La coppia Giacomelli-Ferrari fa furore in avvio di partita poi Bianchi diventa rosso e lascia il Vicenza in inferiorità per un’ora. I biancorossi soffrono il minimo sindacale fino a oltre metà ripresa ma il Pordenone impatta l’1-1 con Burrai, l’uomo più pericoloso al tiro. Finale da infarto: Ferrari si conquista un rigore che De Giorgio spara sul montante, poi tre match point per gli ospiti di Rossitto. Il punticino significa ultima piazza in solitaria.
VICENZA CALCIO-PORDENONE 1-1 (pt 1-0)
Vicenza (3-5-2, poi 4-3-2): Valentini. Malomo, Milesi, Crescenzi. Bianchi, De Giorgio, Alimi, Giorno (18′ st Salifu), Giraudo. Giacomelli (30′ Jakimovski), Ferrari. All. Lerda. Non entrati: Fortunato, Bangu, Tassi, Romizi, Ferchichi, Giusti, Lucca.
Pordenone (4-3-3): Perilli. Formiconi (9′ st Gerardi), Stefani, Bombagi (25′ st Ciurria), De Agostini. Misuraca, Burrai, Zammarini. Nocciolini (38′ st Cicerelli), Bassoli, Berrettoni. All. Rossitto.
A disposizione: Meneghetti, Parodi, Visentin, Peressutti, Lovisa, Silvestro, Nunzella, Magnaghi.
Reti: nel primo tempo 20′ Ferrari (V) e nel secondo tempo 25′ Burrai (P).
Arbitro: Maggioni di Lecco.
Assistenti: sig. Antonio Catamo della sezione di Saronno, sig. Alessandro Rotondale della sezione di L’Aquila.
Note: spettatori 8 mila circa. Espulsi: Bianchi al 30′ pt (V). Ammonizioni: Alimi (V), Formiconi (P), Ferrari (V), Burrai (P), De Agostini (P). Angoli 4-6. Allontanato il dirigente Zocchi (V) per proteste.
Servizio di Omar Dal Maso
Va di traversa al Vicenza biancorosso, e va di traversa pure al Pordenone neroverde, che fanno 1-1 con i gol e pure con i montanti. Nessuno dei quali stende l’avversaria con un ko anche se il colpetto del combattente Ferrari poteva valere oro. E’ quasi bello il Lane di metà aprile, che per mezzora cuce gioco e anche qualche merletto prezioso, fino almeno alla sciocchezza di Bianchi, che vede rosso. E’ quasi armata biancorossa che mai nessun fermerà, quella che per un’ora tiene in dieci vs undici e anzi si concede un paio di match ball nella ripresa. E’ quasi sfortunata la squadra di Lerda, che usufruisce ma non usofrutta di una calcio di rigore agli sgoccioli (se lo procura Ferrari eroe della domenica, lo sbatte sulla traversa De Giorgio), e poi va in macedonia subendo tre-pallegol-tre in cinque minuti, con S. Valentini nuovo patrono del Menti da festeggiare ogni 15 aprile e un’altra traversa, stavolta amica, a smaterializzare una beffa da ultimo minuto. Beffa che sembrava nell’aria più piena del cielo gonfio di pioggia trattenuta sopra Vicenza città.
Peccato, perchè riavvolgendo il nastro c’era un 1-0 da difendere e bene difeso fino alla sculacciata di Burrai (con zampino di “toh chi si rivede” Berrettoni, uomo di giallorossa memoria bassanese e di genio mai svampito) e pure un penalty da trasformare in oro, punti, speranza, rialzo d’asta. E a proposito di asta…
Hasta la vista ai tre punti ma ben tornato Vicenza, che dopo il punticino di Mestre ne raggranella un altro e soprattutto sorprende i rassegnati, i complottisti e i tabaccai (da intendersi come venditori di fumo) con una prima mezzora gradevole, pungente e affamata. E non è mica da buttare l’altra oretta di pallone, con un finale da batticuore biancorosso per gli 8 mila dello Stadio Menti. L’ultimo posto sembra un’opera di modernariato, ora che è appiccicato al club del 1902 e di gare ne rimangono solo tre. Però i biancorossi sono vivi, e non vegetano.
Cronaca spiccia. Sugli spalti tanti bimbi delle scuole calcio, in particolari i Pulcini delle 36 società vicentine partecipanti alla 15esima edizione della Champion’s League per i Pulcini (Camisano e Montecchio Maggiore i migliori). Le finali dei baby hanno fatto da aperitivo, infatti, al match salvezza. Lerda sceglie il 3-5-2 che all’occorrenza alza la diga in cinquina con Bianchi e Giraudo esterni a ripiegare e tutta la squadra a dimostrarsi più solida, complice anche un Pordenone di certo non in gran giornata, con il redivivo Misuraca fenomeno da sbarbatello a ripresentarsi al Menti da ex, senza lasciare il segno, così come il tridente dei ramarri che bisticciano con Milesi-Crescenzi-Malomo, affidabili anche e forse anche di più con l’uomo in meno. Spazio mezza sorpresa ad Alimi in mezzo, a umile ragione di chi scrive tra i migliori della partita. Apprezzabilissimo l’approccio dei biancorossi, Giacomelli – che sforna pure qualche bel numero – e Ferrari si sbattono in avanti con coraggio e polmoni. Il capitano berico si conquista il primo applauso con un furbo velo e un calcio di punizione guadagnato poi, ottimo lo spunto di Jack al 7′ con doppia ribattuta neroverde in area. Uno sguardo furtivo agli spalti, piange la tribuna “dei Signori” – va meglio in piazza dei Sognori forse? – e nemmeno il popolarissimo tagliando 5 euro fa scoppiare di salute la Curva Sud, comunque attaccata ai colori e canterina per tutti i 90′. La prima palla gol, però, è ospite intorno al quarto d’ora abbondante con Valentini attento sul destro di Berrettoni, lo scrollone fa poco dopo rima con ovazione: Ferrari passa dalle sportellate ai tocchi di fino, ben lanciato dalle retrovie sul filo del rasoio calibrato proprio dal compagno di prima linea Giacomelli, Perilli esce a valanga ma il cavallino rampante biancorosso lo incarta con morbidezza. Vicenza 1 Pordenone 0. Passano una manciata di minuti, cade dalle empie nuvole un giallo risparmiabile a Bianchi, dopo che il direttore di gara lecchese aveva… risparmiato due friulani da ammonizioni altrettanto severe ma giuste.
