Via Legione Antonini, Bar Menti, luogo di nascita di una famiglia che ha percorso tanti anni della storia gloriosa del Vicenza Calcio: qui cent’anni fa nacque Romeo Menti, giocatore del Vicenza, ricordato per essere uno degli eroi di Superga, qui sono nati tutti i fratelli, fra cui Mario, Menti primo, e Umberto, classe 1917, il secondo della schiatta. Qui la loro madre Maria Rosa preparava in un grande camino i pranzi per gli avventori dell’Osteria, qui c’era una corte di bocce, e qui a pochi passi c’era il Bar Sartea e di fianco al Bar il Campo del Vicenza dove furono giocati due campionati, prima del trasferimento nel 1934 all’attuale Stadio destinato a prendere il nome proprio da Romeo Menti. Anni dopo sul tappeto verde del Menti arriverà anche il quarto della dinastia, Gigi Menti, classe 1934, 314 gare giocate e 18 reti realizzate fra il 1952 2 il 1969.
Qui stamattina sono convenuti in tanti: dal Presidente della ricostituita associazione degli ex Biancorossi Pier Aldo Dalle Carbonare , accompagnato dal suo vice, Beppe Lelj , con il segretario dell’Associazione, Gianni Poggi, a fare gli onori di casa. Onori di casa che non potevano non fare anche i componenti della famiglia, Giorgio, figlio di Mario, Giuliana, sorella di Gigi e poi la moglie di Gigi. Oltre a Lelj a rappresentare gli ex giocatori c’erano i fratelli Alberto e Sergio Busato, che del sior Berto, sono stati allievi e poi trasmettitori della stessa scienza calcistica. Inoltre era presente Antonio Santagiuliana, figlio di Alfonso il cui destino di calciatore si è spesso incrociato con quello di Romeo. E ci sono i famigliari di Armando Frigo, il giocatore biancorosso, fucilato C’era Claudio Pasqualin, procuratore sportivo e Presidente dei Veterani dello Sport, e per il Vicenza Calcio, Paolo Bedin e Sara Vivian E poi tanti giornalisti (Marzotto, Benedetti, Tamiozzo Lancellotti, Meneghetti, Ceroni, Alberto e Anna Belloni, Ambrosetti, ecc.). Annunciata la presenza dell’Assessore allo Sport, Celebron, che poi non ha potuto essere presente per impegni amministrativi.
Simpatici i siparietti con i racconti di vita vissuta, la saga della famiglia (14 figli) con qualche breve cenno dei familiari, con l’ultimo baccalà consumato da Maroso e Menti assieme a Santagiuliana, con le imprese di Umberto nella sua veste di allenatore e di talent scout, con i resoconti del sempre documentatissimo Alessandro Lancellotti. La proposta giunge quasi in conclusione ma trova subito una rapida risposta: perchè non porre una targa sul muro esterno per ricordare che in questo luogo nacque una stirpe importante per le vicende calcistiche. L’associazione si fa carico della raccolta dei fondi, certo non impegnativa, il Comune, dovrà agevolare i passaggi amministrativi.
L’incipit dell’articolo di Gianni Poggi sul Giornale di Vicenza Sedici anni e tre giorni. Il più giovane giocatore a vestire la maglia biancorossa nei 117 anni di vita del Vicenza. Romeo Menti debutta in prima squadra l’8 settembre del 1935 e gemella la sua prima volta con quella dello stadio che, 14 anni dopo, sarà intitolato a lui. Festa dei Oto, domenica: un giorno perfetto per inaugurare lo Stadio del Littorio, progettato due anni prima e costruito in pochi mesi per dare uno stadio adeguato alle ambizioni della società presieduta dal marchese Antonio Roi. Che però, nel frattempo, è ricaduta in Serie C. L’allenatore dell’epoca, Giuseppe Viola, che in realtà è ungherese e si chiama József, combina una doppia amichevole con una squadra del suo paese, lo Saroksar. La prima partita è quella della inaugurazione, la seconda si gioca quattro giorni dopo…
E quello di Alessandro Lancellotti: Il campo di Viale Verona o di San Felice detto anche “Campo Sartea” o “Dea Carbonea”, fu inaugurato il 22 Giugno 1919, in una partita amichevole contro la Triestina, per la cronaca vinsero i locali con una rete di Casalini.Il campo sorgeva all’altezza dell’odierna via Luigi Faccio, e dove ora si trova la Confcommercio c’era il campo di riscaldamento, il terreno era stato donato da Giacomo Sartea, presidente del Vicenza che davanti al campo aveva la sua fabbrica di Birra la “Birra Sartea”.Era dotato di spalti e tribuna in legno, nel mezzo della tribuna c’era il monumento dedicato ai caduti del primo conflitto mondiale e dai suoi spalti oltre al terreno di gioco si potevano vedere le case di via Legione Antonini e via Giolitti e le altre costruzioni che stavano sorgendo nella Vicenza post Grande Guerra.Il campo di gioco fu utilizzato per quattordici anni, lì i biancorossi conquistarono la serie B e vi disputarono anche due campionati, le gesta dei biancorossi erano riportate nel giornale che veniva distribuito al campo “Urrà Urrà ” che raccontava in maniera scherzosa le gesta degli eroi della domenica.In Via Legione Antonini risiedeva la numerosa famiglia dei Menti, che lì aveva anche il locale osteria.I giovani Mario, Umberto(Berto) e Romeo(Meo), si appassionarono subito al gioco e anche grazie alla vicinanza al campo intrapresero la carriera da calciatori…