La vicenda del tesseramento di Cesar Wesley De Silveira (che d’ora in avanti chiameremo solo Cesar) è già stata in parte raccontata, ma l’esperienza del giocatore in Italia merita di essere approfondita e raccontata.
E’ lo stesso giocatore a raccontarci i suoi primi passi italiani: ” Era il 2006 e Sergio Clerici, un ex giocatore paulista che in Italia ha giocato con il Lecco, il Bologna ed il Napoli, che aveva intravvisto in me le caratteristiche ideali per adattarsi al campionato italiano, mi convinse a venire con lui in Italia.
Inizialmente l’esperienza fu complicata perchè arrivai a Lecco con lui che era conosciuto e ricordato per il periodo in cui la squadra lombarda aveva militato nella massima serie (60 reti realizzate dal “Gringo” in 200 gare di campionato NDT), ma incontrai grosse difficoltà a tesserarmi per i problemi legati al passaporto e alla documentazione da presentare. Analoga fu l’esperienza di Chieti dove trovai difficoltà dello stesso genere. Alla fine Clerici che aveva un contatto con un dirigente del Cologna Veneta (il giocatore aveva militato anche a Verona..) mi fece provare con loro e fui tesserato dalla squadra veronese dove giocai in Serie D. L’anno successivo – continua il suo racconto il nostro interlocutore – il Cologna concluse la sua esperienza in quarta serie e decise di ripartire dalla seconda categoria. Così io dovetti cercarmi una nuova squadra e fui contattato dal Cerea che era appena stato promosso in serie D. Nella città dei mobilieri sono rimasto da allora per dieci campionati, giocando in D e in Eccellenza.”
Avrai dunque preso male la notizia della sparizione della squadra del presidente Fazion ?
” Cerea è una città dove la passione per il calcio è importante. Sparita la squadra che militava in Eccellenza, si è subito arrivati ad una fusione fra l’Asparetto e il Giovane Cerea per cui io penso che il calcio lì tornerà entro breve tempo a ottimi livelli. Certo io a quell’ambiente sono molto affezionato, lì mi sentivo come a casa con molti amici che mi hanno sempre fatto sentire a mio agio.
Hai sempre giocato da difensore centrale ?
Veramente quando sono arrivato in Italia giocavo da terzino sinistro. Poi a Cerea mi hanno impostato da difensore centrale; qualche allenatore mi ha fatto giocare anche da mediano davanti alla difesa ma io credo di potermi esprimere al meglio lì nella posizione centrale della difesa.
Nel periodo di Cerea avrai conosciuto molti allenatori. Per qualcuno di loro serbi un ricordo particolare ?
“Di tutti ho un ricordo positivo ma in particolare vorrei ricordare Roberto Maschi e Simone Boron due allenatori che hanno saputo trasmettermi molto. Infine ho apprezzato (anche se è rimasto poco con noi) la preparazione e il rapporto umano con Mario Vittadello, un allenatore certamente di grande levatura che merita sicuramente piazze importanti!”
Poi quest’estate sei rimasto senza squadra. Ci racconti come è andata la vicenda con la Seraticense ?
Dopo la conclusione del campionato di Eccellenza sono partito, come tutti gli anni per il Brasile, dove ho ancora parenti e amici, già sapendo che probabilmente il ciclo di Cerea si era concluso. Ma con la volontà precisa di ritornare ancora in Italia. Attendevo la chiamata di qualche squadra di Serie D ed Eccellenza ed un paio di contatti erano iniziati, quando mi ha chiamato Demetrio Antonello direttore generale del Sarego a cui aveva dato il mio numero di cellulare Mario Vittadello. Dopo i primi pour parler il ragionamento con lui si è sviluppato per un paio di settimane. Lui è stato molto convincente spiegandomi bene la filosofia della società. Ma sopratutto mi ha conquistato con la proposta di lavorare anche nel settore giovanile della società. Io ho una grande passione per questo sport e il pensiero di poter lavorare con i giovani e di trasmettere loro quello che ho imparato in tanti anni mi ha convinto, così ho accettato la proposta del direttore. Devo dire che sono contento di questa scelta perchè l’ambiente è ottimo e sono convinto di poter dare il mio apporto per riportare in alto la Seraticense, una squadra ed una società con una grossa tradizione”.
C’era già qualcuno che conoscevi a Sarego ?
Si. mister Cortellazzi. Con lui abbiamo giocato insieme seppur per un breve periodo a Cerea. Con altri giocatori abbiamo avuto occasione d’incontrarci nei campi di calcio. Ma non credo che questo rappresenti un problema. Io credo che tutti abbiamo ben chiaro in mente l’obettivo che ci stiamo ponendo, quello di regalare soddisfazioni a questo ambiente e a questi dirigenti e ci adopereremo per questo.