E’ mancato Paolo Rossi, prima di tutto un amico, poi un campione.
In questo maledetto anno bisesto che per fortuna sta andando rapidamente alla conclusione, abbiamo alle spalle una catena di amici e di persone care. In una settimana abbiamo perso Ernesto Galli, Mario Maraschi e ora Paolo Rossi. Ma è stato anche l’anno di Maradona e tanti altri. Sapevamo che era malato, purtroppo lo sapevamo da tempo. Ma la notizia ci ha comunque colto di sorpresa, una mazzata. Paolo lo avevo conosciuto tanti anni: mi era stato chiesto di arbitrare una partita del Real Vicenza giocata a Creazzo, c’erano molti di quei giocatori che avevano regalato a Vicenza una’apotesi di storia: Galli, Lelj, Carrera, Salvi, Filippi, Paolo Rossi, Verza, Cerilli, era venuto anche Vendrame da Pordenone.
Inoltre il figlio Alessandro aveva giocato con me ai tempi in cui ero presidente dell’Altair. Quando con Beppe Sammarco, Claudio Pasqualin e Antonio Santagiuliana, organizzammo Basilicalcio fu disponibile a concederci in prestito il pallone d’oro e la scarpa d’oro che aveva vinto in carriera. Successivamente ci eravamo frequentati in tante occasioni: devo dire subito che Paolo era una persona semplice, non se la tirava per nulla, salutava tutti e da tutti era ricambiato. Andavamo a prendere il caffè da Bolzani in Corso Padova o ci incontravamo in centro. Poi l’attrazione per la sua Toscana lo aveva richiamato. Ma a Vicenza ci veniva spesso: ci siamo visti in Comune nella giornata storica del riconoscimento della cittadinanza onoraria, e poi alla Mostra organizzata a Palazzo Costantini, qualche volta allo Stadio Menti. Sempre un sorriso.
Eppure lui era un campione del mondo e in qualunque parte del pianeta era riconosciuto e ricordato: il capocannoniere del Mondiale del 1982 in Spagna con 6 gol, il pallone d’oro, capocannoniere della serie A, due scudetti vinti con la Juventus, una Coppa dei campioni e tanti altri trofei. Era arrivato a Vicenza dal Como reduce da vari infortuni. Non avrebbe dovuto essere il titolare : c’era Vitali a occupare in pianta stabile il posto di centravanti, ma l’attaccante che aveva fatto la fortuna dei biancorossi negli anni precedenti se ne era fuggito dal ritiro e Gibi Fabbri decise di lanciare questo ragazzo mingherlino e plurioperato scegliendo lui al posto di Albanese. Con Rossi e gli altri il Vicenza conquistò una fantastica promozione arrivando davanti al Pescara, all’Atalanta e al Cagliari. Poi la cavalcata in A con il secondo posto alle spalle della Juventus: Rossi realizza 28 reti e si piazza al primo posto nella classifica dei capocannonieri. Farina compie il famoso colpo di testa e lo riscatta per 2 miliardi e 612 milioni creando un incredibile scandalo che provocò persino le dimissioni del Presidente della FIgc Carraro. Era un affronto alla Juventus di Boniperti che il Vicenza e Farina pagheranno per anni. Il Vicenza comunque vive l’esperienza della Coppa Uefa ma in Europa i cechi del Dukla massacrano Rossi e veniamo eliminati nella sfortunata gara di ritorno. Sarà un annata tribolata che porterà alla retrocessione e che obbligherà Farina a cedere Rossi al Perugia, dove Pablito venne coinvolto dal compagno Della Martira nella scandalo scommesse che gli costerà due anni di squalifica. Finalmente la Juventus può riprenderselo quasi a gratis e nel 1982 riesce a giocare le ultime tre gare di campionato. Bearzot lo convoca fra lo scetticismo generale in Nazionale per i mondiali di Spagna e nelle prime gare le sue prestazioni sono opache. Ma poi arriva l’esplosione, arrivano i gol in serie: tre al Brasile, due alla Polonia, una alla Germania nella finale. Tutta Vicenza è orgogliosa ed entusiasta delle imprese del suo Pablito.
Riuscirà a raccogliere ancora soddisfazioni con la maglia bianconera, prima di concludere la carriera in quella che sembra una lenta marcia di riavvicinamento a Vicenza: Milano sponda Milan e Verona. Chiusa la carriera a soli trentuno anni è tornato a Vicenza dove con Salvi ha iniziato un attività immobiliare nella Rosa (Rossi – Salvi). In quella veste, nel 1995, venne a trovarmi quando ero Assessore allo Sport per parlare del nuovo Stadio di Vicenza, annunciandomi di fare parte di una cordata di imprenditori interessati all’operazione. Non se ne fece nulla, ma questa è tutta un’altra storia. Due anni fa era entrato nella compagine dirigenziale del Vicenza con la famiglia Rosso. E nel frattempo proseguiva la sua attività di commentatore televisivo per Sky. Stanotte a Roma il decesso.
Vicenza oggi pomeriggio saluta Mario Maraschi e nel contempo piange un altro grande centravanti. Sabato mattina nello stesso luogo, il Duomo di Vicenza si terranno i funerali di Paolo. E sicuramente saremo in tanti..
Quando finirà quest’anno bisesto ????
Federico Formisano
Il saluto del Vicenza calcio:
A volte semplicemente non esistono parole per esprimere il dolore che tutti noi stiamo provando. Ciao Paolo