EVIDENZA Serie D

Alessandro Ferronato, tra rimpianti e sogni.

Scritto da Federico Formisano

Alessandro Ferronato non vede l’ora di ricominciare. “ Questo periodo senza calcio è bruttissimo, ma soprattutto è bruttissima questa fase d’incertezza in cui non si sa quello che potrà capitare. E pensare che stavamo andando verso il periodo migliore per giocare a calcio ed allenarsi: queste serate tiepide con i campi in ottima condizione, e le giornate lunghe fanno venire veramente tanta nostalgia e tanta voglia di tornare sul campo”.

Il direttore sportivo del Cartigliano Leopoldo Torresin,   ha già anticipato che la società ti ha chiesto di rimanere per tagliare così il traguardo dei sette anni sulla panchina del Cartigliano. Tu cosa ne pensi?  “ La mia volontà è quella di parlare con la società. Quando si ha alle spalle una stagione positiva si pensa di migliorarla e di consolidare i risultati raggiunti. La prima scelta- lo ribadisco – è il Cartigliano ma è importante capire come si potrà ripartire a settembre. Io vorrei puntare ad allenare una squadra competitiva e capisco che in questo momento non si possono conoscere nè le modalità con cui si affronterà la prossima stagione, nè le risorse che si disporranno”.

La tendenza al contenimento delle spese dovrebbe comunque essere un’esigenza comune di tutte le società. Non pensi anche tu?

io credo che ci siano ancora alcune società ( due o tre) che possano disporre di risorse significative ma la stragrande maggioranza dovrà forzatamente andare incontro ad un contenimento delle spese. A Cartigliano dove si è sempre fatto il passo secondo la lunghezza della gamba, dovremmo essere già abbastanza allineati con questa tendenza. Il monte stipendi della nostra squadra non è certo come quello di molte squadre che spendono ben più di noi.

Come vedi il futuro del nostro calcio?

“ Vedi io ho un sogno: quello di iniziare a settembre ma di farlo nella maniera più regolare e normale possibile.  Mi spiego meglio secondo il mio punto di vista è impensabile che il calcio possa continuare con misure di distanziamento sociale o con l’utilizzo di protocolli troppo vincolanti. Non ha senso nemmeno il calcio a porte chiuse. Noi quest’anno ci siamo abituati bene con un pubblico appassionato ed entusiasta pronto a sostenerci. Nel girone d’andata alla gara con il Campodarsego (le due squadre erano prime a pari punti) c’erano 1500 spettatori presenti e quel clima ci mancherà moltissimo se dovessimo giocare a porte chiuse.

grande pubblico a Cartigliano

Inoltre non riesco a concepire l’allenamento senza la fase agonistica, senza i contrasti per mantenere il distanziamento, senza l’atmosfera stupenda dello spogliatoio dove si crea il primo presupposto del gruppo con gli scherzi ma anche con i momenti intensi pre gara. Quindi ho dei rimpianti che si tramutano in sogni.  Adesso è il momento delle decisioni. Chi deve decidere decida. Per noi è abbastanza ininfluente. Ma ci proiettiamo sulla nuova stagione e pensiamo soprattutto a quella. Devo dire che spero che il Campodarsego venga promosso in serie C, questa promozione l’ha guadagnata sul campo con un percorso regolare e senza incertezze. E oltretutto se la merita Andreucci che è un amico e una persona che stimo molto.

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Federico Formisano