Comunicato della Federazione Regionale
A fronte del crearsi di alcuni gruppi e chat che invocano con forza lo stop dell’attività, desideriamo intervenire per ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, che il Comitato Regionale Veneto è ben conscio della gravissima situazione sanitaria, economica, sociale e sportiva che ha investito il nostro Paese.
In questo difficile momento, a noi pare inopportuno presentare in ordine sparso petizioni che alla fin fine potrebbero essere anche fuorvianti, nella certezza che solo scelte univoche andranno nel giusto verso.
Ma a fronte di 600/700 deceduti al giorno e ai contagi che non diminuiscono in modo sensibile, si può pensare davvero che la LND e il C.R.Veneto non si confrontino quotidianamente con il proprio territorio e con le società sportive che lo rappresentano per decidere come agire? Il C.R.Veneto non prenderà mai alcuna decisione senza un confronto diretto con le sue società e senza la loro condivisione, Riteniamo quindi opportuno prendere le distanze da queste iniziative e segnalare che questo movimenti autonomisti, pur rispettabili, non sono assolutamente espressione del C.R.Veneto e del suo Consiglio Direttivo.
La nostra struttura si dirama in modo capillare: Consiglieri, Delegati Provinciali e Distrettuali, Delegati Assembleari, Consultori, che sono stati da tempo invitati a monitorare l’evolversi della situazione. Come abbiamo sempre detto, i veri sensori del territorio. Situazione che appare, forse lo dobbiamo gridare, in tutta la sua drammaticità soprattutto per l’immediato futuro e per la prossima stagione sportiva, Pur nel rispetto di ogni autonoma iniziativa, Il C.R.Veneto cammina sempre al fianco delle sue società nella consapevolezza, più volte espressa, che tutti insieme ce la faremo.
Divisi non si va da nessuna parte.
Il presidente Giuseppe Ruzza
I dati delle ore 18.00
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, 86.498 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (sono 5959 in più rispetto a ieri per una crescita del 7.4%). Di queste, 9134 sono decedute (+969, +11.9%) e 10950 sono guarite (+589, 5.7%). Attualmente i soggetti positivi sono 66.414 (il conto sale a 86.498 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia). I dati sono stati forniti dalla Protezione civile.
C’è un dato rilevante negli ultimi giorni: dal 19-20 marzo la curva dei nuovi casi sembra attenuarsi leggermente nella sua ascesa e stiamo monitorando quanto sta avvenendo». Lo ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), durante una conferenza stampa a Roma, trasmessa anche in streaming in cui, insieme al presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, ha presentato il primo report epidemiologico realizzato attraverso il sistema di sorveglianza e basato sulle segnalazioni che arrivano dalle Regioni. «Il picco dell’epidemia di coronavirus in Italia si sta avvicinando, ma non ci siamo ancora – ha aggiunto -. Non illudiamoci di poter allentare le misure che abbiamo adottato. Ci sono realtà diverse nel Paese, la Lombardia e aree limitrofe con fortissima circolazione, mentre in altre aree c’è una circolazione ancora limitata, dove la sfida è fare in modo che quelle aree rosa non diventino rosse». Siamo dunque a «un rallentamento della crescita, non una fase calante», ha ribadito Brusaferro.