DA PESCARA OK, DA CITTADELLA KO….. MA QUAL’E’ IL VERO VICENZA ?
Già, qual’è il vero Vicenza? Quello visto a Pescara o quello di Cittadella? Quello che sembra in grado di giocarsela nella classifica medioalta, oppure l’altro, costretto a nuotare nel mare magno della zona pericolante? Sono sincero: ancora non l’ho capito dopo 12 giornate, avendo ben presente la sfilza di guai sanitari e infortuni che hanno azzannato il Lane. A Pescara ho ammirato un bel Vicenza che si è imposto con autorevolezza e determinazione; al Tombolato ho visto un Vicenza buono a metà. Per un tempo solo, il primo naturalmente, viste le tre pere (o i tre cachi, data la stagione) rimediate a Cittadella nei secondi 45’. Leggendo stampa locale e nazionale, parrebbe che il Vicenza sia stato surclassato dai cugini padovani, che sia emersa una netta differenza tra le due compagini dal punto di vista tecnico e tattico. Sono in disaccordo con le tesi di maggioranza: il Lane ha sbagliato l’approccio alla partita nel secondo tempo, mentre appunto nel primo ha giocato meglio degli avversari.
Probabilmente, proprio in virtù del gioco espresso nella prima parte della gara, i biancorossi si erano convinti che fosse fatta, che avrebbero portato a casa un risultato positivo, quantomeno un pari. E invece quel gollazzo di D’Urso ha fatto saltare il banco e messo a nudo la fragilità psicologica (e non è carenza da poco) dei nostri. Che si sono lasciati andare, anzichè stringere i denti come fatto in altre occasioni. Peccato, anche perché se Jallow, sempre nel primo tempo, avesse segnato il gol fotocopia di Pescara, oppure avesse passato il pallone al compagno Jack, la musica sarebbe stata senz’altro diversa. Una critica a MN? Non avere fatto scendere subito in campo Meggio e Jallow insieme: bisognava segnare per primi e, a mio avviso, la coppia avrebbe potuto farlo. In conclusione: il Vicenza non si è ancora rivelato del tutto dopo il ko di Cittadella, ma a questo punto rimando la mia curiosità a fine dicembre, tempo di bilanci…
UN OCCHIO ALL’UNDICESIMA GIORNATA
Vista la girandola di partite giocate tra sabato e martedì scorsi, mi soffermo solo un momento per una rapida sintesi sull’undicesima giornata di campionato. Aperta, negli anticipi, con le sonanti vittorie di Monza e Chievo contro Venezia e Reggina. Va sottolineato il successo dei brianzoli che hanno espugnato il campo, non facile, dei lagunari per 2 a 0. Poi, sabato pomeriggio, ha fatto un certo effetto il crollo della capolista Salernitana, battuta per 3 a 1 dal Brescia, con la seconda gara sulla panchina delle rondinelle di mister Dionigi, mentre l’Empoli ha letteralmente asfaltato per 5 a 2 la malcapitata Virtus Entella, più che mai fanalino di coda. Nel roboante punteggio dei toscani si è stagliato vistoso il poker di gol messo a segno da uno dei vari Mancuso che popolano il torneo cadetto, l’empolese Leonardo, il cui nome resterà impresso a lungo nelle menti dei tifosi di Chiavari, alla stregua di vero e proprio incubo.
Non era certo scontata, poi, l’affermazione netta del Cittadella ai danni della Spal, caduta male al Tombolato dopo sei vittorie consecutive. Ha invece rallentato ancora il Lecce di Mancosu – stavolta si parla di Marco – riagganciato all’ultimo minuto dal gol-pareggio del Frosinone (2 a 2). Sorprese pure dai bassifondi della classifica con il secondo colpo consecutivo del Pisa che ha battuto un Pordenone da qualche tempo in difficoltà, e quindi col pirotecnico 3-3 tra Cremonese e Ascoli. Per ultimo, ma evidentemente solo perché si tratta di un dulcis in fundo, ecco il meritato successo esterno del Lane che in terra d’Abruzzo ha espugnato l’Adriatico-Cornacchia, dedicando l’importante successo al mitico Paolo Rossi. Assente certo fisicamente ma presente, presentissimo, nei cuori dei “falsi nueve” scesi in campo con la maglia biancorossa “similpaolino”, cambiata poi con quella nera con cui hanno giocato e vinto.
