Lr Vicenza- Cesena 2-1
L.R. Vicenza (4-3-1-2): Grandi; Bruscagin, Cappelletti, Padella, Barlocco; Zonta, Rigoni (Pontisso 71’), Vandeputte (Tronco 79’); Giacomelli (Zarpellon 88’) ; Marotta, Guerra (Arma 71’). A disposizione: Albertazzi, Bizzotto, Pasini, Bonetto, Liviero, Bianchi, Scoppa, Zarpellon, Okoli. Allenatore: Di Carlo
Cesena (3-4-3): Agliardi; Ciofi, Brignani, Ricci; Franchini (Zerbin 69’), Franco, Valencia (Rosaia 69’), Giraudo (Valeri 87’); Borello (Butic 69’) , Zecca, Sarao. A disposizione: Marson, Maddaloni, De Feudis, Brunetti, Capellini, Pantaleoni, Stefanelli. Allenatore: Modesto
Arbitro: Santoro di Messina
Marcatori: Sarao 20’ Rig.( C) Vandeputte 29’ (LRV), Giacomelli 51′ Rig. (LRV) –
Ammoniti: Bruscagin 19’ (LRV), Cappelletti 33’ (LRV), Guerra 61’ (LRV), Giacomelli 75’ (LRV) – Borello 38’ ( C), Franchini 64’ ( C), Rosaia 85′ (C)
Cronaca e foto di Federico Formisano dallo Stadio Menti di Vicenza
Quando vedo i giocatori che passano settore per settore dello Stadio a raccogliere dosi generose di applausi mi faccio sempre una domanda: ma è uno atteggiamento studiato dagli esperti del marketing per ingraziarsi chi alla fine porta comunque soldi nelle casse sociali, o sono proprio i giocatori che amano entrare in simbiosi con il popolo biancorossi, che attendono questo contatto quasi fisico, queste sensazioni che per giocatori che non nuotano nell’oro sono comunque fonte di soddisfazione e di appagamento. Alla domanda finisco sempre con il rispondere che non è assolutamente una posa studiata, ma la volontà di vivere da calciatori, che comunque non calcano i palcoscenici della Serie A, emozioni intense.
Il pubblico vicentino viene da anni di astensione alla gioia e questa squadra sta iniziando a dare veramente qualcosa, a ricambiare anni di affetto e di sofferenze. Quando l’arbitro concede 5′ di recupero e il Vicenza gioca al Torello nell’angolo del calcia d’angolo, sembra di essere alla Corrida, con gli Ole divertiti e partecipi dei tifosi. Forse si sarà divertito meno il Cesena che però ha avuto 40 e più minuti per rovesciare l’esito di una gara e non c’è mai seramente riuscito, lasciando spesso inoperoso Grandi.
Torneremo alla partita ma intanto ci preme sottolineare questo ritrovato feeling contando che i biancorossi non tradiscano e che questa seconda posizione di stasera venga mantenuta e perchè no anche migliorata, visto che il Padova che abbiamo visto con l’Arzignano non ci è sembrata una corazzata imbattibile. Torniamo dunque alla gara di cui non entreremo nei dettagli che avrete opportunità e modo di ritrovare in giornali, siti, ed opuscoli di ogni genere.
Di Carlo alla fine non concede una possibilità a Scoppa come sembrava probabile viste le contemporanee assenze di Cinelli ed Emanuello e la condizione non brillante dei recuperati Pontisso e Zonta, che invece parte dal primo minuto. Non cambia nemmeno la difesa confermando un reparto sempre più collaudato. E conferma anche Guerra accanto a Marotta. Semmai sarà il campo a dirci che una volta di più l’allenatore dei biancorossi, vuole insistere con il trequartista schierando Giacomelli alle spalle proprio di Guerra e Marotta, con Zonta moto perpetuo , Rigoni davanti alla difesa e Vandeputte a percorrere rotte che lo portano molto spesso sulla sinitra dello schieramento, infine con Bruscagin e Barlocco pronti a prodursi sulle corsie esterne. Il Cesena di Modesto è schierato con il 4-3-3 con il trio degli avanti formato da Borello il più pronto a ripiegare a centrocampo, sulla destra oltre a Serao e Zecca.
Il primo quarto d’ora è sopratutto di studio: il Vicenza si affaccia poco dalle parti dell’esperto Gagliardi, il Cesena di fa vedere con un tiraccio di Franchini.
Al 19′ però il contropiede dei bianconeri scatta fulmineo, con qualche dubbio sulla posizione dei due avanti: Zecca s’invola sulla fascia sinistra. Su di lui recupera Bruscagin che, appena dentro l’area, entra con decisione, ma apparentemente sul pallone. Il signor Santoro non è d’accordo ed in uno Stadio in ebollizione decreta penalty ed ammonizione con Serao che trasforma.
E qui che si vede comunque il carattere di questa squadra. Nel momento in cui Serao trasforma il penalty il Vicenza è a -7 dal Padova che ha vinto con l’Arzignano. Siamo sotto per un rigore dubbio. E a qualcuno potrebbe anche venire il sospetto di essere già in condizione di sudditanza psicologica e di non riuscire ad uscire da una palude melmosa. Invece la squadra risponde immediatamente presente e riparte con energia e aggressività rinnovata: Vandeputte manda alto ma al 29′ Zonta scaglia un proiettile verso la porta romagnola e sulla respinta di Agliardi Vandeputte è il più pronto a raccogliere e ad insaccare.
Nel frattempo non possiamo non annotare che Di Carlo ha corretto la posizione in campo dei suoi uomini schierando un 4-4-2 più funzionale, con Vandeputte sulla destra e Giacomelli sulla gradita posizione di esterno sinistro con Rigoni e Zonta a formare la cerniera di centrocampo.
Il tempo si chiude con il punteggio di 1-1 ma con la sensazione di un Vicenza in partita, padrone del suo destino: dopo 5′ del secondo tempo la gara subisce lo strattone definitivo: Giacomelli recupera palla, entra in area come una furia e viene artigliato alla caviglia da Franco. E’ rigore! Jack non si sottrae all’enorme responsabilità di calciare un rigore a dieci giorni da un altro penalty che ha sbagliato e che pesa come un macigno da due punti sulla nostra classifica. E stavolta tiene il pallone basso anche se quella che trafigge Agliardi è una vera e propria fucilata.
Il Cesena ha 40′ per cercare il pareggio, ma la sua reazione è fragilina e priva di mordente. Anzi: è il Vicenza ad avere le migliori opportunità per incrementare il vantaggio: con Vandeputte che solo davanti ad Agliardi si fa chiudere dall’estremo difensore e con Marotta che si fa murare al momento del tiro.
Finisce con il tripudio già descritto. Il Vicenza ha il viatico del suo pubblico per i prossimi impegni ad iniziare da quello gravoso di Piacenza di domenica prossima (il Padova giocherà in casa con il Ravenna, sabato sera) . Sarà un campionato lungo e difficile, ma la sensazione è quella di poterselo giocare fino in fondo. Là in quella curva, là in tutto il glorioso Menti c’è tanta voglia di vivere una stagione finalmente ricca di soddisfazioni.