Dal sito facebook del Telemar
E’ con tanta ed infinita tristezza, che oggi Mirko alle 18.30 e’ venuto a mancare. Era ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale di Vicenza dalla sera del 24 gennaio.
Sono stati 20 giorni di speranza, di angoscia, di paura, di notti in bianco, di tanta vicinanza a mamma Manuela, papa’ Eliseo, ai fratelli Luca e Stefano. Una grande famiglia che con dignita’, ha saputo affrontare la piu’ alta e difficile sfida che la vita possa presentare.
Mirko ha sempre lottato. Non ha mai mollato.
Mirko non ha perso. Mirko e’ stato circondato, sempre, da tanto affetto e calore. Straordinario ed incredibile. Ha percepito quell’incessante via vai di persone, che giorno dopo giorno, in silenzio, lo hanno sostenuto. E pregato per lui.
Mirko da oggi avra’ un posto speciale nel nostro cuore. Mirko da oggi sara’ un esempio di coraggio. Mirko continuera’ a vivere in ognuno di noi.
Un ringraziamento a tutto il personale del reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Vicenza per gli sforzi, la determinazione e la professionalita’ con cui hanno curato Mirko e per la gentilezza, per come ci hanno sempre accolti.
E un grazie enorme, davvero, alla prima squadra, allo staff, che ha saputo in questo triste periodo, essere presente in ogni momento. Rappresentando un punto di riferimento costante. Condividendo con Mirko queste tre settimane di dolore.
Alla famiglia, da parte della Societa’ Telemar, con il Presidente Massimo Trevisan, il Direttivo, gli allenatori, i dirigenti, i tesserati, i tifosi, porge le piu’ sentite condoglianze.
Una grande perdita. Un enorme vuoto.
Il 25 gennaio la notizia è arrivata presto nella nostra redazione con l’immediata consapevolezza della gravità: il Primario chiamato d’urgenza a Padova lo aveva operato nella notta fra il venerdì e il sabato, ma uscendo dalla Sala Operatoria aveva parlato di una situazione estremamente complicata. La giornata convulsa era scorsa fra la richiesta del rinvio della gara programmata per domenica 26 gennaio e le notizie che arrivano dall’Ospedale, dove amici e compagni affluivano minuto dopo minuto per avere informazioni o semplicemente per manifestare ai famigliari la loro vicinanza. Da lì iniziava questo lungo cammino che abbiamo seguito da presso parlando tutti i giorni con i dirigenti della Telemar e andando due volte in quella anticamera popolata di ritratti, intessuta di speranza e di dolore. Lì abbiamo conosciuto la mamma e il papà di Mirko, persone di grandissima dignità, asserragliate nel dolore sordo della perdita di un figlio.
Abbiamo riferito l’essenziale, solo quello che il nostro compito di cronisti ci obbligava a non tacere, ma in cuor nostro sapevamo che non ci poteva sottrarre a questa conclusione. Eppure la speranza dei genitori e dei fratelli, dei tantissimi amici ad un certo punto ha cominciato a diventare coinvolgente e così è nata la proposta del presidente della Junior Monticello, Fioravanzo che ci ha chiamato lanciando questa idea di andare in campo con il volto dipinto (una V verde a rieccheggiare il segno rosso della violenza sulle donne), verde come la speranza nel miracolo.
Una proposta che è stata raccolta da tanti (oseremo dire da tutti) con immediatezza. Abbiamo capito che la proposta aveva colto nel segno quando ha aderito il Vicenza Calcio, quando ha risposto la Federazione, quando sono arrivate le adesioni da fuori provincia.
La speranza di tutti è che Mirko, lì nel suo letto d’Ospedale potesse cogliere questo messaggio incredibile di partecipazione e di vicinanza, questa spinta di giovani che non si rassegnavano all’idea di perdere un amico. E nel momento in cui la coscienza e la consapevolezza gridavano che non poteva essere così, che quel cervello martoriato non avrebbe potuto vedere nè sentire, abbiamo sperato che il messaggio giungesse almeno a chi soffriva, ai parenti, agli amici. Ci siamo anche noi, vicino a voi, per piangere e per augurarci il meglio per lui.
Stasera la sentenza è arrivata, drammatica. Ma in fondo perchè non consolarci con la constatazione che questo epilogo, pur nel dolore grandissimo, pur nella rabbia di vedere un ragazzo di 26 anni morire in questo modo, è proprio il meglio che potevamo augurarci per lui, per Mirko. Questo ragazzo che avevamo fotografato un paio di volte, questo ragazzo scanzonato che prima di andare incontro al suo destino, ha scattato un selfie che oggi appare crudele, questo ragazzo che aveva nel sangue quella passione che ci unisce, avremmo tutti noi potuto tollerare di vederlo languire senza speranza e senza un vissuto reale in quel letto di Ospedale ??
Vai Mirko che la terra ti sia lieve.
Federico Formisano