Promozione

Calidonense – Trissino, si risolve nel finale

CALIDONENSE-TRISSINO 3-2

 

CALIDONENSE: Nardon, Gobbato (15’ st Peruzzi), Mietto, Sandonà, Casale, Casolin, Manes (13’ st Pavan), Zangara (15’ st Foletto), Marzari, Simoni (31’ st Gambino), Radojkovic (29’ st Novello). All. Clementi.

TRISSINO: Massignan, Antoniazzi (42’ st Kokona), Bruttomesso (26’ st Nicoletti), De Toni, Moore, Rinfieri, Cazzola, Zordan, Guiotto (28’ st Bertoldo), Petkovic, Danetti (11’ st Turrin). All. Cappellini.

Arbitro: Zen di Bassano del Grappa.

Reti: nel pt 21’ Petkovic (T) e 27’ Marzari (C); nel st 26’ Turrin (T), 46’ Foletto (C) e 48’ Gambino (C).

Note: campo in perfette condizioni, temperatura 35 gradi con brezza. Amm. Zordan (T). Angoli 4-4 (pt 2-1). Recupero 1’ e 3’.

Omar Dal Maso

Caldogno (Stadio Capovilla)

Altro che  Var. “Var…da ti come che la xe finia” sentenzia un baffuto sostenitore trissinese a fine partita. Da un 2-1 a favore al 3-2 contro tutto nel recupero. Ok che le partite di coppa ormai sono per lo più considerate sgambate sudaticce di inizio stagione ma a nessuno piace perdere all’esordio. A dimostrarlo la Calidonense, per nulla disposta ad accettare lo sgarro del Trissino nell’incontro d’esordio 2017/2018 e del girone 5 del Trofeo Veneto. Il (gran) finale è già scritto nel tabellino, da riavvolgere il nastro per la trama del match da Promozione.

Al calcio d’inizio biancorossi che sfoggiano il biancorosso d’etichetta, calidonensi in blues. Squadre che suggeriscono un doppio 4-4-2 speculare che esterni di centrocampo incaricati sia di puntellare la fase difensiva che di “punteggiare” in avanti, in particolare quelli ospiti.

Mister Clementi

“Caio” Clementi debutta sulla panchina di casa schierando un undici equilibrato e attento, volto al palleggio ma la prima mezza occasione capita a Cazzola, al 10’, anche se il suo tiretto in equilibrio cadente non fa nemmeno il solletico a Nardon, una delle bandiere di casa insieme a Gobbato e Casale fra gli altri. Un paio di cross da destra, senza esiti interessanti, proprio di Gobbato da parte dei locali  nel primo quarto d’ora, e si arriva al 21’ quando dal nulla sbuca il giovane Danetti che va in scorribanda in area contro Nardon in uscita, bravo da parte sua a incocciare palla con il piede sinistro ma la ribattuta finisce sull’indisturbato Petrovic che ha tempo di stoppare e depositare la piazzata del vantaggio trissinese. Il team di Cappellini esulta al time out concesso dopo il gol, l’abbeveraggio però sembra rinfrescare le idee ai calidonensi che replicano. Grossa parte del merito va al mix di astuzia e caparbietà di Edo Marzari, abile ad intervenire sulla parata bassa in due tempi di Massignan, ad arpionare palla in pratica sulla linea di fondo non distante dal palo e aggirare l’ostacolo piazzando basso sul secondo. Uno a uno e proprio dalla prima azione successiva occasionissima per il Trissino che lancia ancora Danetti in area con pendenza mancina, sinistro in diagonale quasi da gol: palla larga di un paio di spanne. La Calidonense prova a riequilibrare il computo delle palle gol, ci prova al 37’ con un traversone da destra deviato da una suola, per un pelo Simoni non ci arriva con la zucca bionda, e sarà ancora più pericoloso poco dopo al 41’ su sua serpentina personale riuscita, assist in mezzo che non trova compagni pronti al movimento a ritroso, prontissimi invece i difensori ospiti che lanciano il contropiede delle meraviglie, la palla d’oro capita a Petkovic al limite e non calcia neanche male l’uomo di punta, solo che Nardon si supera lanciandosi sulla sua sinistra e deviando sul palo (43’). Si va al riposo sul pari con un gol per parte e tanto sudore versato ma non ancora lacrime.

Il secondo round si apre con la bordata centrale di Sandonà su punizione (agguantata in presa al 5’) poi si deve correre al 16’ per annotare un’altra azione da gol: ancora i paladini di Caldogno a forzare con Marzari, di forza si fa spazio in area e calcia su Massignan che respinge corto poi il caos, il biliardo conseguente vede la difesa trissinese spazzare via. Si asciuga il sudore l’armata biancorossa ospite e si fa viva in avanti, prima con il duetto imperfetto in contropiede tra Cazzola e Petrovic, sfera solo in corner al 21’, a cui segue l’unico lampo offensivo firmato Guiotto che al 23’ stringe troppo il tiro mancino che si spegne sul fondo. Il terzo affondo è quello buono, visto che il Trissino confezione l’azione più bella della gara – complice la difesa di casa incantata ad ammirare gli avversari – con Petrovic e “Ovi” Turrin a rompere le uova nel paniere alla Calidonense, proprio il neontrato piazza il nuovo vantaggio esterno sottomisura dopo lo scambio di favori col compagno. Al 26’ e dopo il nuovo time out per il calorifero naturale, dunque, Trissino che mette il naso avanti e fino al 90’ appare in grado di gestire il tesoretto, se non di incrementarlo. Ancora Petrovic lanciato verso Nardon allarga esageratamente il piatto sprecando la volata in solitaria contro il portiere, poi anche Cazzola al 40’ nell’ennesimo contropiede concesso si ritrova in corsa davanti a Nardon, lo aggira alla sua destra ma da defilato calcia sulla rete esterna. Non che la Calidonense si fosse spentaa nel frattempo, da segnalare una gittata di Simoni respinta dal portiere e un’incornata out di Casolin da corner intorno alla mezzora. Ma è in zona recupero che si scatena la furia dei Clementi boys, tutt’altro che rassegnati al due di picche di coppa: dopo un tentativo di Gambino con palla sul fondo, a recupero iniziato il giovani Peruzzi si prende la lode per il cross da destra che taglia l’area, Massignan si tuffa ma la palla sfila superando tutti meno che Foletto, sbucato nel posto giusto e abile a sferrare il colpo mancino in senso pratico e letterale. Un 2-2 già di per sé a sorpresa, ma a metterci il superlativo assoluto è il nuovo acquisto Gambino, anche lui buttato a sudarsela questa maglia nella ripresa (come i fautori del pareggio); lavora palla sulla tre quarti destra, si accentra quanto basta per sfoderare un sinistroide telecomandato che gira quanto basta per infilarsi alla perfezione sotto l’incrocio opposto, da almeno 25 metri.

Eurogol, fischio di convalida e triplice fischio immediatamente dopo. Per il Trissino, dopo tanto sudore, stavolta sì che restano solo le – si fa per dire – le lacrime.

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