Sull’argomento ci siamo più volte espressi: noi rimaniamo a favore dei campi in sintetico anche dopo i casi successi questa settimana con il rinvio delle gare che avrebbero dovuto essere disputate a Vicenza a San Pio X°, a San Bortolo e in Via Gagliardotti.
Va detto che domenica sono state sospese o rinviate complessivamente 31 gare e di queste solo 3 su campi in sintetico; si è giocato invece regolarmente sui sintetici di Lerino (Marola- Schio), Arcugnano (Arcugnano- Dueville), Montegalda (Due Monti- Monteviale), Grisignano (Grisignano – Malo), Monticello (Junior – Maddalene), Santorso (Orsiana- Silva) Valli (Valli – Molina), Camisano (Grantorto- Fides).
Perchè i rinvii ?
Il Presidente dell’Altair, Nicola Maccà, che gestisce il campo di San Pio X° spiega perchè non si è giocato in Via Calvi. ” Il campo è quasi sempre praticabile ed in ottime condizioni, ma domenica poco prima della gara è caduta una vera e propria bomba d’acqua che il campo non è riuscito ad assorbire. Dopo mezzora dal previsto inizio quando la pioggia è cessata il campo è tornato in perfette condizioni. Ma l’arbitro non se l’è sentita di attendere. E d’altra parte le giornate durano sempre meno e c’era il rischio di dover concludere con le luci artificiali. Se piove in grandissima quantità il terreno non è in grado nell’immediato di assorbire ma entro poco tempo, dopo che la pioggia è cessata di cadere o ha rallentato d’intensità le canalette di scolo riescono a portare via l’acqua di superfice ed il campo torna ad essere praticabile.
Sulla stessa linea di Maccà c’è anche Matteo Mastella, direttore generale del Telemar che gestisce il campo di Via Gagliardotti: ” certo l’usura del campo si comincia ad avvertire, ma domenica si è trattato di un fatto eccezionale con un notevole quantità d’acqua caduta in pochissimo tempo. Da noi dopo mezzora dal rinvio il campo si è asciugato e sarebbe stato praticabile” Abbiamo parlato con la ditta che ha fatto il nostro impianto e ci dice che potrà durare ancora per sei/sette anni prima che il rifacimento del manto divenga veramente indispensabile.
Non abbiamo, invece, sentito alcun rappresentante del Valdagno che avrebbe dovuto giocare a San Bortolo.
In sostanza visto che i rinvii sono stati nella misura del 30% delle gare disputate (30 su 100 partite in programma) ecco che la percentuale delle gare non disputate sui sintetici (3 su 14) è più o o meno analoga.
Perchè adesso vengono buoni i sintetici
La settimana si annuncia piovosa con il rischio che sia Sabato che domenica il tempo sia perturbato. I campi in erba sono già stressati dalle piogge dell’ultimo week end e dal fatto che molte gare sono state comunque disputate. Domenica chi scive era a Camisano, un campo con un fondo ben tenuto e risparmiato (vi giocano solo prima squadra e Juniores Elite) ma alla fine della gara con il Montecchio si presentava particolarmente appesantito. I campi in sintetico se non saranno sottoposti allo stesso problema di questa settimana (molti millimetri di acqua caduti in poco tempo) potranno essere utilizzati senza problemi. Mentre per alcuni campi in erba si rischia facilmente lo stop, visto le condizioni in cui potrebbero venirsi a trovare. Probabile che questa settimana tornino buoni anche quei campi in sintetico (Malo, San Lazzaro, Isola Vicentina, Stanga ecc.) che non sono stati utilizzati nell’ultimo week end.
Manutenzione
Altro dato da confutare è quello che i campi in sintetico abbiano costi elevati di manutenzione. Una buona manutenzione del cosidetto intaso costa dagli ottomila ai dieci mila euro: i bigbag i contenitori del Cocco triturato che intasa i campi della città hanno un costo di circa 600 euro a contenitore e quando si rifa il riempimento del tappeto bisogna utilizzare una decina di questi contenitori per un costo di circa 6000 euro ai quali vanno aggiunti circa 2500 euro per il lavoro della posa in opera. Ovviamente nel costo il lavoro di volontariato di chi utilizza il trattorino con il pettine che bisogna passare con frequenza sul campo non si conteggia, ma è così anche per i campi in erba.
