomber pisano Marconi) ma poi recuperato dai campani nel finale di partita. A dimostrazione, in sostanza, che la Salernitana c’è e non molla sino al 95.mo. Per il Lane sarà una partita difficile, questo è certo, e non mi sento questa volta di pronosticare a ragion veduta una partita favorevole ai nostri. Mi pare che abbiamo speso molto, come energie, sia a Pordenone che al Menti contro il Monza. E poi può esserci, a pesare, anche una certa delusione per il risultato non favorevole, ripeto immeritato, uscito dalla sfida con i brianzoli. La Salernitana dispone in avanti di due cannonieri che sanno il fatto loro come Tutino e Djiuric, ma è un pò tutta la squadra ad essere tosta nel suo complesso.
Sta a Mimmonostro cercare la soluzione migliore per l’Arechi, tenuto anche conto dell’orario inverosimile della gara (alle ore 12,00, ma si può?), che non va certamente a favore dei giocatori in generale. Se, comunque, dovessi io fare delle scelte, opterei sin dall’inizio per il duo Longo-Jallow. Perchè? Eccolo: Lamin Jallow è un ex, contro il Monza ha giocato in maniera non sufficiente, apparendo fumoso e poco concreto. A Salerno vorrà sicuramente giocare una partita di spessore, anche per far vedere nello stadio in cui ha giocato che lui c’è, e sa giocare. Per Longo, discorso simile: dopo la bella prova di Pordenone non si è ripetuto nei colpi di testa, mangiandosi una bella occasione. Ecco, da loro mi aspetto qualcosa di buono. Jallow-Longo, non deludete i tifosi biancorossi!
Luciano Zanini