IN ABRUZZO E’ SBOCCIATO LAMIN JALLOW
Il Vicenza “abruzzese”, pure col groppo in gola per la scomparsa di Pablito, ha fatto il suo e lo ha fatto al meglio, mettendo a sedere un Pescara apparso ancora in ambasce (il buon Roberto Breda avrà certamente il suo da fare per risollevare la truppa biancoceleste). Vittoria a parte, però, il dato più interessante e sostanzioso emerso contro il Pescara riguarda il battesimo di fuoco di Lamin Jallow, l’uomo nero che sinora pareva essersi defilato dalla scena, pur avendo fatto intravvedere lampi di classe negli spezzoni di partita giocati: troppo poco e troppo impalpabile.
Poi, ecco la decisione di MN che spiazza un po’ tutti i vari addetti ai lavori: a Pescara è il momento giusto per buttarlo (Lamin Jallow) nella mischia, prendendo così due piccioni con una fava. Ossia: mette finalmente in pista Jallow, che dimostra nei fatti di saper fare grandi cose (come ci si aspettava da lui) e, al contempo, risolve il problema dell’attacco piazzando due punte decisamente all’altezza della serie B: Jallow e Meggiorini. Due titolari, là davanti, responsabilizzati come si deve. Bravo Mimmo e bravo Jallow. Naturalmente un bel voto va a tutto il Lane vincente, meno che a Gori per l’assurda espulsione beccata in un momento decisivo della gara: se fosse uno scolaro andrebbe posizionato dietro la classica lavagna. Però può capitare….
LA PARTITA AL TOMBOLATO DEVE SERVIRE DA MONITO
A nessuno piace perdere, come direbbe anche oggi monsieur de Lapalisse, certo. Quando capita però, è saggio ricavarne indicazioni utili per non ricadere negli stessi errori. Il discorso calza a pennello per la sconfitta del Lane contro il Cittadella: in serie B non puoi avere cali di tensione del genere, non puoi pensare di portare a casa punti senza saper soffrire. Dal Tombolato è uscita una lezione chiara in questo senso. E non solo: quando sprechi occasioni gol come quelle buttate alle ortiche dal Lane, soprattutto nel primo tempo, non è che puoi prendertela più di tanto col destino cinico e baro. Stesso discorso vale anche per il pacchetto difensivo che è apparso letteralmente latitante nel secondo tempo, dimenticando platealmente che le partite durano 90 minuti e spiccioli, e non finiscono mai ai punti. Certo, tutto questo discorso non vuole togliere nulla al ritrovato Cittadella che già contro la Spal aveva fatto capire a chiare lettere di essere tornato la bella squadra che conosciamo. Una vera e propria istituzione della serie B che, anche col Vicenza, ha mostrato di che pasta è fatta: ha atteso e poi colpito. Senza pietà su un Vicenza però poi troppo arrendevole.