Un’altra manciata di minuti, in tutto dieci dal gol del vantaggio, e il Lane rimane senza un’ala e faticherà a volare ancora sulle fasce: intervento da killer assoldato dalla malavita di un Bianchi forse troppo gasato che lascia in mutande i suoi. Il secondo giallo è indiscutibile, quasi un “arancione”. Sul primo invece c’è un po’ di spazzatura nel cuore di qualcuno. Fatto sta che si deve andare avanti e tirare a campare: boato sulla serpentina di un buon De Giorgio al 32′, boato al cubo per Giacomelli che al 35′ si trasforma in GiacoMessi estrae un numero dal cilindro maramaldeggiando in area ospite salvo poi estrarre anche un destro “fuori campo”, buono per il baseball. Il Vicenza è ancora lì, ad attaccare, magari ad intermittenza ma con cuore e muscoli. Inevitabilmente, in inferiorità, le maglie però si allargano e per onestà di cronaca spiccia fa tremare la palla agganciata e calciata dal limite (alta) da Burrai al 39′ così come un paio di palle tese scagliate sotto la Curva Nord, sbrogliate dai biancorossi.
Si riparte, ai vagiti della ripresa bagno di decibel sulla prima ammonizione decretata ad un avversario (Formiconi), al 5′ la palla della detonazione definitiva se la carbura sui piedi Alimi, abile a scegliere il tempo e lo spazio per buttarsi in avanti palla al piede, galoppare in area defilato e sferrare un colpo mancino, per se stesso e per l’animo dei tifosi visto l’esito: il tiraccio vola nei cieli ma non macchia l’azione di forza del numero 6 di casa. Altro concerto di fischi per il direttore di gara all’11’ quando Giacomelli, idolo del primo tempo e generoso a sfiancarsi nel secondo anche in fase di ripiego, viene sfondato su un contrasto. Si gioca. Lui no, si lecca le ferite e si rialzerà. Arriva l’ora di Salifu, che rileva Giorno ma… buonanotte: la mezzoretta in campo del subentrato è di quelle da sbadigli. A metà ripresa Valentini due volte chiamato in causa, prima per una gran parata salvifica sul primo palo sulla biliardata di De Agostini e poi per un’uscita aerea salvapelle sul corner seguente. Applausi. Crescenzi si congeda per un attimo dalla difesa per un duetto offensivo con un compagno che appassiona ma produce solo un angolo poi infruttifero, poco prima del colpo gobbo di Burrai, che finalizza con una scudisciata precisa e letale un’azione onestamente da “bravi tutti” del Pordenone, con complicità di Berrettoni che pure nella sua versione old regala (a sprazzi) bel calcio. Al 27′ siparietto Ferrari-Burrai che si guadagnano un giallino a testa, poi Giacomelli alla mezzora si spaparanza in panchina distrutto dallo sforzo di un’ora di alta qualità e soprattutto alta intensità. Dentro Jakimovski e Lerda ridisegna la squadra, rischiando su un corner per l’incornata imperiosa di Ciurria di poco alta sul target, poi ancora Burrai si gioca il terzo jolly personale sparando un tiro a giro stavolta di… burro, chance sprecata. Si va al 41′, l’1-1 sembra intoccabile.
E lo sarà, nonostante la caparbietà mista astuzia di Ferrari che si divincola nel cuore dell’area fino a venire travolto dalla furia neroverde, concentrata sull’intervento scomposto di De Agostini che atterra l’ariete berico con troppo mestiere e si becca il giallo . Maggioni è “insensibile”: si va sul dischetto con De Giorgio che accarezza troppo la sfera e batte troppo il campo sotto la palla fino a farla arrossire, prima di battere a rete e far tornare d’attualità il conclamato tema dell’asta del Vicenza Calcio. Solo che “sto giro” si parla di traversa dove si stampa il pallone e dove si concentrano 8.000 sguardi in un attimo, e nemmeno Malomo di testa sulla ribattuta la butta dentro. Qui i biancorossi offrono il secondo atto di autolesionismo dopo l’espulsione di Bianchi: anche il rigore sbagliato, con la ciliegina velenosa dell’abbattimento psicologico che ne consegue. Tre palle gol sfavillanti per gli ospiti da qui al 90′ + 4 di recupero: sulla prima Valentini è un furetto a uscire su Gerardi in uno contro uno negandogli un 2-1 servito, sul corner Ciurrai ancora solo soletto colpisce schiacciando a terra e sul rimbalzo la palla schizza sulla traversa, al 48′ ancora Valentini (stavolta in volo d’angelo) si guadagna la santità togliendo la sette una staffilata di Cicerelli che lo manda a quel paese per la paratone. La sofferenza degli ultimi minuti sta tutta nel crollo dei biancorossi a terra, esausti e in parte affranti, al triplice fischio, mentre il rammarico ramarro è un guazzabuglio di contrastanti considerazioni, visto che negli ultimi minuti poteva succedere di tutto e, almeno per il punteggio, invece nulla è successo.