LE TRE “PRESENZE” AL RIGAMONTI DI BRESCIA …
Dopo la sonante vittoria del Vicenza allo stadio Rigamonti di Brescia, ho ricevuto alcuni messaggi di amici e conoscenti che, bontà loro, hanno voluto esprimermi la propria gioia di tifosi per il successo inaspettato del Lane, sottolineando che: “avevi ragione a scrivere che contro il Brescia bisognava essere ottimisti”, e ancora: ”Brescia è la leonessa d’Italia, ma la domiamo noi”. Mi fermo qui, mi è andata bene, ma un certo rischio l’ho corso per via del mio superottimismo pre-gara.
La situazione della squadra, prima di scendere in campo, era tutt’altro che incoraggiante, va ricordato per bene. Del resto non nego di essermi sentito un pò “isolato” nel mio ottimismo, nel togliermi gli occhiali scuri per inforcare quelli rosa, nel pensare solo positivo per i biancorossi, indicati da molti, e non a torto, quali probabili vittime sacrificali. Basta ricordare l’elenco dei nostri giocatori fuori causa, per svariati motivi, per comprendere e giustificare le tante ragionevoli perplessità emerse nei giorni precedenti la partita rispetto ad un possibile successo del Lane. Ma, come succede in alcuni frangenti, talora può valere più di ogni altro aspetto la sensazione del momento, il quid emozionale passeggero che ti fa intravvedere spiragli di cose buone. E così è stato per me, memore dei precedenti del Lane contro le prime della classe, e consapevole dell’ orgoglio che pervade ogni calciatore che indossa la maglia di Paolo Rossi e compagni. Senza dimenticare poi la capacità di Mimmonostro di tenere in pugno la squadra e di caricarla come sa fare lui (voto 8 e mezzo). Semplice no? In effetti parrebbe proprio così, anche se poi, ripensandoci, mi sono venuti alla mente alcuni flash onirico-felliniani, persuadendomi alla fine che il robusto 3 a 0 inflitto alle povere rondinelle, sia stato in realtà anche frutto di alcune “presenze” invisibili, ma ben attive allo stadio bresciano, nella sera del 4 gennaio 2021.
EUPALLA, LA BEFANA E IL NONNO…
Tre le “presenze” invisibili, ma immanenti, che mi piace immaginare abbiano presenziato alla partita, così importante per il futuro del Vicenza, come pure per un paio di giovanissimi che hanno fatto il loro esordio assoluto in serie B indossando la gloriosa maglia del Lane. La prima “presenza” è quella di Eupalla, la dea che sovrintende al mondo del calcio e lo guida: l’avevo evocata per dare una mano ai nostri ragazzi, così abbacchiati dopo la sconfitta subita in casa contro l’Entella. Visto il piglio messo subito in campo dal nostro undici e, allo stesso tempo, la modesta carica energetica delle rondinelle – che invece di volare hanno solo saltellato sul campo, tanto da sembrare una formazione balbettante in trasferta -, mi sono convinto dell’intervento concreto della dea che, ricordiamolo, è però spesso capricciosa e umorale.
A Brescia, invece, ha tifato scopertamente biancorosso. La seconda “presenza” è stata quella della cara vecchia Befana che ha portato qualche regalino ai nostri, in particolare un paio di rigori negati dall’arbitro ai bresciani, rigori che in serate avverse sarebbero stati senz’altro decretati, trattandosi oltrettutto di penalty a favore dei padroni di casa. Ed eccoci alla terza “presenza”, senz’altro la più vera: quella del nonno di Tommaso Mancini, il sedicenne fatto esordire in serie B da MN insieme con il diciottenne Tronchin, a pochi minuti dal termine e a risultato ormai acquisito. Giustiniano Mancini, il nonno, è purtroppo scomparso lo scorso mese di maggio a poco meno di 90 anni: è stato calciatore, grande tifoso biancorosso, vicino alla società per diversi anni, personaggio pubblico conosciuto a Vicenza per via di importanti incarichi ricoperti. Ma, per quanto riguarda Tommaso, era soprattutto il suo amatissimo nonno, che l’ha sempre seguito con amore, dedizione, passione sin da quando ha tirato i suoi primi calci. Ricordo bene quando mi parlava di quel suo adorato nipote, senza usare paroloni o spendere soverchi elogi, come meritava: gli occhi però gli brillavano di gioia e di soddisfazione. E gli occhi dicono tanto, se non tutto. Ecco, quindi, perché sono certo che al Rigamonti c’era presente, eccome, il Commendatore Giustiniano Mancini! Per godersi finalmente l’esordio del suo nipotino, un evento a cui teneva in maniera fortissima. “Prima biancorosso – diceva – poi si vedrà col tempo!”. Con queste premesse, come poteva finire dunque una partita del genere? Come appunto è finita: 3 a 0 e tutti a casa. E in ogni caso sarà utile per tutti ricordare questo Brescia-Vicenza, del 4 gennaio 2021.
LA SORPRESA E’ STATA IL VICENZA, POI LE ALTRE….
La vera sorpresa della 17.ma giornata è stato, dunque, il nostro Lane che ha bruciato tutte le scaramanzie del caso e offerto un bellissimo regalo ai tifosi. Poi, però, vanno sottolineati altri colpi, alcuni senza dubbio inaspettati. Il primo: l’Entella che batte il Cittadella per 1 a 0. A questo punto va dato merito ai liguri per aver compiuto una vera impresa, infilando tre vittorie consecutive e lasciando il fanalino di coda all’Ascoli (e la batosta subita dal Lane per mano dell’Entella a fine anno, assume ora contorni diversi: altro che fanalino di coda, altro che squadra materasso!).
La terza sorpresa della serata viene dalla vittoria della Spal a Frosinone, grazie ai gol dell’ex-Chievo Alberto Paloschi, e dell’ex Inter Sebastiano Esposito, che sembrava sul punto di cambiare aria ma adesso potrebbe anche rimanere a Ferrara.
La sorpresa qui risiede nel fatto che il successo ferrarese è arrivato proprio in un periodo di chiara difficoltà della squadra di Pasquale Marino che – lo ricordo – era stata seccamente sconfitta nelle due gare precedenti, prima dall’Ascoli (2 a 0), e poi in casa propria dal Brescia per 3 a 2.
Una grande prova, poi, è stata offerta dal Pordenone, ormai tornato in sella, che è andato a vincere in casa dell’ex-capolista Salernitana, peraltro già franata in precedenza di fronte al Monza di Balotelli e Boateng.
I campani sono stati ridimensionati e ora dovranno ritrovarsi, sfruttando la sosta, se vorranno impensierire l’attuale capolista Empoli. Che, come era prevedibile, ha chiuso la pratica Cosenza attestandosi a quota 34 in classifica. Nessuna particolare novità è emersa, invece, dal match-clou della giornata, Lecce-Monza, finita con un povero pareggio a reti bianche: e pensare che fior di attaccanti dispongono entrambe le formazioni! Di peso, infine, le due vittorie esterne di Chievo e Pescara. I veronesi hanno battuto agevolmente la Cremonese, apparsa incapace di arginare i gialloblù soprattutto nel secondo tempo, quando la manovra ficcante di Obi e compagni ha stretto in una morsa i ragazzi di mister Bisoli (ora tornato in discussione dopo che sembrava essersi ripreso la panchina).
Infine il Pescara: prosegue bene il lavoro di Roberto Breda, riuscito in breve tempo a fare quello che non era riuscito ad Oddo: rimettere in sesto la squadra che ora si trova nel gruppone di metà classifica fuori dai playout.
Luciano Zanini