UN FLASH SULLA DODICESIMA
Martedì scorso, ecco la dodicesima giornata preceduta dalla vittoria in trasferta del Venezia a Reggio Calabria, cui è seguito il licenziamento del tecnico di casa, Mimmo Toscano, protagonista della promozione della Reggina nella serie cadetta. I lagunari si sono così ripresi immediatamente dal rovescio casalingo subito per mano del Monza e ora navigano a quota 21, proprio niente male per una squadra all’inizio non troppo considerata. Oltre al Venezia, anche varie formazioni di primo piano hanno proseguito con le vittorie e a scalare la classifica. Come il Frosinone, che ha recuperato la rete segnata da Mazzocchi per poi battere la Reggiana (2 a 1) fuori casa. Come l’Empoli, che ha però sudato per avere ragione di una strenua Cremonese, battuta dal gol segnato da Stulac nei minuti supplementari del primo tempo. E ancora, la vera e propria asfaltatura operata dal Monza (5 a 0) ai danni della derelitta Virtus Entella. Pari e patta invece tra le altre quattro grandi del campionato: Salernitana-Lecce e Spal-Chievo. Un punto a testa che accontenta tutte e ora avanti alla prossima, alla tredicesima giornata di sabato 19 dicembre 2020, preceduta però da due anticipi: Entella-Pordenone e soprattutto Frosinone-Salernitana, uno dei match-clou.
VICENZA- ASCOLI, L’OCCASIONE DA NON PERDERE
Dopo tanto viaggiare, il Lane torna (finalmente) tra le mura amiche. Ha (finalmente) la possibilità di giocare senza remore per i tre punti. Tre punti che fanno classifica e bene all’ambiente. Ora, è chiaro che le partite vanno giocate e vinte prima di parlarne, però questa volta è d’uopo aspettarsi la partita vincente, la prestazione convincente perché gli ingredienti ci sono tutti. Avremo di fronte un’avversaria che, a differenza della Virtus Entella, non è però una squadra-materasso (almeno sinora), sebbene il suo ruolino di marcia sia francamente abbastanza disastroso: otto sconfitte, tre pareggi e una sola vittoria. Decisamente poco, anzi pochissimo per vederci qualcosa di positivo. Eppure annovera giocatori di buona fama e di categoria: Leali, Cavion, Brosco, Bajic, Buchel, Chiricò e Kragl. Ho tenuto per ultimo proprio Kragl perché sino allo scorso anno di lui si parlava come di un giocatore di grande valore, cercato da varie squadre di serie A. E’ finito all’Ascoli cui doveva iniettare la sua forza fisica non disgiunta da buona tecnica, ma per ora appunto si è visto poco. Così va il calcio, e speriamo che si trattenga anche nella partita contro di noi. Poi però c’è ancora un bel però. Che si chiama Delio Rossi, vecchia conoscenza del calcio italiano, allenatore di grande professionalità ed esperienza, che ha guidato Lazio, Fiorentina, Bologna, Genoa, Palermo, Sampdoria, Atalanta e tante altre ancora (pure all’estero in Bulgaria con lo Levski Sofia). Insomma un vero e proprio santone del calcio giunto ad Ascoli a fine novembre: sinora non è riuscito a fare granchè, ma si sa che i santoni amano gli scherzi. Scongiuri!
I MATCH CLOU DELLA TREDICESIMA
Ultimo step: le partite più interessanti della tredicesima. Direi senz’altro Chievo-Empoli che si giocano molto per ragioni opposte. Un pari, risultato probabile, lascerebbe tutto come ora. Ma una vittoria dei veronesi varrebbe a certificare che anche il Chievo c’è tra le grandi, e del resto basta leggere i nomi della sua rosa. Per l’Empoli una vittoria di prestigio fuori casa contro il Chievo significherebbe salto di qualità e quantità con allungo in classifica, dove è in testa a quota 25. Come già detto, l’altra grande partita è l’anticipo tra Frosinone e Salernitana, due squadre di primo piano che non nascondo le proprie ambizioni di promozione diretta. Il terzo incontro “importante” è Venezia-Spal. I neroverdi hanno l’occasione per far sapere al mondo che vogliono puntare in alto senza timori reverenziali, mentre i ferraresi sono chiamati a fare punti dopo averle buscate dal Cittadella e aver impattato in casa col Chievo. Mi accorgo di aver scritto tanto, per cui mi fermo.
Luciano Zanini