E’ necessaria la stessa spesa ( e forse anche qualcosa di più) per la sistemazione di un campo in erba che preveda la carotura del terreno o la scarifica, il riporto di terreno, il dissodamento, la concimazione, la semina dell’erba. E se il campo viene rovinato (come succede quando ci si gioca in questa stagione) l’intervento deve spesso essere ripetuto nel periodo invernale. In uno studio che abbiamo consultato di recente si parla di un costo annuo di 24.000 euro per una manutenzione straordinaria (14.000) e una ordinaria annua. (10.000). Ovviamente i costi possono essere contenuti se il campo viene lasciato colpevolmente in abbandono come succede in molte realtà dove abbiamo campi che diventano pericolosi per l’incolumità delle caviglie ( e non solo) dei giocatori.
Durata
La durata di un sintetico deve essere calibrata sui 15/20 anni altrimenti significa che la realizzazione non è stata fatta a regola d’arte. Oggi si discute di rimettere mano ai campi in sintetico dopo 10 anni. Secondo noi non ha senso e le stesse ditte realizzatrici (Italgreen, Limonta) ritengono che un campo possa durare per un periodo abbastanza prolugato (20 anni) se viene trattato con cura (ll riempimento con il materiale d’intaso una volta all’anno, la frequente pettinatura..)
Un articolo a parte meriterebbe l’atteggiamento spesso inspiegabile (dal mio punto di vista) della Federazione che pone spesso molti ostacoli all’utilizzo degli impianti sportivi in sintetico, introducendo balzelli sotto forma dei costi tecnici di omologazione, spesso sproporzionati.
Ritorno ab origine?
Appare del tutto fuori luogo parlare di un ritorno all’erba naturale come soluzione del problema.
E per spiegare che cosa intendo mi limito a farvi vedere com’era dieci anni fa il campo di San Pio X° : l’erba scompariva a settembre per ritornare solo a maggio inoltrato. E quando il campo non era il mare di fango che si scorge nella foto diventava una distesa di sabbia che al primo colpo di vento si alzava creando non pochi disagi nei giocatori. E d’altra parte non essendo disponibile un campo per gli allenamenti, in questo terreno si allenavano e giocavano le loro gare 10/12 squadre e 200 atleti della gloriosa Altair di San Pio X°, oltre a qualche squadra di amatori.
Al riguardo è perentorio anche Maccà ” Tornare indietro sarebbe sbagliato, per noi il campo in sintetico è una risorsa e comunque rappresenta la soluzione del problema.”
Anche Mastella concorda con Maccà: ” noi riteniamo che il Comune debba predisporre un piano di intervento quinquennale per la sistemazione dei fondi. Innanzitutto alcuni impianti possono reggere ancora per qualche tempo prima di un intervento radicale di sistemazione. Poi i costi vanno calibrati e limitati: non è necessario rifare completamente l’impianto. Per esempio il sottofondo e le canalette di scolo se non sono intasate possono essere mantenute e quindi l’intevento deve essere mirato solo al tappeto vero e proprio.
Un ragionamento a parte va fatto sulla redditività che un campo in sintetico può dare: mentre un campo in erba deve avere un uso limitato, sul sintetico si può giocare “quasi” sempre. Le stesse ditte che costruiscono gli impianti non danno alcuna prescrizione al riguardo. Il che comporta per la società che gestisce l’impianto la possibilità di concedere ad altri l’utilizzo della struttura, a fronte di un pagamento di un canone.
Le Tecniche
I campi in sintetico hanno attraversato varie generazioni. All’inizio si rischiava grosso per le abrasioni del prodotto utilizzato, poi si è passati ad una tecnica che predeveva l’utilizzo di copertoni di camion macinati che però erano pericolosi per il possibile inquinamento del fondo dovuto alla presenza di materiali pericolosi. Poi si è passati alla noce di cocco triturata, un prodotto seminaturale Oggi molte aziende del settore sono tornate alla gomma perchè più performante. Ovviamente non vengono più utilizzati copertoni d’auto troppo inquinanti.
Sicuramente nel tempo verranno utilizzate nuove tecniche.
L’importante comunque è che non si fermi un cammino, che, episodi di questa settimana a parte, va verso un utilizzo più razionale e più intensivo dell’impianto sportivo.